lunedì 4 marzo 2013

ACAB, delle passioni e del vivere


“Jack si è rialzato e ha gridato “Voi non potete sapere quanto dura sia la lotta – bisogna rivoltarsi la pelle … perché se lotta deve essere che lotta sia per sempre !”.
(M. Philopat “La banda Bellini”)

A volte ritornano. A volte.
Sotto forma di emozioni forti: paura, terrore, rabbia immensa, follia distruttiva. Contro tutto e tutti.
A volte sono i visi a riaffiorare, quelli di amici e quelli dei “nemici”; quelli che avevo accanto, Maurizio, Marco, Francesco, quelli guardati contro, Amedeo, Toni, Andrea. Quelli sconosciuti che erano con me fianco a fianco, casco e spranga in pugno. Quelli altrettanto sconosciuti spiati di fronte tra caschi e passamontagna, manganelli e coltelli tra le mani.
Altre volte sono le strade della mia amata Milano a prendere colori inquietanti, percorsa oggi per futili motivi, ieri, un ieri datato ma mai dimenticato, attraversata tra cortei urlanti, cariche della polizia, puzzo di fumo ed auto incendiate, agguati ai “nemici” fatti o subiti. Orde o manipoli furiosi, incazzati, ciechi di odio e passione.

Sullo schermo di casa scorrono le immagini di ACAB, “All Cops Are Bastards”, potente pellicola di Stefano Sollima.
Tre poliziotti della “celere” alle prese con la quotidiana violenza fuori, nel loro mestiere, e dentro, dentro non solo le loro vite private ma anche il loro animo. Ed un novizio, da iniziare ai riti della “fratellanza”.

Non importa se quella è Roma e le bande estreme sono di ultras del calcio vagamente invischiati nella politica.
La marea di ricordi, di emozioni, non conosce distinzioni.
La “bestia”, il “passeggero oscuro”, ghigna dentro.
Sono solo in casa. Troppo solo perché gli innocenti giochi di Lupo o il bellissimo portale tibetano, regalo di amicizia vera, autentica, mi scaldino il cuore. E’ l’acciaio in bella mostra sulle pareti a cavalcarmi il cuore, ad offrirsi prezioso alleato. A stuzzicarmi perché la “bestia” mugoli più forte, fino a tirar fuori gli artigli e le fauci affamate.
Le immagini scorrono rapide ed intense. Uomini, maschi, adulti o giovani. Tutti inerti tra le mani del dio della guerra, di un Ares impazzito di violenza vomitata del tutto a caso e senza limiti. Come è sempre quando è Ares a regnare: “Ares reagiva emotivamente; i suoi sentimenti lo portavano a dr battaglia, schierandosi al fianco degli uomini cui si sentiva legato, spesso dal sangue. La lealtà e la vendetta erano le ragioni che lo spingevano all’azione e avevano il sopravvento su altre considerazioni.” (J.S. Bolen “Gli dei dentro l’uomo”).

So che è la mia pratica marziale l’arena in cui lasciar giocare la “bestia”, lasciarla agire. Perché solo se la ri – conosco posso integrarla nelle mille parti che mi compongono.
E questo vale per ognuno di noi, ognuno di noi le cui pulsioni, più o meno latenti, più o meno potenti, sonnecchiano nel fondo del buco.
Questo è praticare Arti Marziali. Davvero. Perché l’Ombra non si allunghi quando è lei a volerlo; di più, perché essa sia preziosa alleata quando lo scontro, qualsiasi scontro, si farà duro e cattivo.
by aspius
Altrimenti beleremo come pecore alla tosa: di fronte al capoufficio o nell’incapacità di indicare la direzione ai figli; nell’accasarsi con una donna-mamma che provveda per noi o nello scappare di fronte alle responsabilità; subendo un lavoro che detestiamo o rifugiandoci  in un lavoretto da poco che tanto c’è chi ci mantiene; scoppiando gonfi d’ira e di pretese contro un altro per non guardare in faccia la nostra miseria d’animo; sfogando la frustrazione in una palestra tra pesi, guantoni e musica metallara pesante o incollati davanti alle slot machine.

Pellicola impressionante ACAB. Da far vedere certo a tutti quegli esaltati delle gare sportive a contatto o del Kung Fu “arma letale” o della preparazione fisica o delle colorite caterve di discipline paramilitari sbocciate come funghi dopo il temporale. Questo perché, forse, riusciranno ad annusare un po’ di quel che vuol dire combattere e rischiare la pelle, invece di crogiolarsi nelle loro sciocche certezze di superman da palestra. Ma anche da far vedere a tutti coloro che non comprendono cos’è praticare ogni giorno di pugni e di calci, praticare al freddo e nella neve alta, praticare la notte per otto ore di seguito, impugnare acciaio vero e non giocattolini per adulti ritardati. Che non comprendono o vogliono fuggire dal divenire adulti.

“La violenza del maschio è stata invece sempre riconosciuta e organizzata da tutte le società passate più sagge. (…) Tutto ciò serve ad abituare il maschio a riconoscere e accettare la propria violenza, e a ricondurla fin dall’ingresso nella vita adulta sotto il controllo della società. E’ come se l’individuo maschio per formasi, crescere, assumere la propria identità, dovesse riconoscere dentro di sé un nucleo di forza oscura, violenta, ed entrare in contatto con esso”.
(C. Risè “Diventa te stesso”)



2 commenti:

  1. anche a me è piaciuto un sacco, tanto da ritrovarmi sotto mano il libro e fagocitarlo (e te lo consiglio). La violenza che abbiamo dentro, sì la Bestia assetata di sangue, quanti la narcotizzano con droghe e alcool e quanti la fanno sfociare in gratuita violenza?che venga mascherata con una squadra sportiva o un pensiero, o quantaltro? quanti invece, riuscendoci appieno o costantentemente poco per volta, la riconoscono? quanti la fanno correrre e cacciare libera?
    gran film,che oltrepassando le ideologie riesce a mettere in risalto ciò che ognuno di noi ha dentro, la mancanza di una direzione, il malcontento e l'inquietudine, l'aggressività che ogni giorno ci viene repressa,e che noi stessi accettiamo di farci reprimere..quelli da te elencati sono tentativi di riconoscerla (o non riconoscerla e illudersi?). Con chi illude più che con chi viene illuso ,chi diciamo "opta" per queste soluzioni, che a volte sì sono per una voglia di tutto e subito come le slot machine, o altro senza far troppa fatica come la palestra o chi propina tecniche senza badare a emozioni e alla consapevolezza del corpo di ogni praticante, ma spesso al giorno d'oggi, non tutti hanno le conoscenze necessarie, vero è che c'è chi non le vuole cercare...il problema di base come tu ribadisci più volte è sicuramente culturale ma non posso fare a meno di pensare all'antico detto Taoista del venerando saggio Tsing wun Ciun: "ognuno trova ciò che cerca"

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  2. ACAB non l'ho visto. Mi piacerebbe vederlo mi organizzerò per trovarlo in dvd o scaricarlo dalla rete.
    Mi pare che anche DIAZ si avvicina al genere e anche questo è un film che mi piacerebbe vedere.
    Però ho visto il nuovo film di Gabriele Salvatores - EDUCAZIONE SIBERIANA. Bellissimo consiglio di andare al cinema, vi piacerà sicuramente!

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