Kenpo armato. Maggio '16 |
Come avviene per ogni pratica artistica corporea, così
anche la pratica marziale, intesa nel suo senso più profondo: efficacia lottatoria e crescita interiore,
si basa essenzialmente sue tre aree intellettuali:
- la
psicofisiologia, ovvero l’impostazione anatomo – funzionale del corpo in
azione, la senso – motricità;
- l’impostazione
filosofica, la cosmogonia, che coniuga compresenza del tutto di stampo taoista
(Wu Wei, non forzare !!) e fenomenologia
della pratica corporea i cui referenti culturali più evidenti sono Merleau
Ponty (“Corpo: mezzo con cui ciascun uomo fa esistere per se stesso lo spazio
circostante e riesce a conoscerlo e spiegarlo grazie all’affettività, ovvero
alle reazioni emozionali che scaturiscono dagli stimoli dei sensi”; “Riflettere
autenticamente significa darsi a se stesso, non come una soggettività oziosa e
recondita, ma come ciò che si identifica con la mia presenza al mondo e agli
altri come io la realizzo adesso.”) e Levinas;
Pranzo offerto dai neo Dan. Marzo '15 |
- la
simbolizzazione corporea, ovvero l’idea del corpo come conduttore di segni, di
metafore dove l’organo fisico – matrice di segni rimanda a realtà
psico-fisiologiche di vario ordine.
Queste sono evidenziate da una prassi mirata e consapevole che,
nel lavoro con il compagno e nel gruppo, fa del “corpo proprio” un ponte per il
recupero del rapporto con l’altro: che sia l’ovvio altro da me come, il meno
ovvio e scontato, altro di me.
Rinfresco offerto dai neo Kyu. Ottobre '15 |
E’, la nostra, una prassi che rifiuta la “ginnastica
dell’obbedienza”, il meccanico ripetere, la strumentalizzazione del corpo come
oggetto di lavoro: Palestre e pratiche di fitness, tapis rulant, spinning,
crunch, lezioni di aerobica, vasche su vasche a nuotare avanti ed indietro, ma
anche ossessive ripetizioni di tecniche, stili e modelli da copiare
pedissequamente, ignoranti scazzottate a mò di sfogatoio, ecc. bye bye !!
Essa, invece, come ho scritto più volte, è vicina alla
medicina olistica, al sapere medico cinese antico, quanto lontana dal “corpo
macchina” inteso come assemblaggio di parti, in cui il danno consiste nel
cattivo andamento di parti non auto – adattive.Così essa interpreta il vivente come “organo omeostatico” (Il corpo matrice di segni. di S. Guerra Lisi & G. Stefani), in cui tutte le componenti hanno un nesso organico e funzionale tra di loro e rispetto al tutto. Questo, ovvero ogni componente è metafora e metonimia del tutto, comporta, da parte dell’individuo, la concreta assunzione di responsabilità: non afferma “mi si contraggono le spalle”, ma “io sono contratto di spalle”, e a chiedersi cosa questo significhi …
Tale disponibilità, questa apertura a sé, si connota come
un “vuoto
fertile”, per usare un termine caro alla Gestalt, in cui vivano la
dialettica pieno / vuoto, intendendo il secondo come vulnerabilità e
disponibilità allo scambio, al mutamento.
Dal punto di vista strettamente corporeo, essere vuoti,
aperti, investe le aree tonico e
posturali. Anche la neurofisiologia ci parla di sensorialità e motricità
non distinguibili tra di loro.
Se la tonicità del muscolo, come noi crediamo, sta nella
sua capacità di farsi stirare, parliamo di disponibilità. Tutto il contrario
dell’ispessimento, dell’ipertrofia. Della creazione di una massa, di
un’ostruzione al confronto, all’apertura, al contatto.
Residenziale Kenshindo. Luglio '15 |
La presenza attenta e sensibile a sé alla propria
esperienza corporea, struttura questa disponibilità, questa apertura. Ancora
una volta, con i classici testi taoisti, interviene la neurofisiologia a
parlarci di “una struttura di regolazione centrale comune” (Se la cura è una danza. di V.
Bellia), una formazione reticolare,
ovvero un complesso di cellule nervose
immerse in un folto intreccio di fibre nervose che le collegano sia tra di loro
che con le vie nervose ascendenti e
discendenti, atta a interpretare
l’integrazione sensoriale.
Ecco perché abbiamo più volte scritto di emos-azioni. Che tono, presenza di sé e
sensorialità costituiscono un unico ceppo.
Se la funzione tonica interviene così nel nostro agire,
sappiamo anche che essa esiste anche come tono organico, neuronale, financo
psico-emozionale: “La funzione tonica
rinvia allora a uno stato di attivazione globale, di tensione interna, che
rappresenta in un certo modo la necessaria risposta alla pressione ambientale”
(Se la cura è una danza. di V.
Bellia).
Ecco perché quanto sopra è fondamentale (hon)
per affrontare uno scontro, un combattimento, in pedana quanto, dal Jutsu
( la pratica del combattimento) al Do ( la Via, la personale ed
autodiretta scelta di chi essere e come vivere), per stare nei conflitti quotidiani, quelli affettivi, familiari,
lavorativi, ecc.Rinfresco per il mio compleanno. Novembre '15 |
Saper stare nei conflitti, saper gestire il confliggere, si
può e meglio grazie ad un buon equilibrio della pressione interna globale del corpo. Essa è chiara e coraggiosa
affermazione di voler essere presenti sul palcoscenico quotidiano. Un essere vivente non è solo tale, è anche
deciso a restarci !!
E qui, potremmo aprire un capitolo su cosa sia realmente la
difesa personale.
Ma ….. sarà per un’altra volta !!
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