A volte capita di incontrare uno per strada e quello, dopo
un primo “Ciao!”, si affretta a dirmi che presto tornerà in Dojo.

Non vieni più? Che tu sia sparito magari senza dire nulla o mi abbia propinato dei motivi a cui nemmeno tu credevi, che invece tu ti sia allontanato perché sinceramente ritenevi concluso il tuo percorso insieme e insieme ne abbiamo parlato … Bene. Hai avuto le tue buone ragioni. Ora, se stiamo fermi uno davanti all’altro, se nessuno dei due ha ripreso il proprio cammino dopo il rapido “Ciao!”, sarà per dirci qualcosa di noi, del nostro stare al mondo. Sarà per sapere l’uno dell’altro ora, e non prima.

E penso a quelli che sene sono andati e tra loro anche chi
giurava “eterno amore”, chi si profondeva in frasi e gesti eclatanti. Penso
che, inevitabilmente, qualcosa, poco o tanto, sia rimasto loro dentro del
tratto di viaggio condiviso. Eppure, che si siano allontanati furtivamente o
che lo abbiano fatto apertamente, che si siano coperti di un manto di bugie o
che ci abbiano guardato dritto negli occhi non importa, hanno fatto scendere
una pesante coltre di silenzio, hanno cercato di nascondere le loro tracce.

Lo so, ognuno è fatto a suo modo. E ognuno risponde alla
sua di coscienza, che la ascolti o che, come un Pinocchio del terzo millennio,
la scacci a martellate.
Lo so, c’è chi ha scritto che l’amicizia è come il caffè:
una volta raffreddato, anche a scaldarlo, non ha più lo stesso buon sapore. Ma io resto convinto che se una e più volte ti sei mostrato nudo in pedana, se una o più volte hai scorto la nudità, nascosta o palesata evidente, dell’altro, se hai sbattuto in faccia all’altro i tuoi pugni, quelli fisici e di rancore, di rabbia e paura, se il tuo naso, le tue costole, hanno scricchiolato sotto i colpi dell’altro, se la tua pelle ha sanguinato sotto il tagliente dell’arma dall’altro impugnata, non può essere scomparsa ogni voglia, ogni desiderio, di fare un salto in quel luogo, di riavere davanti quegli occhi, di riascoltare quel battito di cuore e nel farlo, ascoltare come ora sono i tuoi di occhi, il tuo di battito.



Lo dico perché io, con Jorge Luis Borges, penso che” Ogni persona che passa nella nostra vita è unica. Sempre lascia un po’ di se e si porta via un po’ di noi. Ci sarà chi si è portato via molto, ma non ci sarà mai chi non avrà lasciato nulla.
Questa è la più grande responsabilità della nostra vita e la prova evidente che due anime non si incontrano per caso”.
Buona strada a te !!
Post
illustrato con fotografie scattate a Cesano Boscone, durante il tragitto a
piedi compiuto,
per
ragioni di lavoro, dal mio ufficio al Centro Sportivo Cereda.
Parole sante! Ogni tanto anch'io sono (per lo più ero) così....e ti dirò, di solito ci si rende anche conto di aver appena fatto una promessa inutile o di aver dato una giustificazione che nessuno ha chiesto...e di aver inevitabilmente fatto la figura del povero indeciso che non sa gestirsi la vita e prendersi le proprie responsabilità, quando sarebbe bastato mostrare interesse su come va attualmente il dojo (o il vecchio bar o la casa dell'amico) per dimostrare che qualcosa ti è rimasto e che ci tieni anche se non ci sei più
RispondiElimina