giovedì 13 marzo 2025

“Su” che è l’attesa, il nutrimento ed il rapporto con il passaggio di grado

 Esagramma sopra Kkann, l’Abissale, Acqua, sotto Kkienn, il Creativo, Cielo.


LI King / I Ching, l’antico Libro dei Mutamenti,  in questo esagramma narra che tutti gli esseri necessitano di un nutrimento che viene dall’alto, ma il dono arriva solo in un certo momento ed allora tocca aspettare. Il segno si mostra come nuvole in cielo che portano la pioggia per rinfrescare ciò che di acqua abbisogna per crescere e per dare agli uomini cibo e bevande. Un aspettare necessario, fatto dentro di forza e davanti di pericolo.

Per Giovanni “Vanni” e Matteo, dopo oltre un anno di pratica, arriva la consegna di diploma di Quinto Kyu.

Perseveranza, entusiasmo e voglia di comprendere. Non è mai mancata la curiosità, le domande, durante il corso e prima e dopo, come nei piccoli momenti conviviali, gambe sotto un tavolo.




Giovani capaci nel loro vivere quotidiano e professionale. Giovani così diversi da quelli che si ubriacano di narcisismo, di like e cuoricini sui social, dove accampano pretese di dire sempre la loro e in modo sprezzante su qualsiasi cosa accada in prossimità o nel vasto mondo (1).

Gli stupidi sono sicurissimi e gli intelligenti pieni di dubbi” (B. Russell), espressione che io condivido appieno.

Ah, piccola digressione: Non credo sia altrettanto per i vari Maestri e Sifu che affollano il nostro piccolo mondo marziale. Propugnatori di verità assolute e certezze, non coltivano dubbi e dunque lungi da loro instillarne negli allievi. Posizione legittima, certo, non fosse altro perché in sintonia con questa società tracotante delle verità vere ed assolute, urlate ad alta voce.

Io però sto con lo scrittore Hans Magnus Enzesberger, secondo cui il monaco cistercense aveva trecento nozioni, sapeva collegarle tra di loro e dunque aveva cultura, mentre la parrucchiera di Hannover aveva tremila nozioni tra nomi di tinture e di cantanti, ma non aveva cultura.

Insomma, “Ogni alba ha i suoi dubbi” scriveva Alda Merini, e mi pare una buona compagnia.

Vanni e Matteo condividono il percorso Spirito Ribelle, quello intessuto di dubbi, di ricerche, di avanzamenti ed arretramenti. Condividono il lavoro sul corpo come Leib, corpo vissuto, abitato, dove l’intelligenza sensibile del corpo si misura con l’altro, dove dinamiche percettive e senso – motorie sono emozioni in azione.

Confido vivano ancora per tanto tempo il clima culturale, fisicoemotivo, dello Spirito Ribelle. Comunque andrà, un grazie di cuore per quanto ci stanno donando.

I shin den shin





1. “Sono una gran tifosa dei social come sfogatoio di disadattati che in loro assenza accoltellerebbero i parenti o i passanti, e invece possono cantargliele a gente che non hanno mai visto ma che, essendo appunto disadattati, percepiscono come parte delle loro vite”. Ed ancora  E’ la stessa generazione che pubblica i propri penzierini contro gli aerei privati sui social i cui server inquinano ben più degli aerei privati, e quando si sente sola parla con Chat Gpt, ogni risposta della quale consuma e inquina molto di più delle macchine diesel, con la differenza che quelle puoi discriminarle non facendole entrare in centro, ma ai ventenni mica puoi dare dei coppini ogni volta in cui chiedono a Chat Gpt come risolvere il fatto che la migliore amica non è empatica coi tuoi problemi di universitaria” (G. Soncini, dai suoi articoli in L’Inkiesta).

 

mercoledì 12 marzo 2025

Laban Movement Analysis

 


Quando danzo, come credo succeda a tutti, mi sento libero di corpo, libero di Leib: Corpo abitato, corpo vissuto. Io che vivo di emozioni e non mi trattengo nell’esplicitarle, danzando le esprimo di corpo tutto, non solo con le parole. Danzare consente di entrare in contatto con il mondo emozionale dell’altro e lo fa apertamente e profondamente.

