La solitudine, ha una sua
solitudine lo spazio e in esso la danza di ogni corpo che fluttua, ogni respiro
che evapora. Ma tutte queste sono folla confusa se guardo dentro di me, nel
buco più profondo ed oscuro che divora emozioni e sentimenti.
In una società di superlativi
estremi, di spasmo verso il grande, il visibile, di ostentazione e
sfacciataggine, di adamantine certezze sparate ad minchiam su tutto,
sfugge il piccolo, infastidisce il piccolo, fa persino paura il piccolo.
Quel piccolo pensiero che si nutre di dubbi, che cerca ed
ascolta tentando di farsi un’opinione propria, forse fragile ma costruita
sull’apertura; sulla lettura, con i pieni, dei vuoti; sul terreno di caccia del
predatore attento a rispettare l’equilibrio ambientale, lupo affamato ma mai
stupidamente assassino e sterminatore.
Quel piccolo pensiero che si forma attraverso una serie di
prove fisiche, fisicoemotive, capaci di apporre qualità archetipe (1)
smascherando la pretestuosa indifferenza verso il piccolo, il dubbioso, verso
chi coltivi l’arte della domanda.
Sciocchi talebani del pensiero unico. Incapaci di
comprendere ed apprezzare l’intelligenza della tenerezza e della flessibilità.
O addirittura spaventati, nella loro crassa protervia, dal pensiero piccolo che
si fa forte del suo stesso essere minuscolo, forte del suo essere duttile,
persino imprevedibile.
Gli specchi non sono in grado
di offrire tutta la verità, dunque mentono, poco o tanto, mentono. Nascondono,
occultano.
Come piace, come rassicura questo. Come si sentono forti,
sicuri, che loro sono fatti così e non cambiano.
Ma, ad aspettarli al varco, poi
cambiano invece, (o si rivelano!?)! E il loro cambiamento cala certezze ancor
più grossolane, ottuse, costruite sul sentito dire, forti di convinzioni
costruite sulle sabbie mobili di un’informazione superficiale e sempre uguale
(quella che ripete e con ciò rafforza le loro convinzioni), e… da quando non
leggono un libro (2), un libro per intero? No, piuttosto spippolano e si
informano compulsivamente su fb o su instagram!!
Se il secolo scorso era il
secolo del complesso di Edipo, ormai siamo entrati nel territorio di Narciso,
del narcisismo (3): Colui (o colei) che nega il coinvolgimento nei
sentimenti condannandosi a rapporti manipolatori e inautentici, bisognoso
di essere riconosciuto e apprezzato.
Il pensiero piccolo, quello
acuto e fragile, quello flessibile che non si lascia incastrare nel comodo
sistema binario “o questo o quello”, ma danza lieve tra “e ed e”, quello che, con
un sorriso ed una domanda, sguscia dentro i sordidi muri del politicamente
corretto, delle convinzioni da bar o salotto del parrucchiere: Non è che sono
gli omosessuali a non saper riconoscere il diverso, per questo si buttano su
partner dello stesso sesso? Non è che la maldestra scusa imperante è l’abbattimento
dei confini, dei muri, così tutto, ma proprio tutto, diventa permesso? Non è
che quel che conta sono i diritti individuali, tutti nessuno escluso, e a culo
i doveri personali e i diritti sociali? Non è che siamo dentro uno stato
totalitario (4) che emana leggi presupponendo già la colpevolezza e
agendo dunque attraverso la minaccia di sanzioni penali e allora sì che si
spiegano le aberrazioni della riforma della giustizia o della legge Zan? Non è
che questa disordinata rincorsa alla Smart City copia pedissequamente lo stile
di vita del nord Europa ma non considera affatto la peculiarità della cultura,
che è costumi e pure architettura e ingegneria civile stradale, che è nostra,
propria della civiltà mediterranea, sorta di diabolico progetto biopolitico, sostenuto
da privati, che viene presentato come un destino ineluttabile, persino come
meraviglioso destino, per quelle città che non vogliano sparire dal mercato e
dunque DEVONO attirare investitori? Non
è che il vecchio Adorno (5) aveva ragione quando sosteneva che “I
movimenti fascisti sono le piaghe di una democrazia non ancora pienamente
all’altezza del proprio concetto” e dunque chi voglia realmente battere il
fascismo deve sporcarsi le mani con questa disastrata presunta democrazia e con
lo stato capitalista in cui essa espande i suoi effluvi corrotti? Non è che sul
lavoro, che renda liberi o meno, c’è chi ci prende per i fondelli scordandosi
l’art. 4 della Costituzione: "Il lavoro è un diritto del cittadino. Lo
stato deve offrire la possibilità a ogni persona di trovare un’occupazione che
contribuisca al progresso sociale; è quindi anche un dovere in quanto ognuno
deve esercitarlo secondo la sua competenza."?
