martedì 27 agosto 2019

Agosto di cuore e di corpo























Dedico tempo
a pratiche esplicite di consapevolezza corporea.
Così, scopro, tocco con mano, l’esistenza di una linea mediana.
Esserne consapevole mi permette di migliorare ogni gesto periferico di gambe e braccia, di operare torsioni e cambi di direzione che tengano in egual conto le due metà corporee, così attivando una simmetria funzionale che riduce gli impedimenti di una asimmetria strutturale.
Le parole spese sulla “linea centrale”, che sia Wing Chun o il tirar di spada in Kenshindo, si fanno pratica corporea vera, autentica.
Qualsivoglia Arte Marziale si affronti, dunque, per me, oltre alle succitate anche Tai Chi Chuan e Kenpo Taiki Ken, impariamo a muoverci in modo simmetrico, anche se noi corpo simmetrico non lo è affatto.
Salute ed efficacia / efficienza indissolubilmente a braccetto.

C’è un silenzio
straordinario in questa casa.
Attorno, alberi secolari e tanto verde ma pure altri appartamenti, altre famiglie. Eppure è il silenzio a regnare incontrastato sovrano.
Solo le cicale, ad una certa ora del giorno, stendono un lieve sottofondo.
Che meraviglia!!

Succede,
a cercare dove nostro figlio Lupo arriverà nel suo tragitto rafting, che Monica ed io incappiamo in un angolo seminascosto lungo il fiume Brenta.
Piccole insenature, rocce e strati d’erba a lambire l’acqua.
Con loro, una corte, diverse piccole costruzioni risalenti al 1500 e modificate nei secoli immediatamente successivi.
Un passato rimasto pressoché intatto nella sua essenza.
In realtà, queste costruzioni sorgono su altre che si perdono nella notte dei tempi, ma quel che oggi si impone ai nostri occhi è un intenso spaccato cinquecentesco che, seminascosto tra gli alberi, cela la sua intatta bellezza ad occhi che non abbiano motivo di scendere sulla riva del fiume.
Piccolo tesoro scoperto inaspettatamente.

La mostra
è racchiusa in un antico palazzo del 1700.
Lì, con Lupo e Monica, ammiro alcune delle opere di Albrecht Durer, artista rinascimentale di grande importanza per la Germania perché probabilmente il primo a cimentarsi con la prospettiva e a eseguire nudi utilizzando modelli in carne ed ossa. Uomo che nelle sue opere non nasconde riferimenti all’esoterismo ed all’alchimia, così come che conserva una profonda influenza neoplatonica.
Sono esposte opere dell’Apocalisse, della Grande Passione, della Piccola Passione, della Vita di Maria.
Mi piace incantarmi davanti a quei tratti che l’arte della xilografia rende così precisi e profondi.
Mi scopro a criticarne alcune innaturali torsioni del volto, a vedere il crescere di precisione nelle raffigurazioni dei corpi man mano che gli anni passano e con loro le sue frequentazioni di Venezia e degli ambienti artistici veneti che ne influenzeranno precisione e capacità nei dettagli.
Lascio che il me corpo tutto si adegui, perché queste mie osservazioni non restino puramente intellettuali, immergendosi in queste distorsioni spaziotemporali.
Distinguo i diversi soggetti rappresentati e noto le loro relazioni incerte e provvisorie, forse dissonanti, tra un Cristo inginocchiato con la testa inverosimilmente innestata e girata sulle spalle a guardare attorno, un rapimento di femmina in cui l’abbraccio possente del rapitore cozza contro la legge di gravità e il galoppo del cavallo.
Dunque mi accosto, tento di accostarmi, a queste opere, contando su un ascolto attento ed aperto di me corpo, riconoscendo che ogni realtà può essere interpretata con sguardi e orientamenti diversi, anche nello stesso contesto.
Un video a fine percorso, se mai ce ne fosse bisogno, ci spiega la difficoltà della xilografia mostrandoci come avviene il lavoro manuale e come esso sia invece facilitato quando intervenga l’ausilio della moderna tecnologia.

Ci aggiriamo
per Bassano del Grappa naso all’insù, a scattare fotografie a questo e a quel palazzo.
Eppure Monica a Bassano ci è nata, ci ha vissuto per un paio di decenni e ci torna regolarmente, ed io ci passo estati o fine settimana da almeno vent’anni.
Eppure … troppo bella questa signora austera e dai tratti aristocratici, troppo bella nei suoi misteri sparsi in un disordine nient’affatto casuale.
Troppo bella, troppo intrigante per non suscitare una curiosità continua, un senso di appartenenza come di una relazione tra amanti che si frequentano da anni senza ancora, e probabilmente mai, conoscersi davvero; senza che l’essersi esposti nudi l’uno all’altra abbia saziato la reciproca voglia di guardarsi e toccarsi.

