Kenpo
Taiki Ken
Ma, certamente, scrivere, narrare la storia è sempre
un’operazione di parte, sovente “dalla parte” dei vincitori. (Se ben ricordo le
parole del Maestro Tokitsu, questi, ad uno stage a Milano nel Marzo scorso, ne
diede una versione diversa).
Possiamo correttamente scrivere che il Kenpo Taiki Ken è un
crocevia, un meticciato di una molteplicità di stili ed apporti. Un meticciato
in cui, dall’originaria miscela di Tai Chi Chuan, Pa Kwa, H’sing I, ognuno ha
tratto l’espressione che preferiva, privilegiando l’una o l’altra corrente di
“pugilato interno” (*). Fino
all’introduzione, per ogni conduttore di gruppo, di Scuola, delle sue personali
esperienze marziali.
D’altronde, è dall’esterno che veniamo connotati e
denotati, individuati per somiglianze e differenze. Così come le differenze
vengono rilevate anche rispetto a chi, nella Scuola, vi è stato in anni
precedenti, attraverso le osservazioni degli allievi ed ex allievi anziani per
i quali la pratica “non è più quella di
una volta”.
Tutto ciò porta ad un Arte che, frutto di un ampio
sincretismo, riunisce sotto lo stesso nome correnti e pratiche diverse e, a
volte, in mutamento continuo.
Da noi, allo Z.N.K.R., consapevoli dei passaggi e delle
correlazioni tra episodi motori, psicoemotivi, relazionali, siamo
coraggiosamente portatori di un vivere che sappiamo non è poi così difficile se
coltiviamo il potere di cambiare e un po’ rinascere, se riconosciamo l’animale
che sta dentro di noi e lo staniamo, se l’acqua che sta in basso e il fuoco che
si erge verso l’alto sanno convivere ed insieme agire.
Per ogni nemico che scopriamo dentro di noi, ciechi o
vigliacchi per così tanto tempo non importa, praticare Kenpo Taiki Ken è fare del corpo fisicoemotivo il teatro, il
campo di battaglia della soggettività, all’interno di un gruppo di altri
guerrieri, che ne condividono e limano gli eccessi narcisistici.
Ecco davvero la formazione individuale che è, insieme,
formazione di e nel gruppo, ecco l’imparare ad affermarsi nelle regole del
gruppo.
Saranno i Neri ad esprimere emos-azioni incarnate. Sarà Hakkei a violare la tranquillità
esponendo il potenziale perturbante ed eversivo di ognuno di noi. Sarà Tanshu,
la danza del predatore, ad essere apoteosi della personale portata sensomotoria,
dell’agire come promotore intuitivo, della cognizione cinestetica come fondatrice
del processo immaginativo e rappresentativo.
Sarà un risvegliare il primitivo, il sotterraneo, per farne
forza dolce e guida sensata lungo il
nostro personale vivere.
Poiché nessun è solo, è isolato, poiché nel corpo di ognuno
di noi vivono il suo personale mondo, l’ambiente in cui cresce, il padre e la
madre che lo hanno generato, allora sarà una pratica che farà scoprire di sé
anche attraverso gli altri compagni d’avventura, sul terreno del gioco
guerriero, gioco di lotta, gioco di relazioni. Io e te insieme.
Allora sarà Kenpo Taiki Ken che “L’arte del pugno permette in
primo luogo di rinforzare il potenziale di salute, in secondo luogo di
controllare un eventuale aggressore, in terzo luogo apre lo spirito...infine
permette, talvolta, di modificare il corso del destino” ( Sun Lutang ).
(*) I più noti Maestri giapponesi viventi di Kenpo TaiKi Ken,
allievi diretti del Maestro Sawai ( il fondatore del Kenpo Taiki Ken), nella
radice comune evidente, manifestano differenze sostanziali, basti guardare
praticare Michio Shimada, Nishino Kozo, Isato Kubo, Akio Sawai. E questa è
l’Arte !!