 

Se, poi, il danzare scorre negli argini e nelle correnti di un metodo, quello creato da Rudolf Laban, che analizza il movimento umano dentro il contesto quotidiano definendo ciò che già è proprio nell’uomo: corpo, azioni, dinamica di un movimento, spazio utilizzato e creato dal movimento e relazioni che si vengono a creare con se stessi, con gli altri e con l’ambiente, il danzare diviene importante strumento di conoscenza e trasformazione del “come” agisco di corpo nello spazio e nell’interazione con l’altro da me.

 

(omissis)

Scegliere di entrare nella guardia dell’avversario (quella che Laban chiama chinesfera) secondo percorsi centrali, diagonali, periferici; amalgamare nella forma Tai Chi Chuan flusso libero e flusso controllato; Giocare di peso forte e peso leggero negli scontri corpo a corpo; meditare attraverso uno “stato calmo”, sono solo una minuscola parte del tesoro che il Laban Movement Analysis mette a disposizione di un praticante Arti Marziali che voglia migliorarsi e perfezionare la sua gestualità e la sua resa in termini di salute ed efficacia / efficienza.

 

 (omissis)

                                                           Vuoi saperne di più su questo metodo

                                                    particolarmente affascinante ed utile

                                                  ad ogni praticante di corpo e movimento,

                                                     ad ogni praticante di Arti Marziali?

A fine mese, torna sul mio blog e tieni d’occhio l’uscita di SHIRO Febbraio - Marzo, la rivista del clan Spirito Ribelle.

 

 

sabato 8 marzo 2025

Il mio pensiero di Marzo

 

Sono flussi diversi: esterocettivi, propriocettivi, vestibolari, visivi, uditivi, palatali, olfattivi, sessuali. Il loro amalgama consente una vita equilibrata e serena. (1)

Quali sono i modi per affinare gli stimoli particolarmente deputati al movimento?

E’ sufficiente cimentarsi in esercizi ginnici, sollevare pesi, fare cardio?

E’ sufficiente applicarsi nell’esecuzione di esercizi e tecniche di Arti Marziali, qualunque essi siano?

Quanto importante è, con il “cosa” fare, il “come”? Un come che comprenda il corpo fisicoemotivo (2).

Investiti come siamo da stimoli che attivano parti e funzioni evolutivamente più recenti del nostro cervello (le aree corticali), come possiamo non perdere, di più, riattivare quelle aree più antiche, quelle che sanno di gestione del movimento, dell’equilibrio?

Come farlo attivando la rete emozionale, perché nessuno di noi è un automa?

Il corpo di ogni individuo, a prescindere ed ancor prima che pratichi calistenia, ginnastica in acqua, yoga o qualsiasi sport, come pure Karate, Judo, Sambo, Kali, Tai Chi Chuan o qualsiasi arte marziale, è sempre il corpo vivente (Leib), la persona stessa. E’ dunque un corpo intersoggetivo, sempre in relazione con le diverse parti di sé che lo compongono come pure dell’ambiente in cui opera.

“Se passiamo un certo tempo all’interno di un determinato assetto motorio, questo determinerà le sfumature (o il tono di base!) del nostro sentire, pensare, interagire” Scrive Vincenzo Bellia, (psichiatra e psicoterapeuta, fondatore della DanzaMovimentoTerapia nella sua corrente Espressivo Relazionale che ho il piacere di praticare da un quinquennio circa) in ‘Dove danzavano gli sciamani.

Significa essere consapevoli che muoversi, agire di corpo nello spazio, modifica sempre pensieri ed emozioni, così come lo scorrere delle emozioni, le modulazioni dell’attività psichica, i diversi processi relazionali, si esprimono attraverso eventi psicomotori: aprirsi e chiudersi, tendere a ed allontanarsi da.

Da oltre un paio di decenni ho modificato la mia impostazione di corpo e movimento 

da quella delle origini, 

nel lontano 1976, prendendo la direzione succitata.

Così, coinvolgendo gli allievi che mi accompagnano, mi preme, in me ed in loro, stimolare l’impiego soggettivo fisicoemotivo degli stili motori abituali confrontandolo con nuove esplorazioni motorie. Questo percorso diviene così esperienza, perché uno corpo non “abitato” (Korper) e una pratica di movimento non interiorizzata non vanno oltre una dimensione meccanica della pratica motoria, che sia “calistenia, ginnastica in acqua, yoga o qualsiasi sport, come pure Karate, Judo, Sambo, Kali, Tai Chi Chuan o qualsiasi arte marziale” non fa alcuna differenza. Restano pratiche alienate per attori manichini.

