Non mi si adatta l’etichetta di “Maestro”, colui che ha raggiunto maestria, padronanza in una materia. Come a dire uno che è “arrivato”, che “sa e dispensa il sapere a chi non sa”.
Io non sono arrivato: Quasi cinquant’anni di pratica ininterrotta ed ancora “”So di non sapere”, per citare il grande Socrate. Ancora mi appassiono a cercare, studiare, tornare sui miei passi, modificare, rimestare, proporre nuovamente sapendo che ci sarà ancora altro da scoprire, altro che farà vacillare quanto imparato.
Per questo preferisco Sensei: “Colui che è
nato prima”. Uno che è stato sorpreso dalla tempesta e invece di scappare a
rifugiarsi al coperto è rimasto esposto alle intemperie; uno che il bosco lo ha
attraversato, inciampando, cadendo, facendo incontri sgradevoli, ma ne è uscito
più o meno indenne. Uno che non pretende di insegnarti né cosa incontrerai nel
tuo di bosco, né quale sia il percorso migliore per attraversarlo, perché ogni
bosco è personale e dunque diverso. Ma il Sensei è la testimonianza
concreta e vivente che puoi stare dentro una tempesta senza affogarci, puoi
attraversare un fitto bosco ed uscirne. E’ colui che può darti una mano a
trovare in te stesso le energie e le risorse per farcela.
Per dirla con un termine “moderno” è un facilitatore: Chi
ti accompagna sostenendoti nelle difficoltà.
Io, se proprio devo rifarmi ad una figura non proprio
attinente alle Arti Marziali (o forse è attinente?) mi rivolgo all’immagine
dello sciamano.
Nelle culture antiche, tradizionali, lo sciamano è chi, con
pratiche corporee e riti, si fa mediatore tra l’individuo e il divino, tra uomo
e cielo, tra il visibile e l’invisibile, tra il micro e il macro.
Come uno sciamano, il Sensei comunica
attraverso riti, corpo e movimento per portare in superficie l’impulso interno
(neijia) di movimento di ogni praticante, suscitando immagini
esteriori ed interiori (quella che il filosofo della scienza Gaston Bachelard
chiamava reverie) perché siano fonte di ispirazione corporea,
gestuale, aprendo la strada verso stati di coscienza espansa che costruiscano
un individuo equilibrato, autodiretto e capace di sostare nei conflitti, scoprendo
Poteri Potenti e aprendosi tanto all’incontro con l‘altro da sé e con
l’ambiente circostante quanto con il mistero grande della vita, con il Tao.
Questo è qui, allo Spirito Ribelle, il Sensei,
colui che ti accompagnerà attraverso una pratica corporea a conoscere di te
corpo per vivere bene, vivere meglio, per affrontare consapevolmente ogni
scontro piccolo o grande della tua vita quotidiana,
O davvero credi che il potere delle Arti Marziali
sia riducibile a gesti da imitare, ripetizioni da eseguire, cazzotti da sparare
al sacco o sul volto del compagno, ossequiando un Maestro che sa mentre tu non
sei nessuno perché non sai un kazzo?
Io, il Sensei, qui allo Spirito Ribelle, non
insegno esercizi, io propongo esperienze motorie; non alleno, io
accompagno il praticante a formarsi adulto guerriero attraverso il movimento.
“Se
sapete che il vostro strumento siete voi stessi, conoscete anzitutto il vostro strumento,
consapevoli che è lo stesso strumento che danza, che canta, che inventa parole
e crea sentimenti”
(O. Costa, regista e pedagogista teatrale