venerdì 8 marzo 2019

Il mio Tai Chi Chuan oggi




Guerrieri che si scontrano, figure antiche, arcaiche.
Un brivido fatto di muscoli e sudore e respiro intenso.
È una ruota che gira, continua a girare.
Riaffiora il mio dolore e quella rabbia che, dall’adolescenza, non mi ha più lasciato.
Inutile parlarne, lo so di non essere innocente.

E, appunto, la ruota gira e continua a girare.
Lasciandomi andare, i piedi nei morbidi tappeti, le figure di divinità asiatiche a campeggiare ovunque, un senso di profonda accettazione del mondo e delle cose.
Come se davvero fossi un praticante di pace e davvero potessi affrontare quello che vedo e provo raccogliendo manciate di serenità.

E’ questo il mio praticare Tai Chi Chuan ora.

Una ruota che gira, tra il locale minuto che è “Eventi Segreti” e l’aria aperta dei giardini delle Besana, e la misteriosa sala buddista che il Tibet ha portato fin qui.
Tra Ting Jin, l’abilità di percepire l’altro al contatto, e lo schiudersi del “Sorriso Interiore”, tra la costruzione di una postura e di un portamento equilibrati e funzionali e l’immersione nell’alchimia taoista.
Un po’ come se le sabbie del tempo si fossero smosse in un’unica direzione, tanto aperta sull’orizzonte quanto in grado di condurmi saldamente per mano.

Ora, ancor più di prima, lontano, persino avverso, alla dromocrazia, quel potere folle ed insensato della rapidità, che ovunque sta uccidendo ogni attimo goduto, ogni pausa, ogni vuoto fertile, che ci priva del godere dello straordinario nell’ordinario.

Faccio danzare l’anatomia, la fisiologia di me corpo, me fisicoemotivo; “leib”, quella precisa parola tedesca che indica il corpo vivente di contro al corpo meccanico, estraneo, al “corp”.

A volte la ruota mi porta a sentire “Qua”, il bacino, e a lavorare sul corpo e sui fattori di movimento quali peso, spazio e tempo. Altre, mi fa attingere  alle forze vitali interiori e alla loro capacità curativa.
Una ruota che, immobile, gira tra pratiche corporee definibili e definite aperte, forse, un domani, al possibile uso del Chi, e pratiche che nel Chi e nella cosmogonia taoista subito si tuffano a piene mani.

Ogni momento di pratica, tra il locale minuto che è “Eventi Segreti” e l’aria aperta dei giardini delle Besana, e la misteriosa sala buddista che il Tibet ha portato fin qui, che sia la sera o il mattino, sta a celebrare il mio modesto essere nella vita, sta a celebrare il mio potente essere nella vita.
Che sia l’uno o che sia l’altro, entrambi così profondi e puliti, danzo la mia personale vitalità della vita, danzo quello che è Il mio Tai Chi Chuan oggi








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