Va beh, “la vera camera ha l’entrata occultata, l’altra (la prima) resta vuota per deludere coloro che la visitassero” (Alessandro Ceni). E tu, stai cercando la ‘vera camera’ o sei appisolato sulle secche dell’abitudinario?

 

1.         Per saperne di più: ‘Sensazione Emozione Azione’ e ‘Pattern neurocellulari di base’ di B. Bainbridge Cohen, fondatrice del metodo Body Mind Centering che io pratico da circa sei anni; ‘Ghepardi da salotto’ di D. Riva, laureto in Medicina e Chirurgia, specialista in Pediatria e Medicina dello Sport, esperto di propriocezione ed entropia del movimento.

2.         Per saperne di più: ‘ Il corpo matrice di segni’ di G. Stefani e S. Guerra Lisi, fondatrice, quest’ultima, del metodo della Globalità dei Linguaggi.

 

 

lunedì 3 marzo 2025

Pa Kwa / Hakkeshou. Primo vortice e animale Il Drago.

 


“Ogni anima è terra di draghi, 

ogni fiore trema alla loro ombra”

(C. Parisi)


Il primo vortice, a disegnare con una mano il numero otto perpendicolare al suolo e con l’altra una percossa. A volte l’avvitamento e la spirale si avviano dal dito mignolo, il cuore, altre dal dito pollice, il polmone.

L’otto è il numero fortunato cinese per eccellenza perché la sua pronuncia “Ba” (Pa) suona molto simile alla parola “fa” che significa “fare fortuna”.

Anche nella nostra cultura il numero otto ha un posto di rilievo. Nella lingua italiana è palindromo: Da qualunque parte si inizia a leggerlo, è sempre uguale. È il numero atomico dell’ossigeno, l’elemento che rende possibile la vita. Otto sono i pianeti del nostro sistema solare e otto sono le direzioni della Rosa dei Venti. il suo segno grafico, ruotato di 90 gradi, diventa il simbolo dell’infinito.

Ci sono otto trigrammi (Ba Gua / Pa Kwa), cioè combinazioni di gruppi di tre linee continue e spezzate, alla base dei 64 esagrammi utilizzati in Cina per la divinazione fin dai tempi più remoti e descritti nell’antico testo noto come Yijing (trascritto a volte I Ching / I King), il Libro dei Mutamenti.

Ad esso fa riferimento l’Arte della salute e del combattimento che va sotto il nome di Ba Gua o Pa Kwa in Cina (in Giappone è Hakkeshou).

Arte di eterno movimento e di traiettorie circolari, ellittiche, spiraleggianti. Una volta iniziata, ci si ferma solo quando si è finita la pratica, ovvero ogni cambio di direzione, ogni passaggio da un animale all’altro, non contempla MAI il fermarsi sul posto. Se ti fermi, interrompi il ciclo Pa Kwa, non stai praticando Pa Kwa!!

Questo vale sia per i movimenti a vuoto nello spazio che per i push hands, le combinazioni e i cambi di direzione come il passaggio da un animale all’altro, le “applicazioni” di base e il combattimento libero.





Il primo vortice 

si accompagna all’animale Drago del Pa Kwa

Il Drago è animale imprevedibile; salta, si torce e ondeggia. Il suo organo è l'intero centro dell'addome e gli organi associati. Il suo membro della famiglia è il figlio maggiore e il suo attributo è Tuono. Poiché rappresenta il "centro", il drago rappresenta anche l'intero corpo che unisce lo spirituale (shen) con la terra.

Tradizionalmente è il custode della Perla della Saggezza ed è di sostegno alle persone coraggiose, che hanno visione e desiderio di portare cambiamento nel mondo.

Zhen / Cenn, l’Eccitante che è mobile e tuono: Una linea Yang cresce sotto due linee Yin e si erge forte verso l’alto. Movimento così prepotente da suscitare terrore. E’ il tuono che erompe dalla terra sconvolgendo tutt’intorno.

Il Pa Kwa è un’Arte di combattimento potente e collaudata nel tempo, le cui origini si fanno risalire all’addestramento delle guardie imperiali della dinastia Ch'ing. Comprende percosse a mani nude, calci, leve articolari, proiezioni al suolo ed uso di diverse armi, corte e lunghe.

