La “Notte del Guerriero”
Otto ore di formazione marziale “non stop”dalla mezzanotte alle otto del mattino
28 e 29 Maggio 2016
Il percorso guerriero, che si snoda dal buio oscuro della
notte per scoprire il rosso dell’alba, è l'emozione di attimi imprevisti, è
l’erotismo vitale del tempo annusato, mangiato, digerito, poi lasciato andare.
Il vero pericolo è stare rinchiusi, è tapparsi le orecchie e il naso, è erigere
un muro là dove il vento non contempla sosta alcuna né alcuno ostacolo a
fermarlo.
Scendiamo, ventitre guerrieri, nello spiazzo, stelle e
luna strizzate da nuvole capricciose, chi a danzare Tai Chi Chuan, chi a giocare di insiemi che si incontrano e mutano
ad ogni alzarsi di voce.
Direzione ignota, non prevede sosta; solo un procedere
lento di corpi e respiri che affondano nel ventre, nel centro di ogni mistero. Una forte e speziata armonia di passato e presente, ricordando le strade fatte e liberi, curiosi, di prendere nuove direzioni.
Figure sfumate, contorni incerti nella testa di ognuno. Scoperte che inondano ventre e bacino. Le mani danzano e forse è l’ambiente tutto che danza intorno a noi.
C'è un vuoto per ogni pieno, un pieno per ogni vuoto. Ogni favola mostra un lieto fine che sempre nasconde una storia cattiva, che, forse, tanto cattiva poi non è se ti fa balzare sulla sedia e scoprire allo specchio quel buio che ti dimora dentro.
Finisce o magari si trasforma in un fiume in piena, dove l’amico che ti sta di fronte è tale solo se sa colpirti forte e duro.
E tu non chiedi perché, solo capisci che per imparare, per essere guerriero, hai anche da entrare nel territorio pugnace e letale del Kenpo Taiki Ken.
Se ribalti il mondo, lo specchio ti riflette, fino a frantumarsi in mille piccole schegge acuminate.
Ricomporle in un nuovo specchio, ricomporre un mondo che sia davvero il tuo, è danzare di acqua e di spirali, è scivolare sui lati del triangolo quanto tracciare rapidi balzi circolari sul terreno. Sono ondate di percosse che si susseguono senza sosta alcuna, sono trancianti colpi di bastone. E’ stare uno negli occhi dell’altro ad offendere, ingaggiando l’amico come fosse l’ultima tua chance.
Allora apprezzi il tuo essere artista, accettando il pauroso ed il coraggioso, il meschino e il generoso, accetti te.
Ti attende il Wing Chun Boxing, a scoprire che ciò che oppone una figura lineare ad una tonda è che non tutti i punti della periferia sono equidistanti dal centro.
Scoperta che sa irrorare la tua creatività, esplosa nel Kenpo Taiki Ken, per cimentarsi con la spigolosa e dura strada di quest’antica arte cinese.
Due ore di scontri a distanza ravvicinata, di gomiti ed avambracci che si fanno lame e punte, di un fluire impetuoso, a tratti arrogante, che non lascia spazio.
Il vento freddo della notte strofina il volto come carta vetrata, ma la pratica intensa, micidiale, ne disarma la durezza; quasi non lo sentiamo, gomiti e cuore proteso in avanti, ancora in avanti ad abbattere e distruggere.
Ci accolgono altre due ore “marziali”, due ore ancora per
costruire il proprio mondo interiore, dove è coraggioso e sincero guardare
avanti e insieme aprirsi agli altri.
I più giovani e gli adulti che rifuggono la potenza
dell’acciaio “lungo”, si cimentano in scontri e lotte a mani nude.Per gli altri … Kenshindo “La Via dello spirito della spada”.
Le prime la luci del mattino hanno più colori, noi spadaccini cerchiamo il silenzio in mezzo al vortice dei rumori.
Il katana stretto in mano, là dove il confine della tua pelle si mischia con la seta e la pelle di razza che ne avvolge l’impugnatura. Gli occhi socchiusi, in una lunga estasi che ci avviluppa e ci circonda.
Lampeggia l’acciaio temprato tra i colori incerti dell’alba, calano falciate letali.
A questo incrocio di scontro che non ha ritorno, di una lacerazione che non puoi più riparare, ti sorge il dubbio, ti chiedi dove si andrebbe con un passo in più, o un passo in meno.
Ma non c’è tempo per il dubbio. C’è solo la stuoia nuda davanti a te, gocce di acqua sporca a lambirne i fianchi, mentre il cielo rovescia in terra scrosci di acqua abbondante.
Tameshigiri, il taglio.
Puoi chiederti come faresti a vivere adesso solo, senza quel bagaglio di cose ed affetti e persone che ti stanno accanto e qualcuna dentro. Oppure puoi chiederti chi sei davvero, veramente, con quel bagaglio di cose ed affetti e persone che ti stanno accanto e qualcuna dentro. Puoi immaginare di rinunciare ai sorrisi ed ai dolori spesi in una vita, oppure puoi immaginare come sei davvero, veramente, dentro a quei sorrisi ed ai quei dolori.
E la lama piomba sulla stuoia. In un attimo tu sai. Forse è questo che tiene alcuni e molti lontano da Kenshindo, che alcuni e molti ha fatto scappare da Kenshindo: Che tu sai.
In cerchio, al saluto finale, le poche accorate mie
parole ai compagni di questo viaggio nella notte, ai compagni di danza e di
mano.
La consegna delle cinture agli allievi che cambiano di
colore. Un grande applauso alla loro fatica, alla loro personale “Notte del Guerriero”, a quei giovani
guerrieri ancora ragazzi che hanno affrontato il buio e l’incertezza e la
stanchezza senza mai cedere di un millimetro. Ognuno di noi è potente !! Ora ne avete la prova, la vostra
prova. Che sempre siate potenti, che sempre lo siate al servizio del bene,
della comunità, del dialogo e del confronto, anche aspro, ma sempre sincero. Al
servizio di Jitakyoei: “Tutti insieme per crescere e progredire”,
sapendo anche scegliere e separare, quando lo riterrete necessario ed
assumendovene la piena responsabilità.
C’è, poi, chi si lascia alle spalle gli studi che
mostrano i colori per fasciarsi i fianchi col nero, kuro, che non muta per
parlarci di magia e mistero, che in Giappone si contrappone e si confronta col
bianco, shiro, il colore della luce. Come a dire da oggi, Giovanni, il
tuo percorso si fa ancora più profondo, interno, che, appunto quel nero resterà
tale, un nero carico di potere, se sarai capace di portarne il fardello.
Chi questo fardello ha mostrato di saper portare, tra
errori, cadute, fughe vigliacche, ma sempre a testa alta, mai arrendendosi,
rialzandosi ogni volta ed ogni volta pronto a donarsi, è Valerio, il Maestro
Valerio, che mi onoro essere da decenni allievo fidato ed amico sincero. Il suo
nero è lì, a dimostrarne il valore, come la sua incessante pratica marziale,
solida, quotidiana. Il suo nero che da oggi, Domenica 29 Maggio, si accompagna
al diploma di Quinto Dan.
Sporchi, sudati, siamo al tavolo della colazione. Che,
come sempre, ogni avventura Z.N.K.R.
si chiude a tavola; amicizia e sorrisi, pacche sulle spalle e commenti arguti,
tra torte salate e dolci, formaggi e biscotti, creme di cioccolato e caffè.
Che
sempre siate fieri del Vostro vivere !!
Un enorme grazie ad
Elise, fotografa