“Portare
una cintura nera non significa che sei imbattibile.
Significa
che non hai mai mollato, hai lavorato oltre il dolore,
hai superato le delusioni,
non ti sei perso nei tuoi dubbi,
hai affrontato le tue paure,
e hai imparato abbastanza
per renderti conto di quanto poco,
per ora,
conosci realmente”
Gli allievi praticanti |
La
sala, immersa nell’oscurità. Il silenzio, scosso dai respiri e dallo scalpiccio
dei passi.
Ognuno
di noi saprebbe certamente nascondersi dentro il buio che sta fuori, dentro il
buio che sta dentro, quello che danza incauto dentro e fuori dalle righe dei
guai e delle paure.Ognuno di noi potrebbe rubare la luna rossa della rabbia e del dolore.
Invece siamo qua, a masticare e sudare di Kenpo Taiki Ken.
Nessuno
parla: questa sera è il silenzio a farla da padrone. Nessun futuro trionfale né
piccola o grande impresa da appiccicare sulla bacheca del villaggio degli
scemi, né magia di moda di stampo orientale.
Solo
masticare e sudare di Kenpo Taiki Ken.
Troppi
i mesi senza praticare perché le movenze di Tina non siano appesantite, eppure
lei non molla, si impegna, c’è. Forte ringhia il “motore” di Giovanni, che ogni
proposta è una salita ripida, scoscesa, a cui lui si accosta deciso a capire, a
provare, a riuscire. Sento gli sforzi
sinceri di Renato, vedo Valerio immerso nei suoi giochi di bacino,
Francesco si sbatte concatenando pugni e calci, Celso ansima, suda, colpisce
più forte che sa, Davide cerca un’ardita coniugazione tra la sua rapidità e la
forza di gravità che lo trattiene al suolo.
Ognuno
mastica e suda di Kenpo Taiki KenLa buona tavola |
Questo
giorno è un altro giorno, nessuno lo può saltare, tantomeno chi è qui stasera,
chi è qui a ripercorrere la nascita per poi morire. Due ore di buio e di
silenzio, una candela rossa accanto ad una statua sfregiata da vernice che
colora di sangue. Nascere per poi morire, questo è Stille Nacht, il Natale,
l’anno nuovo del guerriero che mastica e suda di Kenpo Taiki Ken.
E
poi rinascere, forse, probabilmente, diverso. Senza un alito di vento fuori, solo vento forte, di tempesta, dentro. Vento che cambia il tempo, le stagioni come il suo stesso scorrere. E lo fa solo per sempre, in un istante che resta lì eternamente. Paradosso, schiaffo in volto ad ogni logica, ad ogni sequenza matematica.
La
vita non ascolta, mai. Allora siamo noi a lanciarle il guanto di sfida, persino
a sfidare noi stessi, tra immense posizioni di Chi Kung e repentini spostamenti
ad aggredire. Sfidiamo il monotono ripetersi delle cose e degli eventi, la prigionia
di fughe e diversità che sono solo sparute ore d’aria in un ergastolo infinito,
le colpe proiettate sugli altri e il volgare consumo senza uso.
Sfidiamo
il nostro essere bambino capriccioso che pretende sempre attenzioni ed amore
incondizionato; il nostro essere adulto, egoista irriducibile, incapace di
condividere il mondo suo e degli altri;
il nostro essere genitore sistematicamente punitivo o paternalista, asfissiante
o assente, sovente squalificante.Sfidiamo, mentre mastichiamo e sudiamo di Kenpo Taiki Ken.
Si
accendono le luci e con loro i sorrisi e le parole.
Abbiamo
lottato, non certo per un compenso, e quale mai ? Abbiamo lottato per amore, per conoscenza umana di noi stessi e per l’erotismo sano e pieno che dà il vivere. Vivere da guerriero, a vegliare quando gli altri dormono, quando costoro fanno del loro giorno un’unica, continua, indistinta notte.
La
tavola offre cibo e birra e vino.
Attorno,
i guerrieri dello Z.N.K.R., uomini come tutti. O forse no.