“Non illuderti che il nemico non arrivi, ma
tieniti sempre pronto ad affrontarlo. Non illuderti che il nemico non attacchi,
piuttosto fa in modo di essere inattaccabile. Questa è una regola fondamentale
dell’arte della guerra”
(Sun
Tzu: L’arte della guerra)
Mbeh ?
In base a cosa il generico riferimento (sempre che sia reale) ad un’università U.S.A. darebbe qualità a questo corso di Chi Kung ?
Notate, poi, il sapiente uso degli aggettivi: “famoso”. Non “qualificata”, quanto “famosa”. Famoso è aggettivo che ci accompagna quotidianamente, famosi sono gli attori ed i calciatori e gli individui tutti che “appaiono”, che si “distinguono”. L’essere “famoso” è l’obiettivo da raggiungere; “famoso” diventa, subdolamente, sinonimo di “qualità”, di “successo”.
Aggiungetevi, poi, l’astuzia dell’appellarsi ad un’università U.S.A. Che credito avrebbe scegliere un’università cinese ? Ci verrebbero subito in mente le “paccottiglie”, le “cineserie”. Solo uno sforzo di indipendenza intellettuale ci ricorderebbe che molte delle nostre automobili, dei nostri computer, dei nostri cellulari, funzionano ( e bene !!) perché costruiti con la tecnologia cinese. Poi, dai !, in Cina, vai lì e te la comperi una laurea, nelle prestigiose università U.S.A, nella superpotenza che ci ha salvato dal fascismo e ci ha dato jeans e rock, laddove peschiamo a piene mani per fare cultura e costume, questo non sarebbe possibile ( o no ?!).
Ecco la furbata: un’università americana fa molto “qualità” ed è rassicurante.
Cosa lega, in realtà, ovvero di qualificante, questa università al corso suddetto il volantino non ce lo dice: lo fa automaticamente la nostra mente. Essa è programmata, nei secoli e per poter sopravvivere, a creare automaticamente connessioni che, nella realtà, non vengono esplicitate. Sovente, ciò che ci persuade è nascosto, anzi, più è nascosto o genericamente accennato / accostato ( un corso di arti cinesi ed una università U.S.A.) maggiore è il suo potere di persuasione.

Non meno importante: su chi fa presa questo richiamo alla “strada” ? Non a caso, ora che i dissidi tra i due fondatori ( ah, il business ed il richiamo dei soldi !) ne hanno martoriato l’iniziale successo di praticanti e indebolito l’aurea di invincibile durezza, qualcuno, ironicamente, ne ha scritto: “nata in strada e morta nei salotti”. Perché, come mi permetto di credere ben sapessero i businessmen fondatori, questo richiamo alla “strada” avrebbe fatto preso su anonimi impiegati, giovani studenti gonfi di testosterone, fanciulle e maschietti in cerca di protezione e sicurezza, di sfogo per uscire, almeno un paio d’ore a settimana, dalla banalità del vivere quotidiano. Clienti disposti a spendere per un corso che li avrebbe attrezzati a difendersi per strada. E non poteva essere altrimenti, se praticavano qualcosa “nato in strada” !! Delinquenti e clochard, rom e globe trotter, quelli che “in strada” ci vivono davvero, mi sa che non erano clienti !!
Insomma, non c’è necessità di mentire quando è più semplice lasciare che le persone si ingannino da sole; tessere complicate trappole, quando basta lasciare che la mente prenda da sola la via errata. Molte falsificazioni mentali sono create dalle “vittime” stesse e chi ha lanciato l’amo ne esce formalmente “pulito” fregandosi le mani e … gonfiandosi il portafogli !!

Insomma, anche quest’ultimo messaggio ci insegna: “Non dire falsa testimonianza, se puoi farne a meno” (M. Rampin).
Ora,se vi va, provate a riflettere su quante volte ,
nella vostra vita quotidiana, nelle scelte e negli acquisti di tutti i giorni,
vi siete fatti sedurre ed ingannare …
“Clinicamente testato”, anche se fosse vero, nessuno ci
dice il risultato di questi test !“Le merendine Appo Pappo non contengono nitrati”, e perché mai dovrebbero contenere nitrati ? Ovvero, nessuna merendina contiene nitrati.
“L’acqua Mao Mio facilita la diuresi”, perché, esiste forse un’acqua che non stimola ad orinare ?
Bene, questa velenosa arte di seduzioni ed inganni mi è nota da circa una quindicina d’anni e, fino ad ora, mi sono limitato, (più o meno, dai !!) a difendermene, a smascherarla per uscirne indenne.
Ora, voglio provare a giocarci anch’io.
Sul prossimo numero di SHIRO, troverete la frase “Nessuno più di noi”. Affermazione pretenziosa e orgogliosa, che ostenta superiorità.
Ma, “più” di cosa ? “Più” di che ? Attenzione, non ho mentito: “Nessuno più di noi” è in via D’Orsenigo 3 a proporre Arti Marziali; “Nessuno più di noi” ha un docente che si chiama Tiiziano Santambrogio; e potrei continuare, ah ! ah! ah!
Aspetto di incontrare qualcuno che, in sintonia con l’autonomia di pensiero, mi chieda “Nessuno più” di che ? Di cosa ? Ossia, e vi svelo il “segreto”, ho affermato una verità generica, ossia ho intenzionalmente escluso di completarla con delle affermazioni che ne circoscriverebbero, ne limiterebbero, il significato. Ho lasciato che la mente del lettore corresse alla conclusione che più gli aggrada e che, tendenzialmente, lo porterà ad escludere che ci siano altri al nostro pari (nella qualità della pratica ? nell’efficacia in combattimento ? spontaneo immaginarlo, visto che la scritta campeggia in un foglio che pubblicizza una Scuola di Arti Marziali)
Ma questa sopra è solo una delle trappole che ho teso nelle nostre pubblicazioni più recenti: riuscite a scoprire le altre ?
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