Dedico
tempo
a pratiche esplicite di consapevolezza corporea.
Esserne consapevole mi permette di migliorare ogni gesto
periferico di gambe e braccia, di operare torsioni e cambi di direzione che
tengano in egual conto le due metà corporee, così attivando una simmetria
funzionale che riduce gli impedimenti di una asimmetria strutturale.
Le parole spese sulla “linea centrale”, che sia Wing Chun
o il tirar di spada in Kenshindo, si fanno pratica corporea vera, autentica.
Qualsivoglia Arte Marziale si affronti, dunque, per me,
oltre alle succitate anche Tai Chi Chuan e Kenpo Taiki Ken, impariamo a
muoverci in modo simmetrico, anche se noi
corpo simmetrico non lo è affatto.
Salute ed efficacia / efficienza indissolubilmente a
braccetto.
straordinario in questa casa.
Attorno, alberi secolari e tanto verde ma pure altri
appartamenti, altre famiglie. Eppure è il silenzio a regnare incontrastato
sovrano.
Solo le cicale, ad una certa ora del giorno, stendono un
lieve sottofondo.
Succede,
a cercare dove nostro figlio Lupo arriverà nel suo
tragitto rafting, che Monica ed io incappiamo in un angolo seminascosto lungo
il fiume Brenta.
Piccole insenature, rocce e strati d’erba a lambire
l’acqua.
Con loro, una corte, diverse piccole costruzioni
risalenti al 1500 e modificate nei secoli immediatamente successivi.
Un passato rimasto pressoché intatto nella sua essenza.
In realtà, queste costruzioni sorgono su altre che si
perdono nella notte dei tempi, ma quel che oggi si impone ai nostri occhi è un
intenso spaccato cinquecentesco che, seminascosto tra gli alberi, cela la sua
intatta bellezza ad occhi che non abbiano motivo di scendere sulla riva del
fiume.
Piccolo tesoro scoperto inaspettatamente.
La
mostra
è racchiusa in un antico palazzo del 1700.
Lì, con Lupo e Monica, ammiro alcune delle opere di
Albrecht Durer, artista rinascimentale di grande importanza per la Germania
perché probabilmente il primo a cimentarsi con la prospettiva e a eseguire nudi
utilizzando modelli in carne ed ossa. Uomo che nelle sue opere non nasconde
riferimenti all’esoterismo ed all’alchimia, così come che conserva una profonda
influenza neoplatonica.
Sono esposte opere dell’Apocalisse, della Grande
Passione, della Piccola Passione, della Vita di Maria.
Mi piace incantarmi davanti a quei tratti che l’arte
della xilografia rende così precisi e profondi.
Mi scopro a criticarne alcune innaturali torsioni del
volto, a vedere il crescere di precisione nelle raffigurazioni dei corpi man
mano che gli anni passano e con loro le sue frequentazioni di Venezia e degli
ambienti artistici veneti che ne influenzeranno precisione e capacità nei
dettagli.
Lascio che il me
corpo tutto si adegui, perché queste mie osservazioni non restino puramente
intellettuali, immergendosi in queste distorsioni spaziotemporali.
Distinguo i diversi soggetti rappresentati e noto le loro
relazioni incerte e provvisorie, forse dissonanti, tra un Cristo inginocchiato
con la testa inverosimilmente innestata e girata sulle spalle a guardare
attorno, un rapimento di femmina in cui l’abbraccio possente del rapitore cozza
contro la legge di gravità e il galoppo del cavallo.
Dunque mi accosto, tento di accostarmi, a queste opere,
contando su un ascolto attento ed aperto di me corpo, riconoscendo che ogni realtà può essere interpretata con
sguardi e orientamenti diversi, anche nello stesso contesto.
Un video a fine percorso, se mai ce ne fosse bisogno, ci
spiega la difficoltà della xilografia mostrandoci come avviene il lavoro
manuale e come esso sia invece facilitato quando intervenga l’ausilio della
moderna tecnologia.
Ci
aggiriamo
Eppure Monica a Bassano ci è nata, ci ha vissuto per un
paio di decenni e ci torna regolarmente, ed io ci passo estati o fine settimana
da almeno vent’anni.
Eppure … troppo bella questa signora austera e dai tratti
aristocratici, troppo bella nei suoi misteri sparsi in un disordine
nient’affatto casuale.
Troppo bella, troppo intrigante per non suscitare una
curiosità continua, un senso di appartenenza come di una relazione tra amanti
che si frequentano da anni senza ancora, e probabilmente mai, conoscersi
davvero; senza che l’essersi esposti nudi l’uno all’altra abbia saziato la
reciproca voglia di guardarsi e toccarsi.
Ogni
occasione
formativa è motivo di scoperta di sé.