La mia formazione marziale, come chi mi accompagna già sa,
inizia nel Febbraio del 1976 con il Karate Shotokan e prosegue praticando
diverse Arti, diversi stili, diversi sport di combattimento, con diversi
Maestri e allenatori.
Tra questi, l’incontro con il Maestro Tokitsu Kenji, in
piena (e mai interrotta) fase di ricerca che, di passo in passo, mi introduce
al Kenpo Taiki Ken. Con lui, anche il Maestro Yamazaki Ansai ed il suo allievo
diretto Ludwig Bosh, che non disdegna di attraversare l’Europa per darmi
lezioni private. Mi accosto anche alla versione che ne dà il Maestro Stefano
Agostini ed il suo riferimento, il Maestro Sun Li. Questi è un cinese che
insegna a Tokio nel Dojo che fu del Maestro Oyama, allenando i duri e potenti
praticanti di Karate Kyokushinkai e, per un cinese, farsi apprezzare in terra
Giap non è poco !!
Così, il mio attuale Kenpo Taiki Ken nasce da questo
retroterra ampio e vigoroso, corroborato da tutte le esperienze che, in questi
quarant’anni, ho selezionato e tutt’ora seleziono, come utili alla mia pratica
ed al miglioramento degli allievi che mi accompagnano in questo percorso.
Allora, vi si trovano, con il Tai Chi Chuan, ampie tracce di Yoseikan Budo e
Kali filippino e, come potrebbe mancare!!, la versione che ne dà tutt’oggi il
Maestro Tokitsu Kenji.
L’appuntamento
è per la notte tra Sabato 28
e Domenica 29 Maggio
“La Notte del Guerriero”
otto
ore di formazione marziale “non stop”
mi è capitato proprio ieri, dopo aver fatto un massaggio di riflessologia, che un tizio mi chiese cosa praticavo, (non sò se ascoltandomi o voleva fare a gara a chi ce l'ha più lungo?) . Questo aveva fatto un pò di tutto, dal karate al full contact e quando gli dissi che pratico kenpo, mi inizia a dire che ha fatto anche questo e mi chiede quale tipo, iniziando una seria di sigle a acronimi che quasi volevo dirgli KTM...sembrava elencarmi nomi di moto ahahahah. però ci stava no? Kenpo Thunder Martial ahahahaah. Credo mi avrebbe creduto pure...
RispondiEliminaora io ametto la mia ignoranza, sono digiuno di nomi e federazioni, penso solo a ciò che mi interessa e che posso "masticare"(che non amo riempirmi la bocca di qualunque cosa)...come spiego il kenpo taiki ken?
a parte che non mi ascoltava più, ormai indaffarato col cane, un bellissimo corso tigrato di 7 mesi..enorme!! e i bambini da mettere a nanna..kenpo taiki ken...dunque...no!! non riesco proprio a sintetizzarlo.
è come Pinocchio che diviene da, rigido burattino di legno non solo un bambino, ma un adulto guerriero con dentro sè quel bambino umano sorridente.
Continue contaminazioni e mutazioni, trasformare e trasformato a mia somiglianza, un abito indistruttibile che segue fluido ogni movenza del mio corpo e non solo del corpo.
Dal 2008 che lavoravo sull'onda usando la parte Yang, la schiena della Tigre, srotolando la colonna vertebrale come un serpente vorace..esplorando movenze del bacino , a mò di volante , con sudore e sorrisi e tristezze per poi, dimenticare tutto, andare più in profondità ancora, lavorare sulla muscolatura profonda, scoprendo e imparando a usare la parte Yin, la parte anteriore, il ventre del Drago...una tridimensionalità di movimento data da quanto si cela negli oscuri antri dei femori, il cui spazio immenso ancora non ho esplorato poi così a fondo. Un continuo abito, che cresce con me, e più cresco e più l'abito sta stretto e va cambiato, ma io sono il sarto e io stesso il guardaroba, scelgo cosa togliere e cosa forgiare così che a seconda delle occasioni indossi l'essenza migliore e le armi più efficaci. Degustando anche la pietanza che più mi aggrada, mescolandola e sperimentando i sapori...
questo è il "mio" kenpo tai ken...