lunedì 14 ottobre 2013

Sulle tracce di un pugilato primitivo

“Poiché lo scopo è l’insegnamento di un metodo d’azione, poco importa il particolare movimento che servirà a questo scopo. Si vuole insegnare un metodo d’azione che è fisiologicamente il più adatto all’uomo”.
(M. Feldenkrais)


E’ una forza esplosiva. E’ arte che vive nel conflitto, vive di conflitto.
Cinque adepti del Wing Chun Boxing, ai giardini delle Rotonda della Besana, Milano, tra mura che sanno di antico, un cielo ombroso ed una luce incerta a colorare le ombre nere.
Le ombre nere di noi artisti del Wing Chun Boxing.
Rallento nei gesti, respiro aprendo le narici al vento lieve, mi prendo cura di me. E accudisco il crescere dei miei allievi.
L’ironia ed il sarcasmo di Claudio. La femminilità aggressiva di Angelica. L’impegno di Giovanni. La concentrazione totale di Valerio.
I gesti si fanno esplosivi. Il cuneo del Wing Chun Boxing prende forme diverse, tutte espressioni dell’identico istinto predatorio.
Le radici sprofondano e si espandono nella terra umida, come l’assalto guerriero si riversa, forza gentile e letale insieme, a soffocare ogni spazio intorno, a frantumare ogni ostacolo davanti.
Il nostro Wing Chun Boxing è materia viva, è arte drammatica.
Niente a che vedere con le meccaniche sterili che ne mostrano una forma fissa, un carapace di ripetizioni, privo di energia animalesca, privo di cuore e pulsioni.
Niente a che vedere con i goffi tradimenti, le approssimative scopiazzature che appiccicano all’Arte del Wing Chun tecniche e soluzioni malamente importate dallo sport o da altre conduzioni lottatorie.
Noi abitiamo il tocco sottile che è risveglio del corpo, che esprime Wing Chun: L’Arte della continua trasformazione, dell’incontenibile risveglio, della “Eterna Primavera”, così recita la traduzione dalla lingua cantonese.
E siamo in Autunno, nel mese di Ottobre, a intrecciare relazioni, incontri e scontri, a praticare Wing Chun Boxing per un pugno di ore, nei giardini della Rotonda della Besana.

“Volgendo lo sguardo al cielo, posso distinguere una stella più piccola, perché ce ne sono di più grandi e se non ci fosse il cielo nero, non ci sarebbero nemmeno le stelle. Non si tratta di  una lotta tra il bene e il male, ma piuttosto  del fluire come onde nell’acqua”.

(Bruce Lee)






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