Non c’è ora dedicata alle mie pratiche Chi Kung / Kiko e
Tai Chi Chuan che non mi porti nuove conoscenze, nuove scoperte.
Una danza che accoppia propriocettività, percepire sé
corpo nello spazio, e introcettività, percepire il linguaggio degli organi
interni.
Una danza raffinata, un viaggio che, ogni giorno, svela
misteri e rapporti, volumi e pesi.
Ma se è così, e così è, chissà cosa mi attende domani e
dopodomani e … autentico viaggio di scoperta, di ignoto.
Interessante
ricerca
di sé nell’ambiente, nello spazio, nelle relazioni …
ancora e nuovamente dentro di sé.
Luogo fisico e immaginario in cui agire la connessione
tra libertà creativa e costrizione motoria, disegnando gesti e movenze
personali, che leggano tracce e memorie di sé.
Senza lasciarsi deviare, senza lasciarsi possedere da
presunti canoni dello stile, delle forme cristallizzate dettate da “parrucconi”
(1) cattedratici dell’Arte.
Lasciare che l’immediatezza di un sé corpo centrato
quanto desideroso di scoprire, fluisca senza alcun asservimento, senza alcuna
celebrazione che ne spogli le potenzialità: versione sincera e spontanea, “I” (2) delle proprie pulsioni.
Il
Sentiero del Silenzio
si snoda tra i boschi e le rocce dell’altopiano di
Asiago, nella zona di Gallio.
Lungo di esso, alcune installazioni contemporanee a
ricordare orrore e pietà della Grande Guerra.
Là dove caddero migliaia di giovani vite a difendere i
nostri confini, ad onorare patria e valori.
Lo percorro allontanandomi da gruppi di turisti bercianti
ed ignoranti che ridono, si auto fotografano e sciorinano battute da
avanspettacolo.
Mi emoziono, a tratti fatico a respirare. Il volto
contratto a trattenere le lacrime.
Migliaia e migliaia di morti.
Gli idioti che mi lascio alle spalle testimoniano che,
forse, ce la stiamo meritando questa società ladra ed arruffona, questo
affannarsi a rincorrere una vacua notorietà sui social, questo smerdare i
nostri confini, i nostri valori, lasciandoci passivamente in balia di mode ed orde le più disparate.
Migliaia di morti: italiani ed austriaci, là dove il soldato
nemico non è che l’altra faccia di me stesso, a me uguale: “Il popolo, la democrazia [...] sono belle
invenzioni: cose inventate a tavolino, da gente che sa mettere una parola in
culo all'altra e tutte le parole nel culo dell'umanità.” (L. Sciascia)
Migliaia di morti, mandati a morire per soddisfare brame
di potere e ricchezza di pochi potenti capaci di manipolare menti e persone.
Anche oggi è così, qualsiasi sia la rotta percorsa, qualsiasi
sia il paravento che potere e potenti usano per coprire un’altra invasione.
Migliaia di morti allora e migliaia di morti ad
attenderci ora.
1. Parruccone, “persona
con idee antiquate, che mantiene nei confronti delle novità o del progresso un
atteggiamento retrivo e diffidente” (https://dizionario.internazionale.it/parola/parruccone)
2. I, in
cinese “spontaneo”, purtroppo deformato, anche dai “parrucconi” di cui sopra,
in “intenzione”. I Chuan, “pugilato della spontaneità”, il progenitore cinese
del Kenpo Taiki Ken. La diversa lettura del termine I non è di poco conto e
stabilisce una profonda e radicale differenza di come si pratichi. Il mio modo,
condiviso da diversi sinologi e Maestri, per me significa, in altri campi,
apprezzare e cogliere il valore dell’Art Brut (“È lasciare che l’immediatezza di una mente fragile fluisca, senza che
ci sia una qualche celebrazione che possa impoverirne le potenzialità; è la
traduzione sincera e necessaria del proprio tormento, la pulsione più
recondita.” -http://www.artspecialday.com/9art/2018/07/31/jean-dubuffet-lart-brut/- di
artisti che “che creano senza intenzioni
estetiche, per una personale pulsione emotiva confluente in una comunicazione immediata
e sintetica.” -https://libreriamo.it/curiosiamo-). E’ quel talento ribelle che ha portato ai
vertici mondiali della cucina Massimo Bottura, mai frequentato una scuola di
cucina; della strategia militare Erwin Rommel “l’intraprendenza di chi fa un uso creativo dei limiti impostigli dalla
situazione e, se necessario, da chi ha autorità su di lui” (E. Bencivenga. “L’arte
della guerra per cavarsela nella vita”); della pirateria Edward Teach, meglio
noto come Barbanera, e gli esempi sono
numerosi in ogni campo del sapere e del fare: “Non lasciate che la tradizione vi vincoli. Fate in modo che vi renda
liberi”, scrive lo stesso Bottura.
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