E’ matsuri: la cerimonia di nominazione del
mio nuovo katana.
Chiamo
a me il M° Valerio ed Angelica.
Silenzio.
Le
mie parole escono lentamente, mentre parlo di impressioni … un predatore agile
e famelico, una lama scorrente e
luccicante che appare e scompare fra le ombre del verde stropicciato ai miei
piedi. Mentre rievoco radici lontane, profonde, echi di un mondo selvatico, di
libertà e di caccia, di senso dell’agguato. Mentre parlo di chi ha condiviso
con me il primo incontro col katana: un amico carissimo, Paolo, e mio figlio
Lupo. Un figlio a cui ho dato il nome beneaugurante di un cacciatore, di un
essere libero tra i liberi, di un abitatore di un mondo oscuramente rievocato
nelle pulsioni: un nome che è augurio di libertà e determinazione, di perenne
contatto con i propri sensi.
Il nome con cui riconosco
questo katana è Lupo.
Il
mese in cui questo katana è venuto a me è il mese dell’autunno che transuma dal
rosso caldo dell’estate al gelo dell’inverno. Il mese delle foglie trapuntate
di colori avvolgenti, del verde che si perde nell’oro e nel marrone, nelle
sfumature di rosso e di viola. I colori che vedo ornare il koshirae, l’ “abito”
del mio katana. Il mese in cui è morto mio padre.
Il
mese in cui tutto ciò è accaduto è Settembre.
Gyo, che è andare,
procedere, trasformarsi. Sì, ma dove ? Sì, ma come ?
Lupo
di Settembre, è
questo il nome completo che io dono al mio katana.
“Mio”
nel senso che condivido con l’amico Paolo: è un’arma, un oggetto prezioso, che
vive da quattro secoli e di cui ora io testimonio la presenza. Non ne sono il
proprietario. Io sono solo colui che ne testimonia la presenza attraverso lo scorrere del tempo,
degli anni. Io sono il suo temporaneo custode.
Come
tale, Lupo di Settembre mi accompagnerà lungo il mio percorso,
onorando io la sua storia di secoli ed adattandovi la mia.
Perché
il nostro Gyo sia denso di potenza e rispetto insieme. Per tutto il tempo che
vorrà Iddio, il Grande Coniglio, il mistero della vita …
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