Nella Medicina Tradizionale Cinese (MTC) il polso è molto più di un semplice battito cardiaco: E’ una finestra sull’energia vitale (Chi / Ki) e sullo stato interno dell’organismo.
Esso è letto come un ponte tra il mondo interno e quello esterno, intimamente collegato a meridiani come Cuore, Intestino Tenue, Pericardio e Triplice Riscaldatore.Anche in alcune interpretazioni
‘occidentali’ il polso riveste grande importanza, sia come parte integrante
della mano (mano di cui parzialmente ho già trattato in precedenti post) che
come luogo energetico in sé.
Cominciamo col dire che “con la nostra struttura
psicocorporea, riattraversiamo tutte le fasi di aggregazione dell’energia in
materia, e quindi le abbiamo registrate dentro di noi come sensazioni primarie”
(S. Guerra Lisi in ‘Il metodo della globalità dei linguaggi’).
Dunque, nella Medicina Tradizionale Cinese, il polso è una sorgente
pregiata di informazioni. Non è solo battito cardiaco: E’ vibrazione della
vita, specchio dei movimenti dell’energia interna. I tre livelli di profondità
e le dodici posizioni del polso ci parlano del respiro degli organi, del flusso
del Chi / Ki, delle modificazioni delle emozioni.
Anche nella Globalità dei linguaggi, il polso ha voce.
Attraverso il corpo come ‘parola incarnata’, la posizione, la tensione e
l’orientamento del polso sono segnali della relazione tra sé e il mondo. Il
polso che si chiude o si apre, che si torce o si rilassa, è un frammento della
narrazione corporea che parla prima ancora delle parole.
Assodato che spazio, tempo ed
intensità sono gli elementi che sorreggono il nostro agire, possiamo
specificare che:
- Spazio è la sensazione di
avvolgimento che, progressivamente, si fa egemone con il muoversi della mano
nell’aria.
- Tempo è il ritmo personale che
caratterizza ciascuno di noi nelle diverse occasioni dell’agire quotidiano.
- Intensità è la scarica che
applichiamo sulla materia in formazione.
L’intensità del tono muscolare cresce con il crescere della
densità della materia. Lentamente, praticando con entusiasmo e costanza, passa
nello sfondo la propria parte di spazio esclusivamente personale e sale in
figura il comunicare direttamente con l’ambiente e chiunque / qualsiasi cosa
sia altro da sé: In questo momento la mano prende a pulsare mostrandosi in
contrazioni ed estensioni.
Per questo, nelle pratiche in solitario, a partire da
quelle specificatamente costruite per la scoperta e la padronanza dell’energia
interna (pratiche di Chi Kung / Kiko) proseguendo con quelle in
coppia, come Suishou e Maki, è fondamentale che i
polsi siano tanto antenne dell’ambiente dentro e fuori di sé quanto
canalizzatori energetici, anche e forse soprattutto oltre le mani.
Praticare sempre con attenzione
ai polsi, non certo per modificare di 1 o 10 gradi la loro inclinazione nello
spazio (come pretendono i soloni dell’insegnamento che spostano i polsi dei
loro allievi in obbedienza a chissà quali astruse teorie!!) quanto per entrare
in connessione con il sé profondo dando spazio a tutto il vociare interiore
trovando in esso i luoghi del silenzio potente.
Intuire il non detto, che palpita nei movimenti, nei ritmi,
nei gesti fluidi liberi come in quelli controllati, nelle diverse espressioni
del peso pesante o leggero o collassato. Perché i polsi ci parlano. Sta a noi saperli
ascoltare.
“Abbiamo
più capacità di quanto pensiamo”
(L. Reed)