
fradicio, mentre mi avvio per le strade che portano alla
casa della zia, piacevole ospitalità.

Perché ancora in bilico? Perché tra i segni da incidenti e
ferite lasciati sul corpo sempre gli stessi fano male, suono cupo e sordo?
Da giovane, anni lontani, quanti sono i giorni, le vacanze,
passate da solo!!

Furono trenta giorni circa di assoluto silenzio, solo
formazione marziale, letture, passeggiate e qualche gita in auto nei dintorni,
mai una parola come fossi in una stanza unico cencio.
Al trentesimo giorno, l’ultimo, diedi un passaggio ad una
autostoppista e allora lì ci furono le prime e poche parole.

Da anni non credo più alla forza di volontà, liquido che
evapora presto in un collo di bottiglia. Credo più alla passione, all’entusiasmo,
se si può avere passione ed entusiasmo quando le cicatrici di un cuore anziano
più volte ferito faticano a saper danzare tra le stelle, corpo pericolosamente
adiatermano.
Mi manchi, tanto, e desidero il tuo toccarmi.
Non credo sia la tristezza del peccatore, di chi sa di
avere violato e fatto del male.
Poi, perdio, cosa ho ancora da pagare per quanto di male
feci in gioventù?
Sono anziano, sono sempre più prossimo ai settanta, finché
la salute regge avrò pure anche io diritto alla fonte del piacere, della
serenità, nell’età che avanza?
Sto sempre a lottare, che la vita è uno snodarsi di
conflitti, ma siamo insieme anche quando lontani, e pure stare insieme quando
insieme siamo potrebbe essere bello, vivi ed umani, o no?!
Ho vissuto, ho viaggiato su percorsi accidentali tra
uomini, donne e cose, tra luoghi ed accadimenti, tra passioni intense e
freddezze glaciali. Così perso, a volte incattivito altre indifeso, ad
imbattermi in strade disperatamente cercate e vigliaccamente allontanate, e ho
preso troppo tempo, o forse il tempo ha preso me
soffocando vanità incontrate e felicità abbracciate.
Se fossi un uomo di “vetrina”, arrapato ed arrembante,
sfrontato ladro di cose e sentimenti, tanto sicuro di farla sempre franca in
questa società di lenoni, bugiardi e cacasotto, tutto sarebbe più semplice, che
a pagare nel cuore e nel corpo sarebbe sempre un altro, che alle conseguenze
delle mie parole, delle mie azioni, non dedicherei una briciola della mia
attenzione, del mio rispetto, cavandomela ogni volta con un menzogne e
capriole.
Invece sono uno Spirito Ribelle, bimbo ed insieme
lupo in mezzo a iene ed amebe, forte della mia vulnerabilità, e prendo le
decisioni una alla volta mai pretendendo di possedere la ragione unica, certo
però che quando sto da solo vedrai la forma più autentica di maschio, di uomo adulto, che traspare in
me, perché questa è la mia danza, questa è la mia musica.
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