Ogni tanto, un allievo, un conoscente, mi chiede cosa ne penso del tal Maestro, del tal insegnante, di questa o quella arte o sport di combattimento, di quella pratica di fitness.
Cosa posso rispondere?
Io mi occupo di intelligenza
motoria, di pratica sensomotoria, di apprendimento e sapere radicato dentro
il corpo fino a livello cellulare e, come tale, che investe ogni aspetto
dell’individuo: quello fisicoemotivo, quello mentale e, per chi lavori “di
fino”, quello spirituale.
L’acero non sa se diverrà violino, le inesattezze di oggi domani
incontreranno una verità.
E’, il mio, un percorso concreto fatto di respiri e sudore,
di contatto lieve e scontri aspri, di cuori che battono all’unisono per
scomporsi in assoli di musica jazz, in danze che chiedono invenzioni e non
soluzioni già pronte.
Penso a Miles Davis, Max Roach, Chet Baker che furono
animatori del cool jazz, intrattenendo rapporti col movimento letterario
beatnik e sovversivo di Jack Kerouac e Allen Ginsberg, alla possibile
commistione con Archie Shepp e il suo free jazz, quello tanto vicino al
movimento del Black Power, delle Pantere Nere, ai moti rivoluzionari, Sheep che
fu artista capace di tessere musica pregiata con un rocker e bluesman come
Frank Zappa.
Penso al talento coreografico ed alle innovazioni nel
movimento di Rudolf Laban, alle mani dentro il cuore nelle danze di Martha
Graham, fino alle ricerche in cui ogni magia trova significato in altra magia
di Merce Cunningham, laddove l’individuo, con la conoscenza di se stesso, si
misura anche con ciò che sta al di fuori: spazio e tempo.
Per restare al panorama italiano, lascio campo a Orietta
Berti, Paola e Chiara, Alessandra Amoruso, Fedez, Claudio Baglioni, Eros
Ramazzotti, Ghali e J - Ax, che canticchiarne una canzoncina sotto la doccia è
pure un allegro passatempo.G. Courbet "I lottatori"
E sarà pure piacevole vedere “Ballando sotto le stelle”.
Ma …
Io palpeggio incertezze mentre
mi fletto e mi estendo, inseguendo le curve di una schiena, consapevole che
ergersi sfidando la gravità corrisponde ad accollarsi il peso esistenziale, il
peso del vivere: la postura mostra sempre il modo in cui tale funzione è
svolta.
Mi apro a sentire il tempo che scorre sul petto, che la
qualità più eccitante del gusto è l’attesa.
Ogni volta che pratico c’è un movimento, un gesto, di cui
non ricordo il senso e il cui suono riverbera un motivo intuito a sprazzi, familiare
una volta, ora dimenticato.
Tendo alla fluidità potente sperimentata una volta sola in un
incontro buttato fuori poi manipolato, ascoltato perfino nello scroscio di
emozioni selvagge, di un intuito capace, come serpente, di mutare la sua
vecchia pelle sulla terra, come lupo feroce, di affilare i denti sulle cortecce
di lacrime.
Shiva danzante |
Sono convinto che sudare e
sfogarsi correndo, saltando, pestando un sacco, senza che questo abbia alcun
senso ieratico, alcun senso di presenza e ricerca di sé, sia l’autodromo dove
macchine rumorose ed assordanti vanno sempre più rapide senza andare in alcun
posto.
Se pratico, e propongo ad altri
quel che pratico, è per emozionarmi ed entrare in Poteri Potenti, perché
sono in transito in questa vita. Per gli individui felici che sorridono alla
luce giorno e per chi, la sera, vacilla colpito alla nuca.
Pratico, e propongo quel che pratico, per ogni individuo
schiacciato contro un muro di indifferenza e per ogni individuo alzatosi in
piedi in attesa di avanzare.
Pratico, e propongo quel che pratico, per inoltrarmi,
solitario o con altri al fianco, nell’enigma del corpo che respira: energia
di vitalità ed eros sperimentata attraverso l’espressione autenticamente
personale.
E’ Poteri Potenti per chi, in questo breve tragitto
sulla terra, voglia vivere davvero.