Il
diritto del bambino al rispetto

Riunione
povera e deludente.
Le
due maestre che, a fronte della loro stessa affermazione “E’
normale che i bambini siano vivaci” mettono “note” e castighi come fondanti
il rispetto delle regole. Ma non sono nemmeno castighi, si affrettano ad
aggiungere. No, dico io, sono solo la dimostrazione che chi ne ha la
responsabilità non sa coinvolgere il gruppo, non sa fare delle resistenze
all'interno del gruppo un’occasione di crescita e formazione. Mirabile la
punizione di tenere i bambini seduti al banco, a fare merenda. “Ma possono giocare ugualmente, certo stando
seduti”. Otto ore di scuola, otto anni d’età e li privi della gioia del
movimento !!
Niente
pedagogia che, escludendo la colpevolizzazione, lavori sulla
responsabilizzazione individuale e di gruppo. Tanta tensione perché l’allievo
impari le materie e non invece impari ad imparare, costruisca, con gli altri e
le maestre stesse, una comunità d’apprendimento.
La
solita ideologia di controllo e giudicante, una scuola che pretende conferme invece che ricerca ed apprendimento.
D'altronde,
quando sento una madre dire che la propria figlia ha piegato la forchetta in
mensa e, per questo, va sgridata / punita,
dunque capisce il metodo delle maestre …
Certo,
puniamo la bimba. E una volta punita. Amen.

Alcuni
anni fa, dopo una bella serata in casa con amici adulti, Lupo, nel salutarne
uno, lo prese a calcetti e dispetti. Facile sgridarlo e magari punirlo “Così non si fa, sei un maleducato !”
Facile ma dove ci ( me e Lupo, padre e figlio) avrebbe portato ? Da nessuna
parte: una mia affermazione di autoritarismo e lui sottomesso. Stop.


Lo
fanno, eccome se lo fanno, un po’ ovunque in Italia, in scuole di ogni ordine e
grado: alla scuola primaria "F.lli Cairoli" di Casteggio (Pavia)
come al CFPP di Lecco. Ne scrivono,
eccome, autori e pedagogisti passati e presenti: Danilo Dolci e Daniele Novara.
Certo,
per farlo, occorrono adulti, a scuola come in famiglia, che siano davvero tali,
siano loro per primi su un percorso di
individuazione e crescita consapevole.
Certo,
occorrono maestre che vogliano sempre mettersi in discussione ed imparare;
adulti che vogliano capire di sé e di come interagiscono; genitori attenti ai
figli ed ai segnali che questi mandano loro.
Altrimenti,
da adulti di età anagrafica ma privi
dell’adultità che è responsabilità ed
autonomia, faremo solo danni, ah , però avremo per un po’ di anni figli e
studenti apparentemente educati, rispettosi e che conoscono le materie
scolastiche. Se questo è educare e crescere !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
“ Ancora
oggi, il discorso che molti fanno, quando cerco di spiegare che è fondamentale
rispettare i tempi e le modalità di apprendimento dei bambini, è ‘Ma quando
andranno alle medie, quando andranno alle superiori ?” A me viene da rispondere
‘Ma chi si chiede quali sono i bisogni dei bambini e delle bambine e più avanti
dei ragazzi e delle ragazze?’ ”.
(R. Lovattini,
maestro e componente la Segreteria nazionale del Movimento di Cooperazione
Educativa, in “Conflitti” n°2 anno 2011)
Fotografie scattate al parco Forlanini, Milano.