Sabato 10 Maggio, terremo la
4° edizione de “La Notte del Guerriero”: otto ore di formazione marziale “non
stop”, dalla mezzanotte alle otto del giorno successivo.
Nei precedenti post ho
dapprima aperto lo scenario su quel che faremo, poi ho affrontato il modulo di
formazione dedicato al tai Chi Chuan.
In questo, offro una veduta
sul modulo di formazione dedicato al
Kenpo
A seguire, gli altri post sugli argomenti successivi.
Chi si è iscritto, avrà
un’idea di cosa lo attende, chi non ci sarà … avrà un’idea di cosa si è perso
!!
Attendo commenti,
suggerimenti, critiche, domande e quant’altro.
E'
ragionevole sentirsi meglio,
diventare
più forti e vivere con entusiasmo la propria vita.
Se
non ci sentiamo meglio,
non
diventiamo più forti e lo studio non porta entusiasmo nella nostra vita,
allora
non si tratta di boxe.
Non
importa che conosciamo o no la storia della boxe:
dobbiamo
valutare se ci conviene impararla
e
se corrisponde alle esigenze della nostra vita.
(M° Wang Xiang Zhai)

Come rilevava Jean Piaget, psicologo e pedagogista, il
bambino costruisce la sua realtà attraverso il fare, l’agire esplorativo,
invece di formarsi un’immagine delle cose e del mondo mediante le sue
percezioni e poi agire di conseguenza.
Fare,
e poi fare, attingendo alle risorse inconsce che ognuno di noi ha ed affidando
a loro il compito di affrontare i
problemi. Perché è il funzionamento conscio che interferisce con
quello inconscio, negando a quest’ultimo di
adeguare il comportamento dell’individuo a quanto gli richiede la
situazione, la relazione, l’ambiente.
Molto più bambini e meno … seghe mentali !!
Scopo della pratica sarà quello di far sì che il
praticante si riprenda la capacità di combinare il potere al volere, il modo di
agire alle motivazioni, di rendere spontaneo il comportamento che richiede uno
sforzo di volontà.

Occupare lo spazio, quello all’interno del nostro corpo e
quello al di fuori. Riconoscendo l’Aji, il potenziale, di ogni nostro
spostamento. Lavoreremo sul “bersaglio”
non solo come tale, ma anche in relazione allo spazio che, verosimilmente,
questi potrà occupare. Uno spazio che, nel mentre ci separa, anche ci unisce.
Cercheremo di stare in una posizione di forza (Atsui),
sia dentro il nostro corpo che nello spazio, per limitare le risorse
dell’avversario. Così, la nostra prossima azione sarà Tsugi no Itte, la
migliore.
Testeremo tutto ciò sia confrontandoci liberamente con un
compagno nel jiu kumite, il combattimento libero, sia nel gioco del “cerchio
dei lupi”.
Faremo del Kenpo, per chi lo vorrà, una sorta di terapia
del confliggere, del cacciare, in cui la
preda vera, reale, non è certo chi ci sta davanti ma noi stessi. Per
crescere.
“Il Go sta agli scacchi, come la filosofia sta
alla contabilità della partita doppia”
(Trevanian)
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