La formazione marziale, proprio perché incentrata sul movimento continuo, porta abilità nello scontro non solo contro un avversario ma contro più avversari che attaccano da tutte le otto direzioni che ti circondano.






Allo Spirito Ribelle, in abbinamento alla pratica circolare del “Drago” Pa Kwa, pratichiamo anche diversi movimenti di salute ed energia (Chi Kung / Qi Gong in cinese, Kiko in giapponese) a lui ispirati, come “Le spire del Drago” e “Il Drago sinuoso”.

Sono movimenti atti a conservare forza e vitalità, agiscono sulla colonna vertebrale, riuscendo a migliorare l’efficienza dei muscoli spinali (i rotatori, i flessori e gli estensori), e più nel profondo, del tessuto connettivo e delle trentatré vertebre spinali.

Quando sostenuti da un attento lavoro sulla “Respirazione Testicolare”, influenzano positivamente la salute sessuale sia negli uomini che nelle donne. I movimenti sinuosi favoriscono l’energia sessuale e la circolazione del sangue e dell’energia interna.

“Le scaglie del drago più non risplendono;

Le ali della fenice qui sono state tagliate.

Nel passato com'era tutto elegante;

In quest'epoca com'è tutto così tortuoso!”

(Jiang Ge)

 









lunedì 24 febbraio 2025

Arti Marziali, nel solco della Tradizione

Eccomi ad usare, liberamente manipolandola, una frase dello scrittore austriaco Franz Grillparzer: “Se il mio tempo mi vuole avversare, lo lascio fare tranquillamente. Io sono venuto da altri tempi, sono uomo del secolo scorso, della metà del secolo scorso, e, se mai ci sarà un futuro dopo la morte, in altri tempi spero di andare”.

Pratico Kenpo Taiki Ken (1) e il respiro si muove nitido dentro il petto. Riscoprire ciò che mi è noto, come se fosse una sorpresa. Lo spazio tra il piede che si solleva appena in Mokabu e il piede che tiene.


La danza libera, Tanshu, nel creare frasi di corpo, tra accenti e sospensioni; tempo, che è intuizione, dilatato o accelerato; flusso, che è sensazione, fluente o controllato (2)… così scivolano una dentro l’altra metafore dal sapore oscuro, a volte abbaglio improvviso sono gli occhi penetranti di un lupo grigio, furtivo, dentro uno spazio che vibra di vita.

Praticare Arti Marziali dove esse sono ridotte a disperati tentativi di copiare e ripetere, vantandosene, certezze e fondamenta il cui perdersi nella notte dei tempi (3) dovrebbe già essere sufficiente a non crederle tali ma solo approssimazioni. Oppure dove esse sono campo per un’accozzaglia di tecniche, più ce n’è più se ne mena vanto, fino a crearne una propria dando un nome, (ovviamente asiatico altrimenti non si buca il mercato), ad una approssimativa tarsia “marziale” inevitabilmente priva di alcun riscontro realmente “marziale”, cioé di combattimento che è “vita o morte” e, in genere, priva anche di un’andragogia e didattica che sia tanto sperimentata quanto originata e proposta da un autentico e qualificato professionista dell’insegnamento e dell’aiuto: un coach, un counselor, un pedagogista, ovvero uno specialista dei processi educativi e formativi. Dunque al passo con i tempi nostri che non sono la Cina dei boxer e degli imperatori né quella pre - maoista, il Giappone dei samurai e neppure quello dell’immediato post seconda guerra mondiale (4)

Per me non è così.

Per me è praticare Arti Marziali asiatiche nel solco della Tradizione, issandomi, io nano, sulle spalle dei giganti che mi hanno preceduto e ben consapevole di essere italiano del terzo millennio.

Perché questi sono anni in cui invece si basa e si vanta la propria competenza su diplomi e certificati, rilasciati al canto di tanti soldoni da Maestri asiatici (a volte anche italiani!!) che solo così ti concedono di essere loro eredi, oppure ci si pone come contemporanei senza antenati, piccandosi di proporre un nuovo senza precedenti, che scarta ogni antefatto.

Io, invece, sto in quel margine, nascosto e fragile, abitato da pochi, in cui coltivo quanto so del passato marziale asiatico, Bujutsu e Budo, integrandolo con quanto scopro del contemporaneo, del praticare di corpo e movimento che marziale non è ma il marziale bene corrobora e col marziale bene si integra.


