36°
Gasshuku - stage estivo
Giugno
2016Agriturismo UNA. Monteprandone (AP)
Il mio canto di vita si è affievolito, forse, nel tempo.
O, semplicemente, ha mutato i toni, ammantandosi di una
pervicace melanconia.
E mi guardo, immerso nel sentimento affettuoso di allievi che sono anche amici, al nostro 36° Gasshuku, lo Stage Estivo della Scuola.
Danziamo Tai Chi Chuan, formando anelli e poi
spirali; un corpo marziale denso e fluttuante, gesti sinuosi che si avvolgono e
si srotolano senza sosta.
Nascondiamo le pieghe e gli angoli, perché il gesto,
l’agire, scorra ora lento ora rapido, ma mai incagliato, mai spigoloso, sempre a
fluire come un fiume dalla inarrestabile corrente.Ispirarsi all’acqua, movimento mutevole; agli alberi, nel loro radicarsi dentro al suolo ed insieme estendersi verso l’alto.

Una danza che senti dentro fino a spingerti a levarti in volo, certo che nessuno di noi sparirà mai senza aver lasciato un segno.
Sarà il Kenpo Taiki Ken a spargere voce sui gesti silenziosi. A scivolare guardinghi lungo le linee del triangolo o ad avvolgerci attorno ai semicerchi, falci nell’erba simili a spicchi di luna, che i nostri piedi disegnano rapidi.

Ora che il cemento e l’erba distesa si mostrano come fossero nebbia intagliata nel cielo, ora che nessuna impertinenza, nessun maramaldeggiare ci è consentito, ogni gesto ci appare semplice, persino fragile nella sua nuda essenza eppure … letale.

Davvero, può bastare un attimo, un secondo per scoprirsi innamorati, che il tuo mondo ora ti è sconosciuto e l’altro anche, o, forse, è solo diverso da prima, che sempre è diverso da prima.
Il cerchio del saluto, lo scurirsi ai fianchi della cintura
di Francesco, gentile allievo del DAO. Le coccole a pranzo.

Il 36° Gashuku, lo stage estivo della Scuola, volge al termine. Si chiudono le danze guerriere, la lotta, i pugni. Continua, nel cuore di ognuno, il proprio canto di vita. Un po’ più forte, un po’ più libero, dopo questi due giorni insieme, Jitakyoei.
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