L’autunno porta sempre con sé
un sentore di raccoglimento, sottili lingue di introspezione, una lieve
malinconia che odora di abbandono.
Miti itinerari affettivi, indulgenti abitudini solitarie
vissute con garbate intenzioni. Un equilibrio precario tra l’abbagliante
ricordo dell’estate e la consapevolezza che il “generale inverno” chiama al
riposo, al letargo.
O, almeno, a grandi linee è così per l’artista guerriero
che, anche quando stritolato nelle fauci dei convulsi “tempi moderni” di
chapliniana memoria, evita con cura di esserne fagocitato e trova spazi
affrancati per godere della sua libertà.
Nella nostra pratica marziale, pratica Spirito Ribelle,
i mesi autunnali sono il riesumare percorsi passati, lontani o vicini, su cui
innestare nuovi e diversi impulsi di crescita, di formazione a quel corpo
marziale, sano di vitalità ed erotismo, che contraddistingue chiunque si
prepari al periglio del combattimento.
Sono mesi che affondano a piene mani nelle più antiche
pratiche taoiste ed energetiche provenienti dalla Cina e dal Giappone. Tra
queste Iron Shirt, la “camicia di ferro” (“Con il Chi Kung
della camicia di ferro, si acquisisce la capacità di aumentare il flusso degli
ormoni prodotti dalle ghiandole endocrine, rafforzare il sistema immunitario e
dare un senso di benessere generale” Maestro Mantak Chia); Shoshuten,
il “piccolo circuito” come studiato dal Dr. Yayama, primario della divisione di
oncologia dell'ospedale generale della prefettura di Saga, e diffuso dal
Maestro Tokitsu Kenji, integrate da moderne pratiche occidentali sul respiro
che, oltre bronchi, polmoni, bronchioli e alveoli, investigano la respirazione
di ogni cellula (“nei mitocondri, il nutrimento in forma di O2 viene utilizzato
per produrre l’energia di cui abbiamo bisogno” E. Parrello, docente di Body
Mind Centering); sulla consapevolezza motoria e fisicoemotiva attraverso cui
leggere” i tratti costitutivi ed il meccanismo che lega la forma del
movimento alle sue proprie leggi naturali così come alle spinte interiori, alle
pulsioni e ai significati interni”
(https://associazioneref.org/event/lanalisi-osservazione-del-movimento-in-danzaterapia-secondo-il-metodo-laban-kestenberg/).
Consapevole che tutto è vano se
e quando non si vogliono aprire gli usci, lasciar cadere le maschere, questi
sono mesi di costruzione Hon, “fondamentale”, del corpo
fisicoemotivo e delle sue prime esplorazioni anche di contatto e scontro.
Per questo Suishou, “premere e tirare”, Maki,
“avvolgere”, Sujin te, “la mano che cerca.
L’autunno e poi l’inverno come mesi di pratica
profondamente formatrice di esperienze motorie atte a comprendere cosa e come
io sarò dopo, cosa e come tu sarai dopo e costruirne le fondamenta.
Netta la percezione che è presente, sta per emergere,
segreta ancora perché ancora solo intuita, la figura adulta, autodiretta, del
guerriero ribelle. E sarà l’accoppiata sincronia e armonia gestrice di atti
motori tanto efficaci quanto belli da vedere.
Con la primavera, vecchi e nuovi
giochi, strategie lineari del Wing Chun, strategie circolari del Pa
Kwa e Hakkeshou, poi Hakkei e Kumite
dal Taiki Ken: Nuovi colorati fiori verranno a sbocciare. Ma c’è
ancora tanto lavoro da fare, tanta passione e gioia da spandere a piene mani.
Come ogni anno, come sempre.
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