mercoledì 18 dicembre 2024

Muoversi a partire dagli organi: Questo sì che è lavoro “interno”!!


“Non di ‘cose’ ma di processi siamo fatti, nello spazio e nel tempo,

nel corpo, nella mente e nel cuore.”

(E. Parrello)

Piccolo gruppo di giovani donne, tra yogin, danzatrici, terapiste del corpo ed un solo maschio e nemmeno giovane perché della metà del ‘900: Io. Una sala dai caldi colori, la musica dolce e suadente, i corpi che si assottigliano e fremono di movimenti liberi e fluidi.

Body Mind Centering (1) ed oggi il tema sono gli organi interni, in particolare i polmoni.

Nella Medicina Tradizionale Cinese, sono una specie di “ombrello” che protegge tutti gli organi interni. Il polmone controlla la diffusione dell’energia difensiva (Wei Qi).

Eleonora e Federica, le due docenti, ci accompagnano tra giochi di sensibilità e contatto, immersioni nel respirare, fino al muoverci a partire dai polmoni e sentendo come essi sostengano il corpo tutto.

Il mio respirare mi prende e mi avvolge in un abbraccio totale, anche se ci provassi non me ne potrei liberare: Troppo bello, troppo emozionante ciò che sto avvertendo. Cuore profondo nel petto, un velo di tessuto candido avvolge il me che danza. Adesso sono libero e consapevole, solo eppure insieme alle altre figure danzanti.

Le covate di sogni mai realizzati, le aspirazioni mai raggiunte, le ragioni imperfette delle scelte e delle “non” scelte, i miei piccoli motivi e le grandi congiunzioni, sono danza dei e nei polmoni.


E’ il Maestro Tokitsu Kenji a scrivere: “Praticare il tai chi chuan con il principio del tai chi significa attivare le sedi dell’energia del corpo” ed ancora “L’esercizio interno richiede l’attivazione e il rinforzo del dinamismo interno del corpo” (Tokitsu K.: Arti Marziali: Trappole e illusioni).

Sì, ma come? E’ sufficiente l’attenzione alla muscolatura profonda, al lavoro delle articolazioni o c’è altro, altro di più profondo, di più e realmente interno?

Certo che c’è dell’altro, eccome!!: “Imparavamo a individuare la posizione di un organo all’interno del corpo, la sua funzione, il tipo di tessuto che si percepisce attraverso le mani, e a dare inizio al movimento a partire proprio da lì” (B. Bainbridge Cohen: Sensazione, Emozione Azione). - il grassetto è mio. Per saperne di più https://www.bodymindcentering.com/) (2)

Sì. Se non si attraversa questa esperienza, se non la si fa propria, se non diviene pratica abituale di corpo è inutile, è goffo, è … gaglioffo e menzognero proporsi Maestri, SIfu, praticanti di Neijia Kung Fu, di Arti Marziali Interne, di Tai Chi Chuan o Pa Kwa Chuan o Chi Kung / Qi Gong.

Senza la consapevolezza e la pratica motoria, gestuale, a partire dagli organi, si resta dentro il recinto delle “ginnastiche dolci”, si bara proponendo lavori che attingono solo ed esclusivamente alla muscolatura superficiale, che sono dunque solo “ginnastica”, benché venduti come Tai Chi Chuan, Chi Kung / Qi Gong, Neijia Kung Fu.

Quand’anche essi attingano alla muscolatura profonda, alle articolazioni e al tessuto connettivo (e, a mia esperienza marziale ormai quasi cinquantennale, sono pure pochi, pochissimi, i Maestri e Sifu che arrivano, e però si fermano, alla muscolatura profonda ed alle articolazioni) non sono ancora Neijia Kung Fu.

Senza la presenza degli organi interni

non stai proponendo e praticando un lavoro interno,

non fai Tai Chi Chuan, Chi Kung / QI Gong, Neijia Kung Fu

Spiace, ma è così.

