
Figura
femmina accanto.

Piccolo,
prezioso manufatto. Sorpresa averlo scoperto in un negozietto sul lago, sorpresa
scoprire che Citadel, nota per i katana ed i coltelli, ha in sé anche questo
piccolo “neck knife”, forgiato a mano, riposto, cuore nascosto, in un fodero di
cuoio.
Percorsi
scombinati di amore, sesso, acciaio e violenza, che ci possono cambiare se solo
li lasciamo andare, se solo li accogliamo dentro.

Io
mi allontano, passi pesanti sotto il caldo che ancora picchia, e picchia duro.
Raggiungo la vetta della collinetta, verde arso dal sole e cielo azzurro.
La
croce si staglia sottile ed enorme insieme, sigillo di una presenza che scava
nell’anima.
Mi
perdo, mi lascio andare a stupidi disegni mentali, rincorse di un maschio solo
tra prati e cespugli ed alberi.
Il
latrare di un cane, in lontananza. L’acciaio ed il suo uso, che qualcuno definì
“l’educazione del coltello”, come a dire taglia, lacera, ferisci e
riappropriati di te.
Lei,
la figura femmina, ma anche lui, il coltello, sono un giacimento di sorrisi e
dolori, tenerezze e crudeltà. Luce nera l’una, fredda risposta d’acciaio l’altro.
Sono
solo sogni scostanti, pensieri impensabili di un giorno d’estate, senza lacrime
e recriminazioni, occhi aperti in un incanto, in un giorno o due di vita d’estate,
a Bassano del Grappa. In attesa delle sospirate ferie d’Agosto.
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