Corpo impacciato, a volte trascinato goffamente, altre
corroso da uno sforzo eccessivo per un movimento che vorrebbe essere fluido,
distaccato.
Mi muovo, agisco.
D’altronde l’età non aiuta, né aiutano gli anni, troppi, passati
a gesticolare di fatica e preparazione fisica e modelli ginnici tipici di una
società dell’apparire e della competizione sfrenata.
Sono anche molti gli anni, ormai, in cui da quel deleterio
modello mi sono distaccato. Pratiche intelligenti, rispettose del corpo,
attente al sé fisicoemotivo, in particolare Feldenkrais e Danza Sensibile. Le
stesse Arti Marziali praticate con la massima attenzione al fluire dei gesti, alla
consapevolezza sensomotoria, caratteristiche uniche per essere efficaci ed
esserlo nel tempo.
Dunque, forte delle pratiche intelligenti a cui mi sono
dedicato da anni, cerco di lasciarmi alle spalle i retaggi degli sforzi
dissennati e della “preparazione fisica” (gasp!!) della mia gioventù, come di
andare oltre gli inevitabili impacci che lo scorrere del tempo ha scolpito e
scolpisce incessante sul mio corpo e mi muovo, agisco.
Una formazione, la mia, che non si limita a qualche
generico appuntamento settimanale; di più, che non si limita alle ore di
pratica vere e proprie, che pure sono tante!!, in Dojo o a casa o nelle pause
del lavoro. Piuttosto, una formazione che abbraccia l’intero corso della
giornata, perché
io,
come te, come tutti, sono corpo,
faccio
esperienza di me corpo
ventiquattro ore al giorno,
tutti i giorni.
Mente siedo, mente mangio, guido l’automobile, cammino,
gioco con mio figlio, io sono sé fisicoemotivo, sempre; allora cerco di stare
in buona salute, di stare in piedi, chinarmi, agire, sempre attento alla
consapevolezza sensomotoria, al rispetto delle leggi della fisica quanto del
mio registro emozionale: “Nella forma visibile del corpo si traduce
sia il modo di essere che il modo di agire, poiché l’unità psicofisica collega
le tre componenti: vita psichica, vita vegetativa inconscia e vita tonico –
motoria, sia cosciente che riflessa. Il continuum che le collega è il
movimento”.
(S.
Guerra Lisi & G. Stefani).
Non facile, ma essenziale per chi, come me, voglia essere
adulto olistico, consapevole ed autodeterminato.
Una ricerca in cui poco importa, anzi, il gesto, l’agire
giusto, quanto, come scriveva Moshe Feldenkrais, “il gesto migliore”, perché c'è sempre un modo migliore di agire ed
il modo di trovarlo, di sperimentarlo e poi … lasciarlo per nuovi modi ancora
migliori.
D’altronde, la nostra pratica marziale allo Z.N.K.R. lo
testimonia, con tutti i cambiamenti, le inversioni di rotta che ci hanno
caratterizzato e ci caratterizzano ancora.
Il che comporta, per me, come guida, come “Sensei”, non
smettere mai di cercare, di provare, di incamminarmi per sentieri isolati,
sconosciuti, di lasciare alle spalle le strade facili, quelle che le greggi di
pecore, di “ginnasti dell’obbedienza”, percorrono belanti ed uniformi; di
sperimentare in prima persona e solo una volta verificata la qualità, offrirla
ai miei allievi, ai miei compagni di viaggio.
Ho ancora tanta voglia di cercare, di muovermi, di mettermi
alla prova e di dare. Mi sento così distante da tutti quei docenti, Maestri e
professori, che si sono fermati, che si accontentano di quanto sanno, il cui sapere,
come terreno inaridito, dà sempre meno frutti e sempre meno appetitosi, sempre
più ripetitivi. Studio e ricerco e mi muovo, probabilmente più dei miei
allievi, anche dei più progrediti; forse anche per far loro da esempio, perché
i più interessati, i più intelligenti, imparino anche loro a non fermarsi mai,
a non sedersi su un traguardo raggiunto, su un grado o un “dan” ottenuto: il
viaggio è lungo e non si ferma mai, finché c’è dato vivere. Come diceva il Sifu
in “Kung Fu Panda 3”?: "Se fai solo
quello che sai fare, non sarai mai più di quello che sei ora!"
Appunto, il cammino è lungo, dentro il nome “movimento”,
“attività motoria”, lo stesso “Arte Marziale”, c’è un mondo enorme da scoprire.
Un mondo più grande di ogni specifica pratica motoria, che
contiene al suo interno altri mondi con nomi e pratiche apparentemente diversi
tra di loro, che si chiamino danza o ginnastica o lotta o acrobatica, tutti
però accomunati dall’essere praticati da bipedi, da esseri umani, corpo
fisicoemotivo.
Per questo io pratico e studio e ricerco le chiavi, il
passepartout comune a tutte, per poi aprire la mia personale porta sul
benessere fisicoemotivo e sull’efficacia ed efficienza nel combattimento.
Come ricordava un mio ora ex allievo “La specializzazione è sapere sempre di più su sempre di meno, fino a
sapere tutto di niente”.
Allora, corpo a volte impacciato ma mai sconfitto, mi muovo
ed agisco. Mi muovo ed agisco
Un grazie al Maestro Alexandar
Trickovic, che mi ha aperto un mondo; al Maestro Xia ChaoZen, che mi ha mostrato la bellezza nella ineluttabilità
del tramonto; al Maestro Tokitsu Kenji,
il cui viaggiare, tra assenze e distacchi durati anche anni, non mi è mai
estraneo.
in cui il “ritmo della
spirale” diverrà evidente, palpabile.
“…
non esiste nell’esperienza umana nulla di costruttivo che non comporti anche una
perdita, una limitazione, una crisi, una diminuizione”.
(G.
Cavallari)
Bello! Proprio una bella Giornata!
RispondiEliminaun mare, onde di conoscenza su onde si riversano,mescolandosi, lasciando qualcosa e prendendo altro per poi mescolarsi ancora, un moto perpetuo e infinito, come il Tao, così come il vivere, quando "vivere" è.
RispondiEliminaIl fiume, acqua tumultuosa e a tratti placida, che crea tranquille ansa e cascate tonanti. L'acqua, la parte Yin, la forza assente...
Una sana risciacquata nella mia esistenza, dopo fuochi sparsi, la terra è stata rassodata e ha avuto modo e tempo di ricreare un altro habitat atto alla vita.
Provo a scrivere dal telefonino, salvo qualcosa ma quasi giunto al termine tutto svanisce, devo aver pigiato qualche pulsante che non dovevo. Riscrivo ora e cancello, niente! tutto ciò che scrivo è uguale a quanto dici tu, magari con parole diverse ma il senso è lo stesso.
e allora penso al 2008 quando sono entrato in dojo, ai continui cambiamenti e cambi di direzioni fatti nella mia vita, continuando a cercare e imparare e quanto ho ridotto quella ricerca in qualità e quantità, nell'impiegare tempo prezioso. Nel quanto tutto sia diventato più unito, compatto anzichè dispersivo e caotico come un tempo. E al salto di qualità fatto nella pratica come nella vita con queste nuove scoperte, tanto da arrivare a passare un sereno pomeriggio con le persone a cui voglio bene e con la donna che amo,con Cicuta e Kalì, bambine pelose mai sazie di amore..e tutto continua a scorrere
"Imparare è come remare controcorrente: se smetti, torni indietro."
-PROVERBIO CINESE-