Body Mind Centering. Seminario "Equilibrio sistema nervoso e fluidi"

 22.02. 2025 

Io, Sensei come “nato prima” e non Maestro “che possiede la maestria”, Sensei come colui che accompagna lungo il percorso, che lascia il segno, nel solco del detto “Quando l’allievo è pronto, il Maestro arriva”. Convinto che chi è autenticamente capace di accompagnarti lungo la Via “Budo” non ti cerca né ti vende un prodotto, ma sei tu a cercarlo, tu a scegliere di pagare la formazione che ti offre.

Io, noi Spirito Ribelle, abbracciamo la Tradizione e la concezione tradizionale della Storia come ripetizione e insieme progresso, sorta di spirale che nei suoi tornanti rincontra somiglianze, analogie con la curva precedente, rinnovandola ed ulteriormente arricchendola. Dunque siamo lontani da chi intende Tradizione e Storia come immutabile perché sempre si ripete uguale quanto da chi la intende una linea retta che procede sempre e solo avanti.

No, i cerchi, con la spirale, sì tornano ma muta il centro che origina nuovi circoli, che approfondisce il sapere pregresso perché questi sia sempre più profondo, Neijia, nel corpo fisicoemotivo, nel sé del praticante. Questo era il sapere taoista o, nel solco della cultura a noi più vicina, è l’interpretazione che Francesco De Sanctis, critico letterario, saggista e politico, dava del pensiero di Giambattista Vico.

Allora sfilo lungo la piccola stanza che ospita il mio danzare guerriero, simulando, per quanto ne sono capace, l’incontro con l’antico spirito guerriero, specie di culo nudo della vita sfiancato dai morsi della morte, in immaginari duelli che mi azzannano la gola e la paura affonda nel buio più nero giocando a rimpiattino con la gioia di me corpo vivo che ancora sa muoversi, e lo fa, tenta di farlo, sempre meglio, sempre meglio, sempre meglio. Cercatore di domande, coltivatore di dubbi.

 

“Non ci sono più maestri, né discepoli. Manca lo stupore e la voglia di imparare. Prevale l’opinione sulle domande da porre. Tutti hanno persuasioni da mettere in campo. Chi ascolta? Nessuno. Il sapere di non sapere sembra sparito dal mondo”

(R. Panikkar, filosofo, teologo, scrittore e guida spirituale)

 

1https://taikiken.org/

2. Effort- Qualità di Energia Tempo (Intuiting) : decisione, intuizione, timing

Dilatato

Dilatato normale: tranquillità, impegno prolungato, dare il tempo ad un evento di compiersi,

aspettare il momento migliore

Dilatato estremo: andatura da lumaca, pigrizia, esitazione, essere titubante

Accelerato

Accelerato normale: animato, vivace, eccitante, urgente, pronto a cogliere l'attimo

Accelerato estremo: precipitoso, tendente all'isteria

Effort- Qualità di Energia Flusso (Feeling): sensazione emotiva, relazioni personali

Libero

Libero normale: essere cedevole, fluente, appassionato, semplice

Libero estremo: sfogo incontrollato, abbandono totale

Contenuto

Contenuto normale: attento, cauto, controllato, moderato

Contenuto estremo: costretto, limitato, inibito, represso

(in: ‘Piccola formazione in Analisi del Movimento Laban – Bartenieff” dispensa a cura di M. Sapienza consegnataci durante i seminari di formazione)

3. Scrissi già in altri post precedenti:

  • dell’oggettiva impossibilità di avere documentazione certa su cosa e come si praticasse in terre lontane migliaia di chilometri e secoli or sono, quando nemmeno potevi contare su foto e video.
  • così come più volte scrissi, attingendo all’antropologia, che ogni modello è culturalmente circoscritto. Dunque ha senso solo all’interno delle condizioni antropologiche, culturali, sociologiche, ecc. in cui si è originato, in riferimento ai bisogni ed alle aspettative della comunità che lo ha costruito; riproporlo uguale, immodificato, sarebbe assurdo.

