Uno
stage dai colori forti.
9
e 10 Giugno 2012
Agriturismo
UNA. Ripatransone (AP)
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La corte che ospita i praticanti |
Tra
levarsi dell’acciaio e sorrisi sfrontati; botte pesanti e rotolamenti al suolo
e sudore ad inzuppare le giacche. Tra sguardi ammiccanti e movenze feline; risa
ed urla e canzoni cantate a squarciagola mentre chi ti sta dinanzi ti prende a
ceffoni sul muso e tu stai lì, imperterrito ed inerte, a prenderle e poi
prenderle ancora.
Nel
verde di un Agriturismo in cui ormai siamo “di casa”, ai bordi della piscina o
sparsi tra i bungalows e le panche che delimitano la corte, la nostra corte.
All’alba
di un cielo azzurro pallido o a fendere aria e stuoie, katana in pugno, sotto
un cielo pennellato d’inchiostro.
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un pò a terra no ? |
Qualcuno
tira l’alba a chiacchiere. Qualcuno dorme mentre qualcun altro cerca di
impedirglielo russando come orso ingrugnito.
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schiaccia tu che schiaccio anch'io |
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il giovanissimo Lupo |
Poi
ancora pugni e calci, i guantini alle mani ed il caschetto sul volto. Emozioni
che sussultano e corpi frementi e donne ed uomini abbracciati, avvinghiati, a
lottare. Tra loro, per un paio d’ore, anche un fanciullo: un altro piccolo
passo per crescere.
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nella notte l'acciaio |
Al saluto finale, la consegna delle cinture
Il
blu del mare, dell’acqua che è “sui”. Perché sono le forze dell’inverno ( che
strano, scriverne ora ricordando il caldo delle colline marchigiane in una
Milano calda da far schifo ) a portare il freddo in cielo e l’acqua sulla
terra. E l’organo rene e il sapore salato. E l’emozione della paura e l’abilità
di produrre il suono dei gemiti. Il blu del mare, di questo mare debole e
grande insieme come del mare che, fattosi oceano, imperversa sulle coste ed
impone la sua legge ai naviganti. La cintura blu per gli occhi grandi di Gilda.
Il
marrone per Angelica. Focosa ed irriverente guerriera. Passionale e fragile
insieme. Quanta la strada fatta e quanta, “quantissima”, quella da fare ancora
per togliersi la stupida corazza di aculei ed accettare la forza della
vulnerabilità. Marrone come la ruvida montagna o … densa e calda come
cioccolata ?
Ed
ecco il nome di Simona, la prima shodan del DAO. Emozione sul viso, il passo
incerto, forse per la prima volta. Le mani accolgono dal suo Maestro Valerio la
cintura nera, finemente ricamata. Poi, inginocchiata davanti, tocca a me
consegnarle il diploma. Quanta femminilità ha ancora da sbocciare, da rompere
il recinto tutto macho di rozza aggressività e forza muscolare. Io la vedo, la
intuisco, sotto quel corpo snello e abilmente muscoloso. Già, se fosse una
sportiva da ring sarebbe una campionessa, ma ha scelto la strada dell’Arte. E
sarà senz’altro un’ottima artista.
All’Insegnante
Celso il diploma di nidan, secondo dan. Chissà che, per metafora e metonimia,
non sia la chiave per aprire le porte dell’adultità. Dell’essere responsabile,
a partire dalle piccole cose quotidiane, del saper essere “qui ed ora” e non in
un cortile di chiacchiere vigliacche e mugugni e maldicenze e fughe infantili.
Ce la può fare, se lo vuole, dipende solo da lui.
Poi,
il gruppo di sgretola: ognuno per la sua strada. Solo un paio di “milanesi”
restano con me, almeno qualche giorno.
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il cuneo corto |
A
seguire, i Seminari di un Wing Chun
Boxing tanto flessibile quanto duro e spigoloso all’occorrenza.
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chi ha detto che la fit ball sia solo per fighetti ? |
Il
“Sapere del Profondo”, tra i
sobbalzi di fianchi femminili ed il loro ululato forte.
La
“Via dello spirito della spada”, Kenshindo, a riconoscere che il passato
non potremo mai cancellarlo, ma sta a noi dargli il peso, l’importanza che
vogliamo. E questo è il senso del tameshigiri urlato al tramonto, delle
lanterne, fragili ali di uccello bianco, donate al cielo che, pian piano, si alzano
e scompaiono.
Sarà
il Kenpo a chiudere la “giostra”.
L’Arte dominante nella nostra Scuola.
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Kenshindo |
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il mio amico carissimo e Venusia |
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Eleonora, piccola e forte guerriera |
Io
so che loro sanno quanto ho donato loro. Chissà se sanno quanto, ogni volta,
loro mi donano, quanta gioia e ricchezza mi riporto a casa proprio grazie a
loro.
“Esiste
una fluttuazione e interscambio costanti tra due fonti di movimento, il mondo
del corpo e il mondo dell’immaginazione” (J. Chorodow)
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il sorriso di Monica |
Uno stage e gli allenamenti della settimana successiva come li desideravo...vissuti con corpo e anima, pensando di non farcela e invece scoprire che posso contare su di me.
RispondiEliminaDeterminata ad andare avanti, ho affrontato la paura e il timore di scontrarmi con l'aggressività. Momenti intensi che mi hanno segnato dentro insieme allo stupore di incontrare di fronte a me uno "specchio" con le stesse fragilità.
Tanti gli episodi vissuti da ricordare ma uno tra tutti rimane il mio Tameshigiri al seminario di Kenshindo. Nel momento del taglio: non ho sentito corpo, come se fossi sospesa; il respiro si è troncato; i pensieri dissolti; la lama è andata giù netta senza incertezze...e poi sono tornata a respirare, forte, così forte da rimbombarmi nelle orecchie.
Ora mi godo il blu e i bei momenti.
Oss! Gilda.
Ps: grazie dei tuoi doni e sapere di aver donato.
...il confronto perenne coi miei limiti...la consapevolezza di essi...la voglia di superarli e di sapere quanto in là potrò andare...nn è mai facile confrontarsi con se stessi con le proprie paure e le proprie remore...eppure la voglia di affrontarle è più forte ed anche se so che ne uscirò ammaccata beh "il gioco vale la candela" !!!
RispondiEliminaQuesti tre anni vissuti con voi mi accompegnarenno nel mio percorso di vita...quello che sono oggi lo devo anche a voi ed alla vostra capacità nell'avermi aiutata a tirare fuori tante belle cose di me!!!
Ed oggi lo so!!!
Grazie....infinitamente grazie!!!
Oss!! Vanessa