Kenpo Raduno
Milano 9
Maggio
Il
blu dell’acqua, che sempre muta e si trasforma, si adatta ad ogni recipiente ma
anche rompe, travolge, ogni argine, ogni limite. Acqua che è insieme calma e
violenza, superficie e profondità. Acqua che si trasforma per divenire vapore e
poi tornare liquido. Acqua di cui è composto in gran parte il nostro corpo.
Il
nero che è oscurità delle origini, dei primordi, informe “buco nero” da cui
tutto origina: “degli occultamenti nella
loro fase germinale, precedente l’esplosione luminosa della nascita” (G.G.
Jung). Nero che è inconscio e tenebre, che è arte dell’occulto, del subdolo e
dell’agguato improvviso.
Il
blu e il nero che erano i colori del clan del Maestro Yamazaki Ansai.
Kenpoka
alla luce del sole, nei timidi giardini di una piazza milanese, caos e traffico
intorno, e cemento e case. Luogo di mai rassegnata resa al groviglio meccanico della metropoli.
Sono
mani che danzano l’una dentro e contro l’altra, in una distanza che respira sul
volto di chi ci sta di fronte. Sorta di Chi
Sao a briglia sciolta, di relazione in cui io e te diveniamo noi.
Un
noi necessario per percorrere gli
squilibri (Kuzushi) che sono
il preludio alle proiezioni al suolo, Nage
Waza, di fattezze ruvide e potenti.
Il
manto erboso accoglie corpi in caduta libera. Insieme terra d’origine ed odore
del cemento urbano.
Gli
spostamenti a vuoto sfruttando gli angoli (Sumi)
ad occupare spazio, a saccheggiare territori altrui e poi ritrarsi, predoni
lesti e feroci.
Le
combinazioni di pugni e calci e proiezioni al suolo, scorrere di violenze mute
e rapaci.
I
cerchi nell’aria, l’accoglienza profonda, irreale, del bacino: luogo sacro di
pulsioni e selvaggia natura umana.
In
Dojo, sudati e stravolti, la consegna delle cinture per i kenpoka che hanno fatto un altro passo
nel loro personale percorso guerriero.
Il
saluto e poi, ma dai !?!?, pizza e birra per tutti !!
( Bruce Lee )
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