Ogni occasione
formativa è motivo di scoperta di sé.
Non c’è ora dedicata alle mie pratiche Chi Kung / Kiko e Tai Chi Chuan che non mi porti nuove conoscenze, nuove scoperte.
Una danza che accoppia propriocettività, percepire sé corpo nello spazio, e introcettività, percepire il linguaggio degli organi interni.
Una danza raffinata, un viaggio che, ogni giorno, svela misteri e rapporti, volumi e pesi.
Ma se è così, e così è, chissà cosa mi attende domani e dopodomani e … autentico viaggio di scoperta, di ignoto.

Interessante ricerca
di sé nell’ambiente, nello spazio, nelle relazioni … ancora e nuovamente dentro di sé.
Luogo fisico e immaginario in cui agire la connessione tra libertà creativa e costrizione motoria, disegnando gesti e movenze personali, che leggano tracce e memorie di sé.
Senza lasciarsi deviare, senza lasciarsi possedere da presunti canoni dello stile, delle forme cristallizzate dettate da “parrucconi” (1) cattedratici dell’Arte.
Lasciare che l’immediatezza di un sé corpo centrato quanto desideroso di scoprire, fluisca senza alcun asservimento, senza alcuna celebrazione che ne spogli le potenzialità: versione sincera e spontanea, “I” (2) delle proprie pulsioni.
 
Il Sentiero del Silenzio
si snoda tra i boschi e le rocce dell’altopiano di Asiago, nella zona di Gallio.
Lungo di esso, alcune installazioni contemporanee a ricordare orrore e pietà della Grande Guerra.
Là dove caddero migliaia di giovani vite a difendere i nostri confini, ad onorare patria e valori.
Lo percorro allontanandomi da gruppi di turisti bercianti ed ignoranti che ridono, si auto fotografano e sciorinano battute da avanspettacolo.
Lo percorro da solo e in silenzio: rispetto per i morti, i nostri morti.
Mi emoziono, a tratti fatico a respirare. Il volto contratto a trattenere le lacrime.
Migliaia e migliaia di morti.
Gli idioti che mi lascio alle spalle testimoniano che, forse, ce la stiamo meritando questa società ladra ed arruffona, questo affannarsi a rincorrere una vacua notorietà sui social, questo smerdare i nostri confini, i nostri valori, lasciandoci passivamente in balia  di mode ed orde le più disparate.
Migliaia di morti: italiani ed austriaci, là dove il soldato nemico non è che l’altra faccia di me stesso, a me uguale: “Il popolo, la democrazia [...] sono belle invenzioni: cose inventate a tavolino, da gente che sa mettere una parola in culo all'altra e tutte le parole nel culo dell'umanità.” (L. Sciascia)
Migliaia di morti, mandati a morire per soddisfare brame di potere e ricchezza di pochi potenti capaci di manipolare menti e persone.
Anche oggi è così, qualsiasi sia la rotta percorsa, qualsiasi sia il paravento che potere e potenti usano per coprire un’altra invasione.
Migliaia di morti allora e migliaia di morti ad attenderci ora.




1. Parruccone, “persona con idee antiquate, che mantiene nei confronti delle novità o del progresso un atteggiamento retrivo e diffidente” (https://dizionario.internazionale.it/parola/parruccone)

2. I, in cinese “spontaneo”, purtroppo deformato, anche dai “parrucconi” di cui sopra, in “intenzione”. I Chuan, “pugilato della spontaneità”, il progenitore cinese del Kenpo Taiki Ken. La diversa lettura del termine I non è di poco conto e stabilisce una profonda e radicale differenza di come si pratichi. Il mio modo, condiviso da diversi sinologi e Maestri, per me significa, in altri campi, apprezzare e cogliere il valore dell’Art Brut (“È lasciare che l’immediatezza di una mente fragile fluisca, senza che ci sia una qualche celebrazione che possa impoverirne le potenzialità; è la traduzione sincera e necessaria del proprio tormento, la pulsione più recondita.” -http://www.artspecialday.com/9art/2018/07/31/jean-dubuffet-lart-brut/- di artisti che “che creano senza intenzioni estetiche, per una personale pulsione emotiva confluente in una comunicazione immediata e sintetica.” -https://libreriamo.it/curiosiamo-). E’ quel talento ribelle che ha portato ai vertici mondiali della cucina Massimo Bottura, mai frequentato una scuola di cucina; della strategia militare Erwin Rommel “l’intraprendenza di chi fa un uso creativo dei limiti impostigli dalla situazione e, se necessario, da chi ha autorità su di lui” (E. Bencivenga. “L’arte della guerra per cavarsela nella vita”); della pirateria Edward Teach, meglio noto come  Barbanera, e gli esempi sono numerosi in ogni campo del sapere e del fare: “Non lasciate che la tradizione vi vincoli. Fate in modo che vi renda liberi”, scrive lo stesso Bottura.