lunedì 9 novembre 2020

Per restare in piedi

 Il silenzio interiore

è vuoto inteso come assenza, come attesa di un “pieno”, come mancanza o… può essere un vuoto fertile, un momento da gustare per quel che è, altra forma di conoscenza?

Un po' come andare in nessun luogo e niente pensare e niente mandare. Un po' come non dire niente per non offendere la mente.

 

La vulnerabilità è debolezza, è vigliaccheria o… può essere il coraggio autentico di mostrarsi per ciò che sei e senti; su errori e ferite non mentire; a ciò che ti circonda e a chi ti scivola accanto aprire?

 

POTERI POTENTI … sapere essere forte e delicato insieme, senza alcuna vergogna.

Guerriero che osa sfidare prima di tutto quel nemico che è se stesso; cacciatore che sa cacciare prima di tutto quella preda che è se stesso; dell’Ombra di se stesso il conquistatore.

 

Ognuno ha il diritto al silenzio interiore e alla vulnerabilità, ad essere “tigre accucciata e dragone nascosto”, in un pudore di sentimenti che è lì, a portata di mano e non vuole fuggire.

 

Silenzio interiore e vulnerabilità 

che sono rassegnazione e resilienza. (1)

Rassegnazione, che è capacità di stare ed adeguarsi creativamente ad ogni avversità, ogni colpo che ti viene inferto.

Resilienza, che è capacità di risalire, di tornare a galla, dopo che brutture della vita o mani delinquenti ti hanno buttato in mare.

 

POTERI POTENTI, che sono te.

 

Il pittore ha le mani vuote eppure dipinge ricami nell’aria.

Impensabile che cielo e terra si accartoccino l’uno nell’altra.

Allora, Poteri Potenti a danzare nel cuore, lascio il sentiero segnato e ricomincio daccapo.

 

Che silenzio interiore e vulnerabilità siano le mie armi, le armi di ogni Spirito Ribelle. Per restare in piedi.

E tu? Pronto a condividere questo cammino adulto e guerriero?

 

1. Un po' la decadenza della nostra lingua, avvilita tra talk show ed intellettuali dallo spessore di un’acciuga, un po' l’invasione della cultura USA, ben accettata dal nostro provincialismo. Sono questi i motivi per cui a rassegnazione sia attribuito un significato di tremula passività. Invece, la sua origine latina “resignare” è rompere un sigillo e dunque rivelare, sciogliere, liberare. Stesso vale per resilienza, che non è “resistere ad una rottura”, riferendosi al mondo della tecnologia dei materiali e nemmeno quel senso di sforzo, di opposizione introdotto dal pensiero motivazionale yankee. Resilienza, invece, è “resilire”, prefisso re- e verbo salire ‘saltare, fare balzi, zampillare’, dunque ritornare rapidamente, di colpo, rimbalzare.






mercoledì 4 novembre 2020

Dove ci porterà lo sport

“Gli sport vanno dividendosi sempre più chiaramente tra sport, ovvero diporto (svago), e competizione.

E questi due ambiti sono completamente diversi anche se si compiono gli stessi gesti e si usano gli stessi attrezzi.

Quelli che si dedicano alla competizione diventano sempre più animali da circo o da spettacolo, sfruttati, anche se alcuni ben remunerati, così come lo erano i gladiatori del tempo antico.

E coloro che riusciranno a fare dello sport il proprio diporto, la propria arte di ascesi e liberazione diventeranno sempre più umani”.

(Engaku Taino, monaco Zen (Luigi Mario), guida alpina e maestro di sci e arrampicata)

 

Perfetto.

Manca però precisare che gli “sport diporto – svago” non intendono affatto essere pratiche di “ascesi e liberazione”.

Essi, infatti, sono generalmente praticati obbedendo a diversi imperativi, a volte coniugati tra di loro:

- packaging, ovvero addobbare un corpo “immagine”, “oggetti da valutare in base all’aspetto fisico” (cit. in “Il corpo in vetrina” post del giorno 11 Ottobre 2020);

- catarsi, intesa come gran sudata sotto sforzo ovvero semplice sfogatoio per le proprie frustrazioni e repressioni, una boccata d’ossigeno prima di tornare di nuovo dentro le frustrazioni e repressioni senza che nulla sia mutato;

- passatempo, ovvero come ingannare la noia senza alcun coinvolgimento emotivo con se stessi;

- strategia di "abbordaggio" in ambiente protetto e facilitato dalla vicinanza dei corpi.

 

Nulla di quanto sopra investe “ascesi e liberazione”.

 

ATTENZIONE:

Non si tratta di quale sport, di quale pratica scegliere perché essa sia “ascesi e liberazione”,

quanto di “COME” si pratichi.

 

E qui torniamo a Engaku Taino: “Così vi mettete di fronte a voi stessi e vi domandate: “Chi è che ora parla? Chi è che ora si siede? Chi è che ora sta praticando il Tai Chi o sta scalando o sta facendo qualsiasi altra cosa?”. E il momento in cui guardiamo noi stessi in tal modo, nel momento in cui comprendiamo realmente cosa sta cercando questo sé, allora cominciamo a praticare, nel modo corretto

Semplice. No?

No: semplice in sé, ma difficile da realizzare.  Ancor più in questa società della competizione sfrenata, del “consumo senza uso”, dell’apparire ad ogni costo.

 

Per esempio, mi rendo conto di quanto sia poco appetibile per cultori del packaging, dello sfogarsi, del passatempo fine a se stesso, praticare Spirito Ribelle.

Io, mentre respirano, si muovono nello spazio, portano una bastonata, chiedo loro “Quale parte di te corpo ha avviato il gesto?”, “Cosa stai provando ora nell’agire”” ecc. Io, invece di imporre loro un modello, una tecnica da copiare, li introduco all’arte della scoperta autonoma di quel e come sia meglio per ciascuno di loro, individualità uniche e non replicabili.

Lavoriamo sulla consapevolezza interiore, sull’efficienza fisicoemotiva; siamo dentro Poteri Potenti

Troppo, troppo “fuori”, per cultori del packaging, dello sfogarsi, del passatempo fine a se stesso!!

 

Spirito Ribelle, pratica per tutti ma scelta da pochi.

Poteri Potenti alla portata di tutti, ma cercati da pochi.

 

Comunque, la nostra porta resta aperta…


“La consapevolezza interiore aumenta l'efficienza fisica, 

 che a sua volta permette di migliorare la tecnica. 

Stiamo quindi parlando di una tecnica che scaturisce dall'interiorità verso l'esterno

anziché seguire il percorso inverso.

(J. Whitmore)