lunedì 19 giugno 2017

Tizi coreografo?



Il teatro, quel magico luogo ove lo spettatore si lascia trasportare in luoghi ed avvenimenti altri da sé quanto, sovente, metafore di luoghi ed avvenimenti che sono, invece, parte integrante, seppur camuffata, seppur tenuta nascosta, si sé e del proprio vivere.
Se è vero che ogni individuo, chi più chi meno, vive ogni giorno sotto il desiderio di nascondere le caratteristiche e le motivazioni personali, assumendo una quantità di ruoli e di maschere esistenziali differenti a seconda che ci si trovi in famiglia, al lavoro, fra amici, ecc. l’attore, in scena, a teatro, ha l’occasione, in un gioco creativo di scambi ed illusioni, di atti di prestigio e disvelamenti crudeli, di spogliarsi e spogliarci delle maschere, inducendoci ad osservare quanto di nascosto e insolito e diverso vive nel nostro personale sottobosco.

In sintonia con alcuni dei più grandi creatori di teatro, io vedo il fare teatro come un luogo di disvelamento, in cui l’attore, esprimendo il potenziale inespresso accresce la capacità di fare esperienza. Ovvero coinvolgersi in toto, essere fisicoemotivo, intuitivo.
Con queste premesse, ho accettato di buon grado l’invito di Anna Zapparoli, regista dello spettacolo “Un sogno chiamato Europa”, a guidare gli attori della compagnia “Dual Band” lungo il percorso di combattimento che è una delle scene dello spettacolo stesso.

Forte delle mie esperienze di movimento e di pratica del combattimento, con un poco di sentore di coreografie, residuo degli anni in cui lo Z.N.K.R, primo in Italia, presentava in piazze e teatri e circoli e palazzetti, le Arti Marziali all’interno di un linguaggio più propriamente teatrale, mi sono accostato in “punta di piedi” a questa nuova occasione di fare esperienza, di misurarmi con un aspetto del fare movimento così diverso dal mio usuale.
Sostenuto dallo sguardo capace di Anna e dalla generosa collaborazione degli attori tutti, abbiamo lavorato in un paio di sessioni perché l’intreccio di corpi ed il loro riempire il palcoscenico, ben coniugasse il senso aspro del confliggere con le esigenze estetiche. Uno sforzo spontaneo di fronteggiare le necessità della situazione, un momento di più minuti in cui il gruppo in scena sapesse interagire, in un linguaggio conflittuale, allo scopo di raggiungere l’obiettivo di emozionare e coinvolgere il pubblico nella trama della vicenda.
Era importante che ogni attore come il gruppo stesso, agisse attento e aperto a qualunque mossa inusuale, imprevista che, inevitabilmente, scaturisce nel caos di una lotta ancorché insieme costruita nei gesti e nelle “tecniche”.

Beh, io ho dato il massimo e mi sono divertito. Il risultato, nelle prove, mi è parso di buona fattura, così come soddisfatti mi sono sembrati Anna e gli attori coinvolti.
Tant’è che già sono intercorse parole di collaborazione per l’Orlando Furioso, dove ci sarà da cimentarsi con spade ed armi varie.
Una prospettiva che molto mi alletta, una porta aperta sul fare coreografia del combattere e del duellare, un’altra occasione per crescere.

Chi lo volesse, sulla pagina fb della Dual Band, troverà un breve video di questa mia esperienza di … “coreografo” (!!).

Ma, certo, l’appuntamento clou è
Mercoledì 21 e Giovedì 22, presso “Il cielo sotto Milano”,
nella stazione del Passante Ferroviario di Porta Vittoria, in Viale Molise,
per lo spettacolo “Un sogno chiamato Europa”.
 
 


 

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