“Jack
si è rialzato e ha gridato “Voi non potete sapere quanto dura sia la lotta –
bisogna rivoltarsi la pelle … perché se lotta deve essere che lotta sia per
sempre !”.
(M. Philopat “La
banda Bellini”)
Sotto
forma di emozioni forti: paura, terrore, rabbia immensa, follia distruttiva.
Contro tutto e tutti.
A
volte sono i visi a riaffiorare, quelli di amici e quelli dei “nemici”; quelli
che avevo accanto, Maurizio, Marco, Francesco, quelli guardati contro, Amedeo,
Toni, Andrea. Quelli sconosciuti che erano con me fianco a fianco, casco e
spranga in pugno. Quelli altrettanto sconosciuti spiati di fronte tra caschi e
passamontagna, manganelli e coltelli tra le mani.
Altre
volte sono le strade della mia amata Milano a prendere colori inquietanti,
percorsa oggi per futili motivi, ieri, un ieri datato ma mai dimenticato,
attraversata tra cortei urlanti, cariche della polizia, puzzo di fumo ed auto
incendiate, agguati ai “nemici” fatti o subiti. Orde o manipoli furiosi,
incazzati, ciechi di odio e passione.
Sullo
schermo di casa scorrono le immagini di ACAB,
“All Cops Are Bastards”, potente pellicola di Stefano Sollima.
Tre
poliziotti della “celere” alle prese con la quotidiana violenza fuori, nel loro
mestiere, e dentro, dentro non solo le loro vite private ma anche il loro
animo. Ed un novizio, da iniziare ai riti della “fratellanza”.
Non
importa se quella è Roma e le bande estreme sono di ultras del calcio vagamente
invischiati nella politica.
La
marea di ricordi, di emozioni, non conosce distinzioni.
La
“bestia”, il “passeggero oscuro”, ghigna dentro.
Sono
solo in casa. Troppo solo perché gli innocenti giochi di Lupo o il bellissimo
portale tibetano, regalo di amicizia vera, autentica, mi scaldino il cuore. E’
l’acciaio in bella mostra sulle pareti a cavalcarmi il cuore, ad offrirsi
prezioso alleato. A stuzzicarmi perché la “bestia” mugoli più forte, fino a
tirar fuori gli artigli e le fauci affamate.
Le
immagini scorrono rapide ed intense. Uomini, maschi, adulti o giovani. Tutti
inerti tra le mani del dio della guerra, di un Ares impazzito di violenza
vomitata del tutto a caso e senza limiti. Come è sempre quando è Ares a
regnare: “Ares reagiva emotivamente; i
suoi sentimenti lo portavano a dr battaglia, schierandosi al fianco degli
uomini cui si sentiva legato, spesso dal sangue. La lealtà e la vendetta erano
le ragioni che lo spingevano all’azione e avevano il sopravvento su altre
considerazioni.” (J.S. Bolen “Gli
dei dentro l’uomo”).
So
che è la mia pratica marziale l’arena in cui lasciar giocare la “bestia”,
lasciarla agire. Perché solo se la ri – conosco posso integrarla nelle mille
parti che mi compongono.
E
questo vale per ognuno di noi, ognuno di noi le cui pulsioni, più o meno
latenti, più o meno potenti, sonnecchiano nel fondo del buco.
Questo
è praticare Arti Marziali. Davvero. Perché l’Ombra non si allunghi quando è lei
a volerlo; di più, perché essa sia preziosa alleata quando lo scontro,
qualsiasi scontro, si farà duro e cattivo.
by aspius |
Altrimenti
beleremo come pecore alla tosa: di fronte al capoufficio o nell’incapacità di
indicare la direzione ai figli; nell’accasarsi con una donna-mamma che provveda
per noi o nello scappare di fronte alle responsabilità; subendo un lavoro che
detestiamo o rifugiandoci in un
lavoretto da poco che tanto c’è chi ci mantiene; scoppiando gonfi d’ira e di
pretese contro un altro per non guardare in faccia la nostra miseria d’animo;
sfogando la frustrazione in una palestra tra pesi, guantoni e musica metallara
pesante o incollati davanti alle slot machine.
Pellicola
impressionante ACAB. Da far vedere certo a tutti quegli esaltati delle gare
sportive a contatto o del Kung Fu “arma letale” o della preparazione fisica o
delle colorite caterve di discipline paramilitari sbocciate come funghi dopo il
temporale. Questo perché, forse, riusciranno ad annusare un po’ di quel che
vuol dire combattere e rischiare la pelle, invece di crogiolarsi nelle loro
sciocche certezze di superman da palestra. Ma anche da far vedere a tutti coloro
che non comprendono cos’è praticare ogni giorno di pugni e di calci, praticare
al freddo e nella neve alta, praticare la notte per otto ore di seguito,
impugnare acciaio vero e non giocattolini per adulti ritardati. Che non
comprendono o vogliono fuggire dal divenire adulti.
“La
violenza del maschio è stata invece sempre riconosciuta e organizzata da tutte
le società passate più sagge. (…) Tutto ciò serve ad abituare il maschio a
riconoscere e accettare la propria violenza, e a ricondurla fin dall’ingresso
nella vita adulta sotto il controllo della società. E’ come se l’individuo
maschio per formasi, crescere, assumere la propria identità, dovesse
riconoscere dentro di sé un nucleo di forza oscura, violenta, ed entrare in
contatto con esso”.
(C. Risè “Diventa te
stesso”)
anche a me è piaciuto un sacco, tanto da ritrovarmi sotto mano il libro e fagocitarlo (e te lo consiglio). La violenza che abbiamo dentro, sì la Bestia assetata di sangue, quanti la narcotizzano con droghe e alcool e quanti la fanno sfociare in gratuita violenza?che venga mascherata con una squadra sportiva o un pensiero, o quantaltro? quanti invece, riuscendoci appieno o costantentemente poco per volta, la riconoscono? quanti la fanno correrre e cacciare libera?
RispondiEliminagran film,che oltrepassando le ideologie riesce a mettere in risalto ciò che ognuno di noi ha dentro, la mancanza di una direzione, il malcontento e l'inquietudine, l'aggressività che ogni giorno ci viene repressa,e che noi stessi accettiamo di farci reprimere..quelli da te elencati sono tentativi di riconoscerla (o non riconoscerla e illudersi?). Con chi illude più che con chi viene illuso ,chi diciamo "opta" per queste soluzioni, che a volte sì sono per una voglia di tutto e subito come le slot machine, o altro senza far troppa fatica come la palestra o chi propina tecniche senza badare a emozioni e alla consapevolezza del corpo di ogni praticante, ma spesso al giorno d'oggi, non tutti hanno le conoscenze necessarie, vero è che c'è chi non le vuole cercare...il problema di base come tu ribadisci più volte è sicuramente culturale ma non posso fare a meno di pensare all'antico detto Taoista del venerando saggio Tsing wun Ciun: "ognuno trova ciò che cerca"
ACAB non l'ho visto. Mi piacerebbe vederlo mi organizzerò per trovarlo in dvd o scaricarlo dalla rete.
RispondiEliminaMi pare che anche DIAZ si avvicina al genere e anche questo è un film che mi piacerebbe vedere.
Però ho visto il nuovo film di Gabriele Salvatores - EDUCAZIONE SIBERIANA. Bellissimo consiglio di andare al cinema, vi piacerà sicuramente!