Sta a vedere che sono solo fissazioni…. Sta a vedere che, la storia insegna, usi e costumi e …. “certezze” mutano nei secoli, nei decenni, negli anni, per una serie di concause. Concause che sfuggono ad una unica interpretazione, alla pretesa dotta e saccente di un’unica causa originaria.
“La realtà è che gli orari dei pasti sono una
costruzione culturale e cambiano non solo da un paese all’altro, ma da una
classe sociale all’altra e anche da un’epoca all’altra” (A. Barbero)
Questa nuova abitudine si diffuse tra le classi medie e si propagò
anche in nazioni come la Germania, l’Italia, la Russia, gli Stati Uniti, nel
mentre che l’aristocrazia inglese e francese posticipava ulteriormente l’orario
del pranzo fino alla sera vera e propria.
Probabilmente, tra le cause che influirono, fu che le
classi dirigenti delle due massime potenze mondiali dell’epoca utilizzarono il
rito del pasto per rimarcare la disparità rispetto alla borghesia e quella tra
capitale e provincia, oltreché tra nazioni moderne e paesi culturalmente
arretrati.
Insomma, una specie di gara a … chi ce l’ha più lungo.
Per introdurre, da un fatto così minuscolo come l’orario
dei pasti e come già fatto in altri post su altri argomenti,
- la certezza che il caso non
esiste, come diceva Il Sifu del film “Kung fu Panda”, e, prima di lui, pure
Carl Gustav Jung;
- il dubbio che esista una ed una
sola e accertata origine per un dato evento; che le pretese di scientificità (1)
come dogma immutabile (il che, di fatto, contraddice il concetto stesso di
“ricerca scientifica”, ma non ditelo ai numerosi scientisti che si credono
scienziati o seguaci della scienza) sono, appunto, pretese ridicole e malsane;
che lo studio del passato, della storia e della Storia, sia una ottima lente
per comprendere il presente e ipotizzare il futuro, prossimo e venturo; che la
lotta di classe sia un’invenzione marxiana sepolta con lui; che, per restare ai
pasti e al pasteggiare, le nuove discipline o scienze ed i loro seguaci, che
so…nutrizionisti e dietologi (!!) siano vati portatori di sacri dogmi; ecc.
ecc.
Dunque,
prova ad applicare l’arte della ricerca, l’arte del dubbio, l’arte del porre
domande ovvero la maieutica che fu di Socrate, a qualsiasi argomento od evento
che ora ti appassioni, ti coinvolga e guarda che scoperte impensabili incontri,
che tue granitiche certezze, magari, vanno a sgretolarsi.
E’ l’arte del guerriero, è lo Spirito Ribelle, caro te
che mi stai leggendo.
Allora,
giusto per provare, facciamolo con lo sport e…… le Arti Marziali.
Hai ma considerato questa possibilità?
“Il
gioco sportivo è la realizzazione di un sogno inconscio. L’attività ludica –
manipolare oggetti, lanciare una palla, contrastare un compagno – si attualizza
per mezzo di comportamenti manifesti che nascondono un contenuto latente. Il
gioco è l’espressione mascherata dei fantasmi inconsci che ossessionano
segretamente il giocatore. Manifesta così dei conflitti interni: i desideri
profondi sarebbero spesso intollerabili agli occhi di tutti, ma diventano
tollerabili dopo il travestimento ludico, usato dal soggetto come una forma di
difesa”
(P.
Parlebas, sogiologo e professore di educazione fisica)
Io sì.
Infatti mi chiedo sempre, davanti ad ogni nuovo allievo e
al di là dei motivi che mi espone sul perché scelga di praticare Arti Marziali,
“cosa” stia davvero cercando, “da cosa” stia fuggendo e “come” stia nel varcare
la soglia del Dojo.
E, a
proposito di “caso” che “non esiste”, di ricerca e arte del dubbio il che
comporta, inevitabilmente, un percorso mai scevro di errori, cadute e
frustrazioni, ti lascio con il quesito se scegliere di
Restare dentro l’armatura delle tue certezze, delle
pratiche che conosci e ti rassicurano, della tua convinzione che, fuori di te, sono
gli altri a non capire, a sbagliare.
Arrenderti allo scemare della passione, ai piccoli e grandi
dolori ed infortuni che costellano i tuoi anni di pratica, al crescere della
fatica che, con l’invecchiare, è inversamente proporzionale al crescere della
qualità del tuo praticare, alla noia del ripetere ed imitare.
Oppure… “non andartene docile in quella buona notte” (Dylan Thomas) e non smettere mai di cercare, mettendo sempre te al centro dell’opera,
del praticare, e non la
tecnica, lo stile; e anche quando le congiunzioni ed i pronostici, con gli anni
che passano, paiono infiacchirti fisico ed animo, sembrano tutti a te avversi, impegnarti,
guardare oltre e lottare, che i tuoi Poteri Potenti sono lì, a portata di mano.
1. Hai sei minuti di tempo per guardare questo? https://www.youtube.com/watch?v=DyMrT2xz798
Ovvero Francesco Coniglione (già professore ordinario
presso la Facoltà di Scienze della Formazione di Catania in qualità di titolare
della cattedra di Storia della Filosofia; oltreché docente di Logica e Filosofia
della Scienza e Storia della Scienza) e la sua riflessione su scienza e covid.
Oppure di leggere, ad opera di Silvano Fuso, chimico
che si
occupa di didattica delle discipline scientifiche e di divulgazione, “La falsa
scienza” o “Strafalcioni da Nobel”?