giovedì 9 ottobre 2014

A gambe all’aria


“Come mai quando mescoli acqua e farina, ottieni colla e quando aggiungi anche uova e zucchero fai un dolce ? Dove va a finire la colla ?”
(R. Rudner)

Mattinata di sole. Ai giardini, l’anziano sessantenne sfoglia distrattamente le pagine de “la Gazzetta dello Sport”; attorno a lui, un bimbetto, forse il nipote, scorrazza vivacemente, saltando tra aiuole, praticelli  e lo scivolo. A volte, l’anziano, alza la testa e getta un’occhiata protettiva al bimbo. No, non è il nipotino. Da come gli si rivolge è evidente che si tratta del figlio: questi tempi moderni hanno portato sempre più paternità “anziane”, o “consapevoli”, come è più “politically correct” chiamarle.
Beh, anche io sono un genitore “consapevole”, come quell’anziano ai giardini. Anzi, quell’anziano ai giardini sono proprio io, io come mi immagino una tranquilla Domenica in famiglia. Domenica eccezionalmente priva di incontri e lezioni privati, di seminari di gruppo. Domenica, dunque, interamente dedicata alla famiglia, appunto.

Invece no, perché è tutto frutto della mia insana immaginazione. O meglio, tutto è capovolto nella mia insana immaginazione. Entrambi, io e Lupo, siamo ai giardini, ma sono stato io a insistere perché Lupo strappasse le sue tenere chiappe dal divano. Sono io quello che salta e suda, non tra aiuole e scivolo, s’intende, ma sciorinando la mia danza Tai Chi Chuan tra cespugli e praticello, mentre è lui quello incollato alla panchina, capo sprofondato nella lettura ( beh, non certamente della “Gazzetta”, dai !!)

Lo scrissi già un paio d’anni or sono, trattando di educazione e “sapere”, laddove le nuove conquiste tecnologiche hanno ribaltato, messo gambe all’aria, il tradizionale passaggio. Non è più l’anziano a spiegare le cose del mondo al giovane, ma è quest’ultimo, autentico genietto della tecnologia, a guidare lo spaesato anzianotto tra web, giga e Wi Fi. E questo, anche se avviene in un’isola tra le tante terre del sapere umano, è profondamente indicativo, emblematico del cambiamento e, soprattutto, foriero di estendersi ad altri campi del nostro sapere.

Un cambiamento che, con la sindrome imperante dell’eternamente giovane, con lo sparire del complesso di Edipo per lasciar spazio a quello di Narciso, con il conflitto generazionale sul lavoro, artatamente messo in atto dai poteri forti e dai soliti politici del malaffare,  spinge sempre più in un angolo l’anziano, il mondo ed i valori anziani, il loro passare il testimone ai giovani, per dare invece libero sfogo ad una incerta quanto prepotente egemonia giovanilista, di giovani e giovanissimi.

Tra stampanti in 3D, nanotecnologie, intelligenza artificiale, un impressionante sviluppo tecnologico che, in poco più di un ventennio, ha corso come un secolo intero, non c’è da stupirsi che l’anziano abbia perso gran parte di quel rispetto che l’esperienza gli dava agli  occhi di uno “sbarbato”. E pare del tutto naturale quello che solo vent’anni fa sarebbe parso abnorme o , quanto meno, riservato a pochi, pochissimi. Ovvero, che un giovanotto di ventisette anni, mio figlio Kentaro, per lavoro, ceni in un’isola della Spagna, l’indomani faccia colazione, sempre di lavoro, a Barcellona, pranzi, ancora per lavoro, a Roma e, finalmente, il giorno stesso, metta le gambe sotto il tavolo per la cena a Milano.

Ancora un volta mi vengono in soccorso le Arti Marziali, con  il caro Sun Tzu; “Solo con l’addestramento si può ottenere disciplina , in caso contrario, vi sarà indisciplina”.  Ovvero, attenzione costante alla persona in tutte le fasi della sua crescita, capacità di accompagnare e guidare in modo costante ma invisibile e non invasivo. Sun Tzu ci spiega che se la truppa è indisciplinata, responsabile è chi ne sta alla testa. Dunque, non importa saper usare con disinvoltura una semiautomatica, importante è saper guidare in battaglia, con strategie vincenti, chi la semiautomatica la maneggia, anche se noi ancora siamo fermi  ad armeggiare con la pistola ad avancarica.

Allora, presto, in casa, l’arrivo di Kaos, un cucciolo di Boston Terrier, che sarà quotidiano ed eccitante motivo di distacco dal divano per le tenere chiappe di mio figlio Lupo. Chiappe che non potranno esimersi dall’agitarsi, gambe comprese, dietro alle scorribande del cagnolino, mentre io, forse suderò col Tai Chi Chuan ai giardini o … forse, seduto su una panchina, starò a godermi i caldi raggi del sole, che “la truppa” si sta esercitando al movimento ed alla corsa !!

 “La creatività non fa a pugni con la disciplina”
(J. Cruijff)





 

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