martedì 17 novembre 2015

Le mani che ci sono



Raduno Kenpo  Taiki Ken
Sabato 14 Novembre

 
Gruppo Kenpo
Tra spicchi di sorriso di rari passanti frettolosi che si perdono tra i vialetti, entrano a scaldarsi in un bar, si celano dentro un cellulare gracchiante, spuntano i nostri visi, le nostre mani, pronti ad indossare una  giacca blu e lasciare che il cuore sotto batta sempre più forte.

Piccolo gruppo di “artisti guerrieri” del Kenpo.
Per effetto del tempo che scorre e forse anche del tempo che, filtrando tra le finestre, è sole e luce e cielo azzurro macchiato di bianco, l’effluvio di corpi e gesti  si rivela un moto di marea  che scende in ognuno di noi, occupa spazio e tempo, mostra accoglienza e durezza, forza e vulnerabilità, rabbia e gioia.  

Un lento riversarsi, Kiko, pratiche di salute ed ascolto profondo. Nessuno può seppellire il cuore. Tuttalpiù fingere di dimenticarlo. Come se non si stesse male  nelle stanze della solitudine, quand’anche affollata di amici facebook, televisione e passatempi che sono sempre più “sprecatempi” quotidiani; come se non si stesse male a camminare a vuoto tra direzioni che ingolosiscono per poi mostrare il “cul de sac” che non da scampo; come se non si stesse male a consolarci da soli nelle giornate in cui cerchiamo e non troviamo altre navigazioni.
Kiko che è un susseguirsi di “reverie”, fantasticherie ed immaginazione su alberi immensi, fanciulli in preghiera dinanzi al Buddha, uccelli notturni a dispiegare le ali.

Poi le gesta antiche, che ancora sanno di lotta e di scontro, Bujutsu, a sconfiggere un avversario che somiglia tanto, troppo, ancora a noi.
“Artisti guerrieri” amanti del silenzio, che sanno di non appartenere a nessuna di queste guerre esposte e mostrate se non alla propria, che è guerra, conflitto di conoscenza e trasformazione e non di potere sugli altri.
Calci e pugni e proiezioni al suolo. Visioni reali di gesti concreti. Nessuna tiepida illusione, nessuno scampo, che un abbraccio non può farci scomparire né un insulto affermare, una maschera copre solamente ma non toglie ciò che siamo e mai ci sarà concesso di rinascere per incontrare di nuovo la dolcezza di una madre o di un padre.
Allora solo arte del confliggere, per “artisti guerrieri” che oggi si incontrano accettando di camminare a testa alta, un sorriso, una risata condivisa, come gesto più prezioso per voler bene e farsi ricordare, senza paura  di sbagliare perché questo ci aiuta a crescere ed imparare e a credere nel meraviglioso dono che ci è stato dato: vivere. E, mani e cuore che ci sono, vivere da artista, da guerriero.

Poi, il tradizionale rinfresco di fine Raduno, occasione lieve per festeggiare, ancora una volta insieme, il mio compleanno, i miei sessantaquattro anni.
I primi a festeggiare, poi .... arriveranno altri amici ed amiche
 
"Lu - il procedere: Contenere l'Animus negativo ed essere gentili, amabili, perché così si domina anche gente aggressiva"
(I Ching)

 






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