mercoledì 20 luglio 2011

Troppo vecchio per Skunk Anansie ?

"Troppo vecchio per Skunk Anansie ?"



E’ quanto mi chiedo, guardandomi attorno, circondato da una folla che si fa sempre più spessa. Tra poco, sul palco dell’Arena di Milano, si esibiranno gli Skunk Anansie, gruppo dal rock esplosivo guidato da Skin, voce fenomenale e movenze da pantera.
Una folla di volti giovani, giovani almeno rispetto a me: qualche  quarantenne e tutti gli altri che vanno dai venti ai trenta o poco più.
                Ed io che tra pochi mesi toccherò i sessanta ?          
Ma dove sono finiti, dove sono ora, i miei coetanei che, come me, applaudirono e si entusiasmarono al concerto dei Beatles, al Vigorelli ? Ricordo, io tredicenne, in compagnia del fido amico Paolo Santini, detto “nevrotic”, liberi di andare all’evento solo perché a farci da balia c’era mia sorella Anna, di cinque anni più grande di me.
E quelli che avevo accanto ai primi raduni di musica pop organizzati dalla rivista “Ciao Amici”. Là dove si esibirono gruppi e cantanti che poi sarebbero diventati famosi, l’Equipe 84, I Giganti, Ricky Gianco, o sarebbero sprofondati nell’oblio, Vasso Ovale, Gianpieretti, il “Bob Dylan d’Italia” (http://www.youtube.com/watch?v=qXXFqSzlTRc) che ho amato tanto.
E quelli che come me attendevano il frantumarsi, l’incendiarsi della chitarra di Pete Townshend, al concerto degli Who in un Palalido stracolmo. O, come me, erano troppo giovani per poter entrare al Piper di Milano a vedere dal vivo il mitico Jimi Hendrix e stavano fuori da locale, sperando di sentire qualcosa.
 Dove sono ora ? Come passano le serate ?
Non è una  sensazione nuova, questa, per me.
L’ho già provata diverse volte.
La provai ripetutamente quando, espulso, “cartellino rosso” da Donata, allora mia amatissima moglie, dopo un anno incontrai Monica (la mia attuale compagna) e con lei presi a frequentare i pub di Milano: qualche quarantenne / cinquantenne e tutti, ma proprio tutti, trentenni o “sbarbati”. Possibile che non incontrassi mai, proprio mai, nessuno dei miei amici ed ex amici durante quelle frequentazioni ? Possibile, certamente.
E poi ai seminari di formazione sull’empowerment, sull’accoglienza, sull’ascolto. Poi ancora sui forum di “coltelli”, ed ancora ……..
Poi, d’improvviso, mi ricordo: due anni fa, Teatro Smeraldo, concerto dei Deep Purple, gruppo rock strafamoso negli anni ’70. Lì c’erano i miei coetanei, c’erano e si agitavano sulle seggiole al ritmo di quella musica forte ed energica.
Ecco, anche qui, all’Arena, probabilmente al concerto di Lou Reed li avrei trovati e li troverò quando riuscirò ad agganciare ad un prezzo accessibile  i Jethro Tull del vecchio ma sempre arzillo Anderson.
Ma, solo in occasione dei revival, del “ritorno al passato”, potrò sentirmi meno solo ?
E ripenso a quella scritta accattivante, proprio sulla porta di una palestra vicina al Dojo dove io propongo le Arti Marziali, quella scritta che recita “Ginnastica antalgica per over sessanta”.
E mi sovviene la frase, bonariamente ironica, di Monica, i primi giorni nella nostra casa nuova, la cui finestra dà sul pergolato di un circolino ACLI: “Beh, quando la domenica mattina andrai giù a giocare a carte con gli altri anziani, mi affaccerò per dirti che la pasta è in tavola !”. E l’espressione sconcertata di mio figlio Kentaro nel vedermi indossare magliette trucide con draghi e coltelli mentre gli spiego che ho appena comperato tre paia di pantaloni “Sai, in un negozio che vende abiti per il personale di casa e di cucina. Infatti sono pantachef, pantaloni da cuoco”.
E …. tante, troppe occasioni, in cui mi colgo “diverso”, fuori dal coro.
     Poi … poi ricordo anche che fui tra i primi, a Milano, a portare i capelli lunghi fin sulle spalle, a frequentare “tribù metropolitane” accampate sui gradini della metropolitana, a fare manifestazioni politiche in piazza, poi a rasarmi i capelli a zero, a vestirmi sempre in tuta da ginnastica quando non in tenuta da meccanico, a fare jogging nei parchi, quando tutto ciò era impensabile, era uno scandalo.
E poi ancora … ancora come oggi, sessantenne tra migliaia di giovanotti agitati dal rock degli Skunk Anansie.
Chissà come saranno loro, tra trent’anni ?
Io, intanto, pur un po’ sconcertato, me lo godo il concerto, con Monica che mi tiene per mano e mi sorride (mi ha appena sussurrato ”Puoi sempre dire che sei venuto per accompagnare me”) e, lo so, mi capisce e mi sta vicino, e per questo le sono grato.
         Come mi godo questo mio vivere così diverso, a casa,  cena con un ristretto gruppo di amiciallievi in cui il più “vecchio” ha quindici anni meno di me; il praticare in Dojo, ogni sera, ogni giorno, Arti Marziali; il comperare magliette orride su siti internet dedicati a giovani rockettari; a portare al parco mio figlio Lupo, parco dove c’è sempre qualcuno che mi dice “ Vivace il suo nipotino !”. Ma va a fa……….

4 commenti:

  1. ahahah fanno sorridere certe riflsssioni (purtroppo realistiche) su
    come viene vista una persona solo perché ha il pizzetto grigio
    ce ne fossero di ultracinquantenni cosi! purtroppo la gente si sente "in obbligo" di comportarsi "adeguatamente" per l'età che ha!!
    Poi ci sono quelli che invece ritengono strano/improbabile/anormale azzardare a buttarsi in qualcosa che va al di fuori della routine, come traferirsi o cambiare tutto! (come me, quando mi hai chiesto "cosa cavolo ti impedisve di trasferirti all'estero per un po' adesdo che hai vent'anni?!?" eppure io che non voglio fare come l'italiano medio e non voglio perdermi niente dalla vita, sono ancora qua!

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  2. Leggo incantata le tue esperienze giovanili...
    ma quale troppo vecchio per Skunk Anansie??? Pensa ai tuoi coetanei ormai un tutt'uno con il divano a vedere sempre la tv o, peggio ancora, al mio vicino di casa che non avendo nulla da fare passa le sue giornate appoggiato alla ringhiera del suo balcone nutrendosi dei fatti altrui...
    E chi l'ha detto che c'è un'età giusta per fare le cose?
    Grande Tizi!

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  3. situazioni che ben capisco, il vivere secondo scelte proprie comporta una solitidune, Wabi. Viviamo in una società dove siamo convogliati come burattini e chi sceglie, come direbbe Jung, il sentiero non battuto, ove non c'è sentiero, si trova a non far parte di una massa pur vivendoci all'interno.
    Sai bene, Sui Sei, che solo chi ha il caos dentro di sè, può generare una stella danzante (F.Nietzsche).

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  4. e con il rock energico degli Skunk Anansie avrai fatto sicuramente delle ottime danze ^_^

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