venerdì 8 novembre 2024

Munch artista del tormento e del liquido

Un mondo fatto di tenebre, rari i momenti capaci di guardare il cielo. Opere attraversate da passioni, dolori e strazi che si intrecciano con uno struggente desiderio di esplorare il buio dell'animo umano.

Palazzo Reale, con l’amico Piero alla mostra dedicata a Edvard Munch,

artista norvegese, ai più noto per l’opera L’Urlo.

Mostra davvero ricca di opere bellissime e pannelli descrittivi ed esplicativi ben fatti. Molta gente nelle sale.

In Munch, il tormento, tra malattie fisiche e squilibri mentali, è terreno fertile per andare oltre un’arte puramente rappresentativa ed esprimere invece un’arte che origini dal sangue del cuore dell’individuo.

Pittore prolifico tanto quanto scrittore prolifico, egli considera l’arte come uno sprofondare nei segreti dell’animo umano: “Nella mia arte ho cercato di spiegare a me stesso la vita e il suo senso”, cercando allo stesso tempo di “aiutare gli altri a chiarirsi la propria”. E questo senza alcuna certezza, senza sicumera, ma tanta, tanta passione.

Nel guardare i suoi quadri, nelle stesse pennellate, mi pare di cogliere l’elemento Acqua come fondamentale: “Le sue immagini hanno la fluida liquidità dell’acqua, il cui tempo è dato dalle inclinazioni più o meno rapide e veloci di strade, coste, alberi, corpi, capelli, vestiti: fiumi di cielo sui fiumi” (S. Guerra Lisi e G. Stefani).

Acqua, liquame al tempo stesso diluente ed assorbente colori e materie, che nel tempo sgretola serbandone in sé l’essenza.

Inconscio come oscuro putridume in ogni pennellata che lascia emergere avviluppando le figure senza scampo; un'umanità schiacciata, moltitudine di individui, ognuno con il proprio carico di sofferenza.

Struggersi per l'angoscia dei desideri e nella disordinata confusione dei ricordi, affiorano volti e corpi. Inafferrabili, impossibile fissarli, inchiodarli dentro confini definiti… l’unico confine e la finitudine della tela.

Addirittura Munch lasciava i sui dipinti esposti alle intemperie perché si arricchissero di sporco, di pioggia, di lacerazioni inferte da contatti casuali. La Natura e le opere dell’uomo in continua commistione, scorrere del tempo che tutto modifica, anche corrode.  D’altronde l’Acqua tanto si adatta quanto modifica, a volte con impeto altre lentamente, tutto ciò che si illude di durare immobile nel tempo.

La mostra, una volta terminata la visita, mi lascia un intenso senso di vita, certamente non gioioso, ma forte e appassionato, anche nelle sue pesanti Ombre.

Nel nostro percorso corporeo Spirito Ribelle è abituale il contattare la “cantina” di ogni praticante, le sue parti nascoste che si lamentano e ruggiscono nell’animo scansando la luce e il pubblico giudizio. Così come ci sono abituali espressioni gestuali sinusoidali, fluide, dilatabili; onde, vortici e spirali … Acqua.

Pensieri sparsi, riflessioni da scambiare con Piero. Più di un’ora e mezza intensamente masticata e gustata davanti alle opere di un artista eccezionale.

Una mostra da non perdere.

Palazzo Reale. Milano

14.09.2024 – 26.01.2025

 

 

 



 

 

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