Un mondo fatto di tenebre, rari i momenti capaci di guardare il cielo. Opere attraversate da passioni, dolori e strazi che si intrecciano con uno struggente desiderio di esplorare il buio dell'animo umano.
Palazzo
Reale, con l’amico Piero alla mostra dedicata a Edvard Munch,
artista
norvegese, ai più noto per l’opera L’Urlo.
Mostra davvero ricca di opere bellissime e pannelli
descrittivi ed esplicativi ben fatti. Molta gente nelle sale.
Pittore prolifico tanto quanto scrittore prolifico, egli
considera l’arte come uno sprofondare nei segreti dell’animo umano: “Nella
mia arte ho cercato di spiegare a me stesso la vita e il suo senso”, cercando
allo stesso tempo di “aiutare gli altri a chiarirsi la propria”. E
questo senza alcuna certezza, senza sicumera, ma tanta, tanta passione.
Nel guardare i suoi quadri, nelle stesse pennellate, mi
pare di cogliere l’elemento Acqua come fondamentale: “Le sue immagini hanno
la fluida liquidità dell’acqua, il cui tempo è dato dalle inclinazioni più o meno
rapide e veloci di strade, coste, alberi, corpi, capelli, vestiti: fiumi di
cielo sui fiumi” (S. Guerra Lisi e G. Stefani).
Inconscio come oscuro putridume in ogni pennellata che
lascia emergere avviluppando le figure senza scampo; un'umanità schiacciata,
moltitudine di individui, ognuno con il proprio carico di sofferenza.
Struggersi per l'angoscia dei desideri e nella disordinata
confusione dei ricordi, affiorano volti e corpi. Inafferrabili, impossibile
fissarli, inchiodarli dentro confini definiti… l’unico confine e la finitudine
della tela.
Addirittura Munch lasciava i sui dipinti esposti alle
intemperie perché si arricchissero di sporco, di pioggia, di lacerazioni
inferte da contatti casuali. La Natura e le opere dell’uomo in continua
commistione, scorrere del tempo che tutto modifica, anche corrode. D’altronde l’Acqua tanto si adatta quanto
modifica, a volte con impeto altre lentamente, tutto ciò che si illude di
durare immobile nel tempo.
La mostra, una volta terminata la visita, mi lascia un
intenso senso di vita, certamente non gioioso, ma forte e appassionato, anche
nelle sue pesanti Ombre.
Nel nostro percorso corporeo Spirito
Ribelle è abituale il contattare la “cantina” di ogni praticante, le sue
parti nascoste che si lamentano e ruggiscono nell’animo scansando la luce e il
pubblico giudizio. Così come ci sono abituali espressioni gestuali sinusoidali,
fluide, dilatabili; onde, vortici e spirali … Acqua.
Pensieri sparsi, riflessioni da scambiare con Piero. Più di
un’ora e mezza intensamente masticata e gustata davanti alle opere di un
artista eccezionale.
Una mostra da non perdere.
Palazzo Reale. Milano
14.09.2024 – 26.01.2025
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