lunedì 29 settembre 2014

Il benvenuto del guerriero


“Tourner la page est un gest bien difficle, mais tourner le dos est une voie bien haissable”

 Nessun potere mortale che non sia acciaio, che non sia falciata rapida ed assassina.
Ogni guerriero deve, ogni guerriero sa, fare la su parte.
E noi la facciamo, oggi, Sabato 27 Settembre. Io, con Valerio, Silvano, Simona e Giovanni, al primo Seminario Kenshindo della stagione.

Gekken, scherma libera. Uno contro uno; uno contro molti. Spada lunga contro spada lunga, poi spada lunga contro spada corta.
Il mondo, lo scorrere delle cose, le persone stesse, rispettano coloro i quali hanno vissuto degli scontri.
Nessuna goffa bugia potrà farti stare in piedi a lungo. Nessuna piccola o grande scusa, nessuna precipitosa fuga attraverso “quel tuo falso incidente” e dentro sere e pomeriggi rosicchiati dalla polvere  della noia e dei passatempi, dell’egoismo e dell’onanismo dissoluto. Perché la vita, il vivere, ci insegna che tutto ciò che dai, in un modo o nell’altro, ti ritorna.
Allora, ansimanti, sudati, noi oggi scegliamo di stare nella mischia, nello scontro.
La paura è una forma di energia che scaturisce dal vuoto, fluisce dentro e nel vuoto ritorna. E questo suo fluire lascia rimasugli, pieghe contorte nella coscienza. Come è per il coraggio. Il coraggio di affondare l’arma nella gola dell’avversario, di menare fendenti a scuotergli il cranio: Danza folle e spavalda sul confine del vuoto.
Nel mezzo del cerchio, non ti difendi e basta. Anche attacchi, mentre ingaggi e laceri il manto oscuro, la muta famelica, che ti avvolge e ti stordisce, che ti caccia in un angolo per divorarti.
Lungo il perimetro del cerchio, quando sei tu nel branco dei lupi, non solo attacchi, anche difendi il branco e la sua strategia di aggressione, anche balzi davanti all’uno o all’altro per avventarti sulla presa.

Il tempo scorre e, ansimanti e sudati, ora le mani brandiscono l’acciaio.
Una spada, ogni spada, ha la sua voce, sta a te lasciarla cantare. E la mostri, completamente eretta, quasi arrogante. Prepotentemente fallica e insieme accogliente e sinuosa. Acciaio che promette, di più, che impegna ad una fine.
Echi di uomini e duelli antichi.
Tanseki, giorno e notte; Tozan, salire la montagna, sesto e settimo kata, prima a solo poi in coppia.
Ogni incontro, ogni duello, che sia regolamentato o meno, mostra  l’uomo, mente fragile in una carne percorsa da pulsioni profonde.
Mostra orgoglio, paura, disprezzo, odio, coraggio e semina chicchi di pazzia.
Mostra, comunque, l’alternanza di inizio e fine. Sempre.
Falciata verticale calante, sibilo silenzioso.
Strisciata obliqua incrociata, aria calda che si affloscia su se stessa.
Movenze rapide, corpi accucciati in agguato. Tagli e contro tagli a lacerare, a strappare.

Tre ore sono trascorse. Tre ore di lotta e predazione.
A scoprire quel che già sappiamo: la preda non è fuori da te, non è altro da te, la preda  sei tu stesso.

Da qualche parte, in una casa o in un centro commerciale, davanti ad un caffè o ad un televisore, altri sgocciolano la loro unica vita, lasciando che il katana mangi polvere e noia affisso ad un muro o ostentato su un katanakake.
Noi cinque, mastichiamo carne e pulsioni ed emozioni e passioni e sudore e forte legame di gruppo, di branco.
Kenshindo: la Via dello Spirito della Spada. Pratica aperta a tutti, ma scelta da pochi.

 “ Pratica come vuoi, certamente, ma alla fin fine, perché sia una buona pratica, essa deve sinceramente esprimere te stesso, quel che tu sei ora”
(M° Yamazaki Ansai)

 






 

2 commenti:

  1. Già il venerdì sera, al corso di Kenshindo, si poteva annusare quanto ci avrebbe atteso il giorno seguente. Ma non potevo annusare quanto è stato..
    quando preda vigile sul mio spazio,quanto posso scappare con un muro alle spalle?e mi apro spazio tra fendenti a chi entra nelle zona calda, a portata di lama, fino dove il cuore arriva. Predatore poi nel branco sorveglio ma non infierisco alle spalle troppo facile e in quel momento un pò vigliacco, mi è parso..e così pungolo, mi limito a far sentire la mia presenza nel branco..snervando la preda, e opportunamente attaccandola ma mai alle spalle, quello sò già farlo ed è il momento di creare altro.
    Preda e predatore si uniscono,in una sola parola che risuona come un gong tibetano: Lottare.
    fuori,dentro, fuori e dentro, e ogni volta scorgo meglio che l'avversario più temibile,sono io stesso. Sono io che devo lottare con me per non fuggire, per colpire, per non stare immobile e per non muovermi spossatamente, che se non riesco ad avere la meglio su me stesso,come posso pensare di averla su uno o più avversari?
    trovare la frugalità in ogni movenza,pensiero,gesto e urla dal profondo che vengono vomitate senza essere pensate,o decise prima...come magma dalle profondità oscure e incandescenti della terra,che semplicemente emergono.Ammazzademoni sempre meno pesante, così le mie spalle benchè ancora abbia sentito,quanto tenda a strafare,esagerare, contrarre...lunga la Via per Ixtlan, una Via di acciaio,sangue e pulsioni..ogni volta, differenti quanto lo sono io e le mie emozioni.
    Oss!!

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  2. Pulsioni,... forti pulsioni. Percepivo nell'aria vibrazioni. Respiravo e mi sembrava di annusare l'odore altrui. Respiro lento, profondo….Lo sguardo presente, le pupille piano piano sembravano ingrandirsi e gli occhi quasi volessero dominare tutta la situazione, tutti i pericoli. Le orecchie ben dritte, proprio come gli animali, attente ad avvertire ogni minimo rumore. Le fauci pronte ad addentare e lacerare.
    Proprio queste le sensazioni dentro e fuori dal mio corpo. Un’emozione primordiale di sopravvivenza ho vissuto in questo seminario…Emozione davvero forte …..di morte e di vita... E Capire che non c’è difesa senza attacco, che non ci sono ruoli, ….ci sono io, Io da sola, io nel Branco, io contro il Branco…. Ma sempre IO. Io alla fine la preda! Ed allora è li che scatta la sopravvivenza…..il desiderio di non soccombere.
    E Poi, al mio fianco la mia “Lampo Dorato”, compagna di tante avventure….Dopo la carica emotiva del Gekken , questa volta estrarla è stato molto più intenso di altre volte…..il cuore mi pompava dentro….. l’emozione della vita e della morte, avendo la mia Spada con me, da una parte mi frenava ma da una parte mi spingeva….perché sapevo che una volta estratta, la mia lama non avrebbe risparmiato nessuno.
    Tanto mi è entrato dentro questo seminario che a distanza di una settimana, ne sento vivo il ricordo…e la mia pancia ancora ribolle…
    Oss!

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