O, come scrive il Maestro Tokitsu, documentandolo accuratamente, “C’è uno scarto notevole tra una narrazione e la realtà” (Arti marziali: trappole e illusioni)

4. Ogni volta che affronto quest’argomento, il mio pensiero va alla pellicola “Un americano a Roma”, con Alberto Sordi. Andrebbe fatta vedere a tanti presunti e rigidi fedeli “marzialisti” d’oggi, in particolare questa scena: https://youtu.be/aaZZxHiidNk

 

 

 

 

 

domenica 16 febbraio 2025

L’umano e il bestiale

 La prassi, parto sempre da lì: Prassi, che è corpo che respira, si muove tracciando geometrie delicate nello spazio, si ferma immobile espandendo vibrazioni, donchu, e poi riprende la danza del corpo artista guerriero.

A volte mi sento una pozzanghera che tenta invano di riflettere il cielo, dove perfino il vento sulla pelle mi nega l’illusione mescolando sempre il tempo con lo spazio.

Oramai da alcuni decenni, come ben sa chi mi accompagna, ho, da quelli che furono gli anni iniziali, lentamente e radicalmente cambiato l’impostazione, la struttura del praticare e del proporre la pratica: Da una forma ed una sostanza consolidata e rigida, simile a quel che c’è tutt’ora in giro in Dojo e Scuole, ad una trans-forma ed una sostanza flessibile, aperta al cuore pulsante della vita ed ai mutamenti dell’ambiente. Solo così mi sento di non tradire l’autentico spirito del Bujutsu e del Budo che era ricerca continua e verifica di quanto appreso.

“Essere una comunità di apprendimento che favorisce l’imparare, la capacità degli alunni di acquisire competenze e di saper vivere le proprie risorse nel contesto del mondo moderno”

(D. Novara)

Un cambiamento avvenuto lungo la storia di quell’autentica, ed unica nel suo genere, Scuola che fu lo ZNKR (1980 – 2019) continuato nello Spirito Ribelle (2019). Così offro una struttura che

  • ·         va consolidandosi plasticamente, dunque senza mai irrigidirsi, sclerotizzarsi, attraverso le mie continue ricerche di corpo e movimento, da cui emergono strumenti per la relazione (anche conflittuale che di pratiche guerriere si tratta);
  • ·         viene realizzata dai praticanti stessi nell'atto del fare.

Prassi di scoperta ed assemblamento in tempo reale e riproduzione nel “qui ed ora”, il nostro fare guerriero è un gioco tanto efficace ed efficiente quanto estetico; è percorso di individuazione, di crescita del sé, che cela la sua intenzione perché la ricerca si nutre dell’agire dei sensi, la base fisica dell'immaginazione, di quella che il filosofo Bachelard chiamava reverie.

Io per primo dubito di me e di ogni mio fare, aperto così anche a verità incontrate al di fuori di ogni mio sapere, perché, come scriveva un poeta tedesco “qualsiasi cifra prima o poi partorisce un moloch che a tempo debito ci divora”. E lascio ai sacerdoti, agli esegeti, del dogma e dello stile l’ammuffirsi su certezze dalle fondamenta già incerte e che il tempo corrode (1); e lascio agli improvvisatori, agli “apprendisti stregoni” il gusto di inventare quel che nessun duello reale ha mai testato, di sommare tecniche a tecniche come se un castello di carte potesse essere riparo alle intemperie.

Qui, allo Spirito Ribelle, ogni personale composizione di corpo e movimento è composizione dei cinque sensi più uno, l’intuito, quella percezione che ci immerge nell’accadere degli eventi e decifrarne la portata senza essere a conoscenza di ciò che sta realmente accadendo; capacità di accogliere quel che ci arriva dall’agire nell’ambiente senza deformarlo con le nostre convinzioni, dunque accogliere le sensazioni senza gli occhiali delle percezioni. Come a dire, nel taoismo, zìrán: "autenticità naturale".

Nascono composizioni spontanee che incrinano le nostre certezze su come ognuno di noi si percepisce e dà un senso al movimento, avviando invece una ricerca appassionata su spazio, tempo, flusso, gestualità e con essa il gusto di comporre una nostra personale esperienza.

Esplorazioni di corpo in movimento che invitano persone di tutte le età ed abilità a partecipare alle domande che provocano. Adulti vitali ed erotici. Artisti marziali.

