domenica 20 luglio 2025

Dal bilanciere al combattimento

 

Sollevare pesi? Ottimo… se il tuo avversario è un bilanciere!  Hai forza da mostrare, ma nel Dojo e sicuramente in strada non c’è nessuno che si muove come un disco da 20 kg. La realtà del combattimento, quello ‘amichevole’, tutto sommato ‘finto’, tra compagni in Dojo, in palestra. ma soprattutto quello animalesco, brutale, sanguinario, reale, in strada, è un coacervo di confusione e improvvisazione, non una filastrocca di movimenti lineari e ripetitivi.

Tanto che persino un praticante di Muay Thai e K1, dunque  duri sport di ‘combattimento’ a contatto pieno, scrive:

La vostra efficacissima thai boxe e i vostri venti incontri a tibie nude in classe A sicuramente vogliono dire tanto... ma è molto probabile che non dobbiate schivare il diretto preciso di un altro avversario con un guantone, bensì un ‘ganciontante’ con una bottiglia di un ubriaco che nell’aggredirvi vi cascherà pure addosso.” Con ciò evidenziando a chiare lettere la differenza tra uno scontro sportivo, duro purché sia, e il combattimento da strada: Figuriamoci se a dover sostenere un’aggressione sia chi si è principalmente formato a sollevare pesi!! (https://www.kombatnet.com/blog/difesa-personale-e-sport-da-combattimento/)



Allenarsi solo con i pesi è come prepararsi a un esame di matematica alle medie superiori studiando solo le tabelline. Serve? Certamente. Basta? Assolutamente NO. Sollevare pesi, isolare esercizi muscolari alle macchine, è come preparare la valigia per le vacanze: Ordinata e senza sorprese perché la riempiremo con quello che sappiamo serve in quella località. La pratica marziale, quella autentica, invece, è come praticare asana di Yoga su un tappeto volante durante un tornado!!

“Dobbiamo sforzarci senza sosta di sviluppare tecniche di simulazione sempre più realistiche affinché nel suo addestramento ogni guerriero possa interiorizzare un insieme di abilità che potrà poi esprimere in situazioni reali”. (Colonnello D.Grossman)

Molto più utile, per la salute quotidiana come per l’eventualità (per fortuna generalmente remota) di un’aggressione, è formare un sé - corpo che sappia agire, risolvere criticità, attivare stimoli sensoriali contestualizzati (1) non solo e non tanto resistere a carichi esterni.

E’ quello che facciamo qui, allo Spirito Ribelle.

Allenati a stare nel caos, 

non per fare sfoggio di muscoli davanti allo specchio

 

1. “Una persona che sale su un terreno instabile, che afferra, slitta, riorganizza il peso in tempo reale, attiva più reti neurali – e costruisce più competenza – di quanto accada in una seduta ‘programmata’ su una macchina isotonica. Perché l’apprendimento non è nel gesto in sé, ma nella complessità da risolvere” (R. Agus)

 


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