“Poiché
lo scopo è l’insegnamento di un metodo d’azione, poco importa il particolare
movimento che servirà a questo scopo. Si vuole insegnare un metodo d’azione che
è fisiologicamente il più adatto all’uomo”.
(M. Feldenkrais)
E’
una forza esplosiva. E’ arte che vive nel conflitto, vive di conflitto.
Cinque
adepti del Wing Chun Boxing, ai
giardini delle Rotonda della Besana, Milano, tra mura che sanno di antico, un
cielo ombroso ed una luce incerta a colorare le ombre nere.
Le
ombre nere di noi artisti del Wing Chun
Boxing.
Rallento
nei gesti, respiro aprendo le narici al vento lieve, mi prendo cura di me. E
accudisco il crescere dei miei allievi.
L’ironia
ed il sarcasmo di Claudio. La femminilità aggressiva di Angelica. L’impegno di
Giovanni. La concentrazione totale di Valerio.
I
gesti si fanno esplosivi. Il cuneo del Wing
Chun Boxing prende forme diverse, tutte espressioni dell’identico istinto
predatorio.
Le
radici sprofondano e si espandono nella terra umida, come l’assalto guerriero
si riversa, forza gentile e letale insieme, a soffocare ogni spazio intorno, a
frantumare ogni ostacolo davanti.
Niente
a che vedere con le meccaniche sterili che ne mostrano una forma fissa, un
carapace di ripetizioni, privo di energia animalesca, privo di cuore e
pulsioni.
Niente
a che vedere con i goffi tradimenti, le approssimative scopiazzature che
appiccicano all’Arte del Wing Chun
tecniche e soluzioni malamente importate dallo sport o da altre conduzioni
lottatorie.
Noi
abitiamo il tocco sottile che è risveglio del corpo, che esprime Wing Chun: L’Arte della continua
trasformazione, dell’incontenibile risveglio, della “Eterna Primavera”, così
recita la traduzione dalla lingua cantonese.
E
siamo in Autunno, nel mese di Ottobre, a intrecciare relazioni, incontri e
scontri, a praticare Wing Chun Boxing
per un pugno di ore, nei giardini della Rotonda della Besana.
(Bruce Lee)
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