 

1. Leggi sostituendo terapeuti con Maestri / Sifu: “Cos'è una scuola, un orientamento o un modello di terapia e da dove trae origine? All'inizio, qualcuno o un piccolo gruppo ha avuto un'intuizione 'originaria'. E' nata un'idea di come dar senso al parlare agli altri in un contesto terapeutico. Da questa esperienza carismatica originaria, l'originatore (uno o un gruppo) ha sviluppato creativamente ulteriori deviazioni e implicazioni fino a che è stato determinato un tessuto ben definito di comprensione (e persuasione). A questo punto, gli studenti e i seguaci richiedono che l'intuizione originaria e il relativo tessuto ermeneutico siano formulati in modo compiuto e messi per iscritto. Seguono, quindi, testi su testi su come interpretare e una seconda generazione di terapeuti si mette a litigare sui significati e sulle intenzioni originali del caposcuola. La moltiplicazione dei testi e delle prescrizioni dei rituali genera allora le istituzioni. E' qui che terapeuti a metà tempo continuano a destreggiarsi per raggiungere una posizione nella gerarchia di una burocrazia il cui scopo primario è mantenere e aumentare la proliferazione di strutture burocratiche” (B.P. Keeney in ‘La terapia dell’improvvisazione’)



giovedì 13 febbraio 2025

Contatto di mani, contatto di corpi.

 


Molti i giochi di contatto presenti nelle Arti Marziali, dei quali, del loro senso autentico, ho scritto più e più volte:

https://tiziano-cinquepassineldestino.blogspot.com/2022/12/souishou-push-hands.html

(22.12.2022)

https://tiziano-cinquepassineldestino.blogspot.com/2024/09/cosa-sono-push-hands-sui-shou-sujin-te.html (13.09.2024)

https://tiziano-cinquepassineldestino.blogspot.com/2025/01/rivoluzionarie-istruzioni-per-la.html

(22.01.2025)

A corredo di questo video, l’invito ad introiettare e fare proprie le immagini di mani e corpi a contatto, perché divengano pratiche corporee, incontri e scontri di corporeità vissute, esperite, abitate rifuggendo l’anedonia, dunque la mancanza di emozioni e sentimenti, che riduce l’incontro /scontro ad evoluzioni formali, ad asettici trucchi tecnici, quanto l’emergere incontrollato del delirio di onnipotenza, dell’ansia di prestazione in cui nessuno ascolta l’altro e la relazione che sta per nascere perché preso dall’ego più sfacciato, dalla prepotenza che si rifiuta di sentire.

Presta attenzione alle mani e alle braccia tue e dell’altro che si muovono, le une a contatto delle altre: Cosa si stanno comunicando? Le riconosci tue e dell’altro nel loro sforzarsi di percorrere traiettorie semplici verso il volto, il busto? Il loro essere morbide ed improvvisamente dure come pietra quando si posano addosso, contatto totale, in che viaggio concluso ti hanno condotto?

Il gioco di contatto, nella sua pratica che è androgica (1) quanto formativa, immerge i praticanti in tanta materia perché tutto l’individuo si identifichi nei sinestetici (2) risvegli mnemo – tattili. Anche nel quotidiano, tocca alle mani incontrare la realtà, le cose reali, gustandone e diversificandone fino anche a respingerne qualità e quantità nella memorizzazione tattile delle differenze.

Il gioco di contatto investe necessariamente la pelle, che è confine tra dentro e fuori, dunque creatore di forma che è limite di sé. Essa è l’organo più esteso del corpo e perciò in essa sono stratificate le emos – azioni vissute già nella vita intrauterina e poi una volta messi al mondo: Qualsivoglia contatto suscita memorie sinestetiche e sistemi simbolici.

Che si chiamino Maki, Suishou, Push Hands, Chi Sao, Sujin Te, ecco l’importanza del contatto di mani e di braccia. Ecco l’importanza di contatto di corpi Leib, che sono corpi vivi di uomini e donne vivi. O almeno è così che li intendiamo qui, allo Spirito Ribelle, piccolo clan di arti guerriere.

 

1.    1.  Andragogia, l'arte di accompagnare gli adulti ad apprendere; vocabolo più pregnante di “pedagogia” che è, invece, riferito ai bambini: παιδος (paidos: bambino).

2.   2.   “La sinestesia è l’associazione simbolica inconscia che ritrova le connessioni fra segni e simboli, affettivamente rinviati – rinvianti alle memorie del corpo” (S. Guerra Lisi & G. Stefani in ‘Il corpo matrice di segni’).