mercoledì 9 ottobre 2024

Maestro NO.

Non mi si adatta l’etichetta di “Maestro”, colui che ha raggiunto maestria, padronanza in una materia. Come a dire uno che è “arrivato”, che “sa e dispensa il sapere a chi non sa”.

Io non sono arrivato: Quasi cinquant’anni di pratica ininterrotta ed ancora “”So di non sapere”, per citare il grande Socrate. Ancora mi appassiono a cercare, studiare, tornare sui miei passi, modificare, rimestare, proporre nuovamente sapendo che ci sarà ancora altro da scoprire, altro che farà vacillare quanto imparato.

Per questo preferisco Sensei: “Colui che è nato prima”. Uno che è stato sorpreso dalla tempesta e invece di scappare a rifugiarsi al coperto è rimasto esposto alle intemperie; uno che il bosco lo ha attraversato, inciampando, cadendo, facendo incontri sgradevoli, ma ne è uscito più o meno indenne. Uno che non pretende di insegnarti né cosa incontrerai nel tuo di bosco, né quale sia il percorso migliore per attraversarlo, perché ogni bosco è personale e dunque diverso. Ma il Sensei è la testimonianza concreta e vivente che puoi stare dentro una tempesta senza affogarci, puoi attraversare un fitto bosco ed uscirne. E’ colui che può darti una mano a trovare in te stesso le energie e le risorse per farcela.

Per dirla con un termine “moderno” è un facilitatore: Chi ti accompagna sostenendoti nelle difficoltà.

Io, se proprio devo rifarmi ad una figura non proprio attinente alle Arti Marziali (o forse è attinente?) mi rivolgo all’immagine dello sciamano.

Nelle culture antiche, tradizionali, lo sciamano è chi, con pratiche corporee e riti, si fa mediatore tra l’individuo e il divino, tra uomo e cielo, tra il visibile e l’invisibile, tra il micro e il macro.

Come uno sciamano, il Sensei comunica attraverso riti, corpo e movimento per portare in superficie l’impulso interno (neijia) di movimento di ogni praticante, suscitando immagini esteriori ed interiori (quella che il filosofo della scienza Gaston Bachelard chiamava reverie) perché siano fonte di ispirazione corporea, gestuale, aprendo la strada verso stati di coscienza espansa che costruiscano un individuo equilibrato, autodiretto e capace di sostare nei conflitti, scoprendo Poteri Potenti e aprendosi tanto all’incontro con l‘altro da sé e con l’ambiente circostante quanto con il mistero grande della vita, con il Tao.

Questo è qui, allo Spirito Ribelle, il Sensei, colui che ti accompagnerà attraverso una pratica corporea a conoscere di te corpo per vivere bene, vivere meglio, per affrontare consapevolmente ogni scontro piccolo o grande della tua vita quotidiana,

O davvero credi che il potere delle Arti Marziali sia riducibile a gesti da imitare, ripetizioni da eseguire, cazzotti da sparare al sacco o sul volto del compagno, ossequiando un Maestro che sa mentre tu non sei nessuno perché non sai un kazzo?

Io, il Sensei, qui allo Spirito Ribelle, non insegno esercizi, io propongo esperienze motorie; non alleno, io accompagno il praticante a formarsi adulto guerriero attraverso il movimento.

 

“Se sapete che il vostro strumento siete voi stessi, conoscete anzitutto il vostro strumento, consapevoli che è lo stesso strumento che danza, che canta, che inventa parole e crea sentimenti”

(O. Costa, regista e pedagogista teatrale




 

 

 

2 commenti:

  1. Già! E lo tramandi perfettamente, non si arriva mai. Come puoi arrivare,quindi fermarti in un mondo in cui anche da morto ,fermo non sarai mai. La terra gira...
    Ai miei nuovi allievi dico lo stesso, inoltre Maestro è qualcuno che si erge al di sopra degli altri. Io invece credo che da loro imparo tanto, e sono nel cerchio come loro mi mette in gioco anch'io oltre a insegnare quindi perché dovrei ergermi al di sopra di loro?

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  2. Hai perfettamente compreso e la tua nuova "avventura" nella conduzione di altri dentro il mondo delle Arti Marziali rafforzerà quanto.
    Dato che nel nostro vivere quotidiano i conflitti vita o morte non sono all'ordine del giorno, tanto più per dei "civili", probabilmente il riferimento più vicino alla durezza di uno scontro si trova nel mondo del lavoro, nella lotta per emergere. Ecco quanto scrive in proposito Gary Hamel, uno dei più apprezzati intellettuali del business: ""Dobbiamo reinventare i nostri sistemi di management, così che possano ispirare le persone a sviluppare tutte le loro capacità nel lavoro di ogni giorno". E Walter Cristelli, manager delle risorse umane, aggiunge: "In questo suo lavoro Hamel ha individuato una gerarchia di capacità che contribuiscono al successo competitivo: Obbedienza, Diligenza, Intelletto, Iniziativa, Creatività e Passione. Proiettando queste capacità verso la capacità di creare valore si ottiene questo ranking: Passione 35%, Creatività 25%, Iniziativa 20%, Intelletto 15%, diligenza 5%, obbedienza 0%." Spirito Ribelle, SEMPRE AVANTI!!

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