Sì, c’è un buco, una voragine dentro, che mi divora ma, al
contempo, mi spinge, io Spirito Ribelle, verso domande, dubbi, pratiche
corporee e di combattimento, paradossali, diverse, curiose ed avventurose. Per
un pensiero piccolo dentro Poteri Potenti.
Meglio questa incertezza,
questo essere minoranza, che la massa prepotente delle amebe, del pensiero
unico, dei tuttologi, dei servi presuntuosi che si pretendono re e regine.
A volte, questo mi pesa, quando
tutto intorno a me va forte in un senso opposto, quando sono davvero solo.
Eppure io so che la dismissione di abiti mentali logori, il rifiuto della
livrea del servo, richiede passione, entusiasmo e tanta, tanta grinta.
Sì, noi siamo ciò che mangiamo, di cibo che è anche
cultura, informazione, pratiche corporee, relazioni affettive ecc. Ma siamo
anche ciò che ci divora …
1. “Jung intende per archetipo una struttura, una
configurazione della psiche, che può in modo del tutto autonomo e orientativo
dare forma a contenuti del pensiero, emozioni e comportamenti finalizzati negli
esseri umani” (http://www.psychiatryonline.it/node/8336)
“Per Carl Jung gli archetipi rappresentavano forme arcaiche
di conoscenza umana tramandata dai nostri antenati. Queste immagini e
proiezioni universali fanno parte dell’inconscio collettivo: è proprio sulla
base di questi archetipi che, per Jung, ereditiamo determinati modelli
istintivi di comportamento” (https://coachlucabertuccini.it/teoria-archetipi-jung/)
2. “Nel 2019 rimane stabile rispetto all’anno precedente il
numero di lettori di libri: sono il 40,0% delle persone di 6 anni e più (il
77,2% dei lettori legge solo libri cartacei, il 7,9% solo ebook o libri
online). A partire dall’anno 2000, quando la quota di lettori era al 38,6%,
l’andamento è stato crescente fino a toccare il massimo nel 2010 con il 46,8%
per poi diminuire di nuovo fino a tornare, nel 2016, al livello del 2001
(40,6%), stabile fino al 2019. La quota più alta di lettori continua a essere
quella dei giovani: 54,1% nel 2019 tra i 15 e i 17 anni, e 56,6% tra gli 11 e i
14 anni”. (https://www.illibraio.it/news/editoria/lettori-libri-italia-rapporto-istat-1395728/)
3. “Per chi soffre di disturbi narcisistici il naturale
desiderio di autonomia e la tensione ad andare diventano compulsivi e assumono
la forma di una vera e propria “angoscia di perdita dell’autonomia”
(Dreitzel,1989). Ciò avviene quando l’esperienza con l’altro è stata poco vitalizzante
e ha favorito la repressione della creativa tensione a fare. Dipende molto dal
padre fornire un adeguato modello sul come fare. Non è sufficiente il solo
messaggio sociale “fai” se non è congruente con il messaggio psicologico e se è
privo di un contenuto protettivo sul “come fare”, basato su dati realistici
piuttosto che su insegnamenti formali. Il messaggio resta una controingiunzione,
inefficace o addirittura deleterio, se non contiene un permesso a livello più profondo”.
(https://www.igatweb.it/wp-content/uploads/2019/12/26-Appunti-sul-narcisismo.-una-visione-integrata-tra-Gestalt-e-Analisi-Trnsazionale.-1993.pdf)
4. https://www.lintellettualedissidente.it/controcultura/societa/legge-cartabia-zan/
5. Theodor Wiesengrund Adorno, filosofo, sociologo e
musicologo, (1903 – 1969), di ispirazione marxista, sviluppò una critica
radicale alla società e al capitalismo avanzato.
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Antonio Machado |