“Il segreto dell’arte
della spada? Il fulmine taglia il vento di primavera”

Poi, Bassano del Grappa. Il caldo è insopportabile, del
tutto simile all’afa di Milano. Ma la città è bellissima e i dintorni sono un
inno al canto dolcemente modulato della natura, tra montagne solide e fiumi
maestosi.
Uchi Komi, “allenarsi ad attaccare” senza sosta, senza tentennamenti.
Sempre avanti . Sempre kokoro (il cuore) oltre l’ostacolo, oltre l’avversario
che si para innanzi. Sempre shin ( lo spirito) a dominare l’impresa, a
pervadere il combattente. Attento, però, a non esagerare, a non negare
l’importanza, l’esistenza addirittura, dell’avversario puntando solo ed
unicamente la situazione dello scontro. Perché l’audacia necessaria ad
affrontare lo scontro non rotoli inevitabile verso la debolezza dell’arroganza;
perché silenzio interiore e potenza urlata nel corpo diano vita ad un
combattente che sappia essere insieme attaccante e schermidore.
Solo come
sempre, da anni è così. Lo spazio è enorme, intessuto da indefinibili
articolazioni dalle diverse tonalità di verde e marrone, ma mai frequentato. La
gioventù bassanese si ferma al piccolo bar dove finisce la strada asfaltata e
lì cincischia, tra spritz e chiacchiere frivole
Tutt’attorno,
i prati, gli avvallamenti, sono pressoché deserti.
Io mi
inerpico sino alla sommità. Da lì si vede tutta la città, ai piedi distesa e
disseminata per la valle intera.
Gli anni scorsi, qui fecero la loro comparsa, di nuovo, le
poiane, a girare in tondo, cerchi sempre più ampi, nel cielo terso.

Soppeso lo
tsuka. Avvolgo con pollice, indice e medio lo tsukaito, la sottile striscia che cinge stretta
l’impugnatura, mentre mignolo ed anulare la sostengono rilassati.
Tsukaito e
menuki ( questi ultimi gli ornamenti che, in realtà, fungono da appiglio per la
presa delle mani), “trapiantati” sul ken d’allenamento, mi aiutano a viverne
l’aspetto letale, a sentirlo katana, anche se è solo un “bastone”, un attrezzo
da allenamento che simula il katana d’acciaio.
Unificare
particolare ed universale, senza per questo mai confonderli.
I gesti
precisi, perché il taglio sia rapido e assoluto, non dia via di scampo.
Attraverso lo spazio con leggerezza e potenza insieme.
Il sudore
scorre copioso, mentre il sole pare vacillare all’orizzonte.
Abbandono il monte Crocetta.
Chissà, a
Settembre, se la ricerca avrà un buon esito. Se il katana d’epoca Shinto (1573
– 1703) su cui ho posto occhi ed attenzione sarà nelle mie mani. Se affiancherà
“Lama Danzante” ( il katana forgiato apposta per me dal coreano mastro
forgiatore Yong Soo Park) nella mia pratica Kenshindo.
Se sarò
degno, dopo 37 anni di pratica marziale, di cui 27 anche sulla Via della
spada, di praticare impugnando un autentico katana, “Nihon To Ken, d’epoca,
che la Via del Bushido, le mani di uno e più samurai, ha conosciuto davvero.
Settembre si avvicina. Scoprirò presto se ho realmente,
cuore e corpo, quei trent’anni di esperienza nella pratica della spada o,
invece, ne ho avuto uno solo moltiplicato per trenta volte.
Al di fuori della
Mente non vi è spazio. Quando si affronta un avversario non bisogna dipendere
dalla spada. Bisogna usare la Mente per colpire la Mente dell’avversario”
(M° Yamaoka Tesshu)