Allora eccomi, ancora una volta e grazie al Body Mind Centering, a praticare “interno”. E il prezioso viaggio che sa di energia interna (Qi o Chi nella cultura cinese, Ki in quella giapponese) di Naido (il “percorso interno”), continua per me e sarà poi terreno di pratica per gli allievi che mi accompagnano lungo il cammino Budo, lungo lo Spirito Ribelle.

 

1. BMC è una pratica nata all’interno dell’area chiamata Anatomia Esperienziale. L’Anatomia Esperienziale è un approccio che conduce ad entrare in contatto con se stessi a partire da una profonda e interna conoscenza del corpo e delle sue strutture. A differenza dell’anatomia così come conosciuta, che studia il corpo considerato come oggetto (Korper) e dunque attraverso osservazioni esterne e visive, l’Anatomia Esperienziale studia il corpo vissuto e vivente (Leib) e si fonda sulle informazioni che ci arrivano direttamente dall’esperienza. Immediato capirne lo stretto legame con la Medicina Tradizionale Cinese e, a parer mio, con le origini della stessa medicina “occidentale” quando questa affermava: “Ricordati che il miglior medico è la Natura: guarisce i due terzi delle malattie e non parla male dei colleghi” (Galeno 131 – 201), Sarà alla fine del 1500 che la medicina “occidentale” prenderà le distanze dalle sue origini e diverrà esclusivamente razionalità e determinismo in luogo di Natura e divino; che da essa verranno banditi e perseguitati i guaritori tradizionali con un trattato pubblicato sotto re Giacomo I d’Inghilterra (1597). Ciò portò a dimenticare e poi dileggiare e disprezzare tutto ciò che non era meccanico e quantificabile: “In sostanza quindi quella che poi sarebbe diventata la moderna medicina occidentale ha un approccio sempre più analitico e di dettaglio, cercando di isolare le malattie in base alle zone del corpo umano che ne sono interessate e considerandone solo ed esclusivamente gli aspetti fisici e materiali” (E. Sassi: L’impronta dell’elefante). Il disastro era stato compiuto, la cura dell’essere umano sarebbe poi progredita solo per un troncone, dimentica dell’altro e della potenza e delle possibilità che l’unità, l’unione, le avrebbe potuto dare.

2. Perché ho dovuto abbracciare una pratica ed un pensiero estraneo alle Arti Marziali per approcciare e studiare il corpo e il movimento dall’interno? Perché non ho ancora incontrato, di persona o tramite libri e documenti vari, un Maestro o SIfu o un semplice adepto di Neijia Kung Fu e delle arti che al Neijia Kung Fu si richiamano, che conosca e pratichi realmente con i principi Neijia /Naido. Parole tante, pratica nessuna. Conservo la fiducia che qualche esperto di lavoro interno studiato con i metodi Neijia /Naido, da qualche parte del globo, ci sia.  E’ che non appartiene alla pletora dei nomi che circolano nell’ambiente marziale, tanto meno ai nomi pubblicizzati dai siti e dalle riviste. Fa eccezione il Maestro Mantak Chia, di cui seguo da alcuni anni gli insegnamenti. Probabilmente, è la mia sensibilità al tema e la mia cultura inevitabilmente “occidentale” che mi hanno spinto ad affiancarne la pratica e lo studio con una “disciplina”, il Body Mind Centering, il cui linguaggio e proporsi sono immediatamente comprensibili ad un individuo “gajin” (persona esterna, non nata in Giappone. Per estensione: Persona non appartenente alla cultura asiatica), ovvero un italiano del terzo millennio. Non posso poi non citare il Maestro Tokitsu Kenji, probabilmente il più fine ed acuto ricercatore vivente di ciò che è Arti Marziali. Di lui ricordo, già diversi anni addietro ed in anticipo sui più, l’accento posto sullo scheletro e sulla muscolatura profonda, per cui forse è già entrato nel terreno degli organi interni, ma è un sapere che, per ora, tiene per sé.

 




 

 

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