Quando
c’è da festeggiare … il Dojo si riempie. Sempre.
A
festeggiare i passaggi di grado di Giovanni,
Roberto ed Annalisa.
A
festeggiare, con ciò, un tratto di strada percorso insieme.
Festeggiare
è tanto ribellarsi all’esistente: fatichiamo e sudiamo e ce le diamo in pedana
? E noi ora si fa “comunella” e si gozzoviglia in totale relax; quanto
riaffermazione dell’esistente: siamo individui che fanno gruppo, che stanno
insieme.
Festeggiare
è compiere un rito, è connettersi con
gli scopi profondi dell’esistenza umana ( la rinascita, il cambiamento, il rinnovamento,
la rigenerazione) ovvero, qui celebrare un cambiamento rappresentato dal
passaggio di grado, quanto riaffermare il ripetersi di un appuntamento,
ancorarsi alla Tradizione: ogni passaggio di grado va festeggiato, ne va fatto
segno e simbolo con una festa.
Festeggiare
è coniugare il senso della vita con i
sensi del corpo, dare libero impulso all’istinto della fame ed ai sensi del
piacere.
Fame
e piacere, per andare su un piano prosaico, abbondantemente saziati da una
succulenta torta salata, da focacce, da un affettato direttamente giunto dai
contadini della Calabria e da un pezzo di formaggio grana e poi le torte dolci,
il tutto abbondantemente innaffiato da vino e birra.
Chiacchiere
a volontà, pacche sulle spalle, abbracci.
Il
viaggio marziale, pugni, calci, leve articolari e proiezioni al suolo e lotta a
terra, tirar di coltello e menare di bastone, sfoderar di spada e lanciare
falciate letali, archi cruenti di morte, questo nostro viaggio continua.
Continua dentro ognuno di noi: per essere ed esistere consapevolmente.
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