Chiudo gli occhi e guardo.
Guardo dal tamburellare di un’oscurità rauca e delirante,
sbircio le tracce lasciate negli anni, nei decenni, col mio passo a volte
sfrontato, a volte barcollante.
Spio alle spalle la strada fatta e adocchio quella a
venire.
Ho al fianco la mia lama preferita, acciaio spietato,
sibilante?
Ho le mani aperte a cogliere ed accogliere come a frantumare
e sfondare?
E mi tentano a sostare le piccole
certezze, il tranquillo tran tran quotidiano, come se non sapessi, tra cespugli
di orgoglio ferito e merda nascosta dentro la panna di un sorriso, che nulla è tutto
quanto è qui, e non lo è per sempre, né certo né improvviso.
Sto a lottare, come sempre, lo so. Ma questa volta,
rialzatomi ancora, io che non volevo più soffrire, sto imparando a saper amare.
Dono di parole e poemi violenti. Ladri ignavi e schiave incontinenti. Di pensieri
e carne furfante, dissoluta, sono portatori balbuzienti.
Mi si chiude lo stomaco e sobbalza il cuore ad affrontare
così acuminate zanne.
C’è un’onda nera di fuoco che
cola sugli innocenti, ma… ci sono innocenti in questo mondo?
Ogni persona sta combattendo una battaglia di cui io,
nessuno, sa nulla, allora mostriamole rispetto e delicatezza anche se porta sembianze
di smorta canaglia.
Per ognuno dei superstiti, avviliti attorno alla piazza
squarciata, danzano sorrisi rubati e gesti sfilacciati.
Ad ogni uomo autenticamente adulto, ad ogni guerriero
metropolitano, spetta il compito audace di cercare le tracce anche là dove
rispetto, sincerità e sguardi onesti sono immersi in una melma di cui nemmeno
si scusano e che a loro piace.
Ogni pugile, ogni combattente,
prima di colpire dovrebbe imparare a incassare.
Ogni pugile, ogni combattente impara a tendere la mano,
sapendo scegliere quando aprirla alla vita e quando chiuderla ad ogni ladro che
il suo sogno gli vuole sfilare.
Sono Poteri Potenti, uomo, roba buona, roba che
attraversa vitalità ed erotismo fino, se li reggi, a portarti dentro ogni
cuore, persino il tuo. Se lo vuoi.
Allora, dai fiducia, sorridi e goditi il presente.
“Cadendo sei cosciente di cadere ma se guardi come fanno
gli altri impari a farlo bene
E l'ho imparato, lo sai che so cascato mille
volte
Ma il sorriso quello no
Non me l'hanno mai levato
Soldato addestrato in una giungla di cemento
armato,
Vivo dentro a una trincea
Da solo e disarmato
Questa è la mia natura, il modo in cui sono
nato
Il bicchiere mezzo vuoto lo bevo tutto d'un
fiato”
(https://www.youtube.com/watch?v=oFYtF_hrraQ)
Bellissimo pensiero Tizi.
RispondiEliminaQuanto è vero tutto ciò che hai scritto...Ogni persona sta combattendo una battaglia di cui io, nessuno, sa nulla, allora mostriamole rispetto e delicatezza anche se porta sembianze di smorta canaglia... Qualcosa che tendo a dimenticare quando sono presa all'angolo e mi sento colpita e spaventata come un animale ferito.
Grazie per avermi aiutata a ricordarlo.
Un abbraccio immenso, nell'attesa di poterlo fare veramente e finalmente dal vivo.
Grazie Eli.
RispondiEliminaIn una intensa pellicola italiana, vi era questo dialogo:
"Sai una cosa importante l'ho imparata"
"Cosa?"
"Saper disinnescare!"
"Cioè?"
"Non trasformare ogni situazione, discussione, in una lotta di supremazia. Non credo che sia debole chi è disposto a cedere, anzi, è pure saggio. Le uniche relazioni che vedo durare sono quelle dove uno dei due, non importa chi, riesce a fare un passo indietro.. E invece sta un passo avanti!"
(Perfetti sconosciuti)
Uno dei film più belli che io abbia mai visto... guardato grazie alla tua recensione. 😉
RispondiEliminaSaper disinnescare... quanto è difficile...ma quanto è bello quando riesci a farlo. È un grande atto d'amore.
Sì credo proprio sia così. Confidando, col tempo, che ne sia valsa la pena e non si abbia, purtroppo,remato e remato controvento solo per essere nuovamente, e vigliaccamente, buttati a mare.
RispondiEliminaSolo il tempo può mostrarci se ne è valsa la pena di continuare a remare controvento.
RispondiEliminaMa una persona che amo e stimo fin da quando ero bambina ha scritto questo:
"Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore
di umanità, di verità".
E anche quello di cui parli forse è un modo di viaggiare in direzione ostinata e contraria.