Ne approfitto per riprendere in mano “Gli Enneatipi in Psicoterapia” di Claudio Naranjo.
Gli Enneatipi sono una lungimirante interpretazione dei caratteri umani.
Incredibilmente solo sfiorati dalla sciocca manipolazione New Age che ha, invece, stravolto e depotenziato pratiche di tutto rispetto come altre già di per sé di scarso o nullo rispetto quali I Ching, Tarocchi e segni zodiacali (1), il loro studio è un acuto materiale in ogni pratica di aiuto, counseling o psicoterapia.
Sempre che siano saldamente nelle mani di un autentico conoscitore e non di un “apprendista stregone”.
Le origini dell’Enneagramma si perdono nei secoli,
mischiandosi con culture, segni, simboli di diversa provenienza. Chi richiama
una lettura simbolica dell’Odissea di Omero, chi la geometria sacra dei
pitagorici e poi Platone ed i suoi seguaci.
Certamente in Occidente, fu Georges Ivanovic Gurddjieff (?
– 1949) il primo ad esporre l’Enneagramma, attribuendone la conoscenza ad
insegnamenti Sufi da lui ricevuti, e a farne uno strumento di lavoro per la
crescita individuale.Dopo di lui, la figura più eminente fu Oscar Ichazo (1931) che lo propose come metodo per descrivere i diversi aspetti dell’esperienza umana (2). Da lì, l’Enneagramma si diffuse negli ambiti più disparati, con ampi scontri tra i vari caposcuola.
E’ però innegabile che le mappe dell’io di provenienza sufi, della cabala e dei gesuiti, bene si integrino con le teorie della psicologia, riconoscendo nei nove aspetti tracciati dall’Enneagramma un terreno comune di integrazione della natura umana.
Claudio Naranjo (1932) è uno psicoterapeuta formatosi con
diversi studiosi di prestigio, quali Ignacio Matte Blanco, psichiatra e
psicoanalista, Carlos Castaneda, dottore in filosofia, scrittore e sciamano,
Fritz Perls, psicoterapeuta e padre della terapia gestaltica, entrando a far
parte della comunità di Esalen. Questa fu un autentico crogiuolo di idee e
sperimentazioni, di cui, tra gli altri, fecero parte Alan Watts, cultore dello
Zen ed autore di “Lo Zen e il tiro con l’arco”, quello che probabilmente fu il
primo Maestro ad introdurre in Occidente il Taoismo ed il Tai Chi Chuan, il
Maestro Gia Fu Feng, l’aikidoka e psicoterapeuta George B. Leonard (3).
Successivamente, Naranjo fece un percorso spirituale con lo
stesso Ichazo, bruscamente interrotto per divergenze tra i due.Io ho avuto la fortuna di assistere ad alcune sue conferenze e di studiare, nel mio percorso gestaltico, sotto uno dei suoi migliori allievi, Riccardo Zerbetto, psichiatra e psicoterapeuta.
“La mappa non è il
territorio” (espressione attribuita ad Alfred Kozrzybski, creatore della
GS, la semantica generale), con questo avvertimento, possiamo avvicinare
l’Enneagramma, e in particolare i nove enneatipi, così come proposti da
Naranjo, come strumento valido per la conoscenza di sé.
Dei vari “schemi” dell’Enneagrama che affollano anche
internet, mi piace proporvi quello che trovate in
nel caso vi foste incuriositi e voleste una lettura pur del
tutto superficiale.
Se, invece, voleste saperne di più, ecco allora il corposo
volume di Naranjo “Gli Enneatipi in
Psicoterapia”.
Magari sarà il primo passo per intraprendere un autentico
percorso su di sé, affidandovi, mi raccomando, a psicoterapeuti esperti e
tenendosi lontano dai corsi e da “pacchetti” in stile New Age.Il Centro Studi di Terapia della Gestalt ( http://cstg.it/ ), la scuola dove io ho studiato e mi sono diplomato nel 2007, è direttamente collegata con Claudio Naranjo e con il SAT, il percorso di crescita che lui propone e comprende lo studio / pratica sugli enneatipi)
Ah, volete sapere che “numero” sono io nell’Enneagramma?
Non ve lo dico!!
1. In una rivista di psicologia, anni addietro, lessi di
questo “effetto circo Barnum”, ovvero di come sia relativamente semplice
costruire un oroscopo personalizzato che, in realtà, tale non è. Mescolando
sapientemente affermazioni generiche, lusinghe e qualche dettaglio specifico,
il soggetto viene ingannato e portato a credere che realmente sia il sui il
soggetto di tali … panzane.
Una mia cara amica, la cui madre tutt’ora campa agiatamente
confezionando oroscopi e lettura dei Tarocchi, me ne diede esempio “de visu”.
Davvero, come pare abbia detto Barnum stesso, “Nasce uno sciocco al minuto”.Le mie letture dei libri di Gourdjieff e dei suoi seguaci, l’incontro con uno dei pochi italiani ad essere stato introdotto alla “Quarta Via”, pur nel loro fascino, sono troppo poco perché io abbia anche solo un parere in merito.
Pratiche corporee e psicoterapeutiche, esperienze di stati di allucinazione, meditazione, confronto serrato di idee, tutto concorreva a farne il fulcro da cui, successivamente, dipartirono uomini e scuole diverse tra di loro ma accomunate dall’identico amore verso l’uomo e la sua crescita e trasformazione.
Infatti, ad Esalen, in quegli anni, confluirono, oltre ai già citati, anche lo psichiatra Stanislav Grof, fondatore della “Respirazione Olotropica”; Richard Price, piscologo; Abram Maslow, fondatore della “”Psicologia Umanistica”; Ida Rolf, creatrice dell’omonima pratica di massaggio; Don H. Johnson, fondatore di “Somatics”; Alexander Lowen, psicoanalista, allievo di Wilhelm Reich e fondatore dell’” Analisi Bioenergetica”; Gregory Bateson, il padre dell’ “Analisi ad Orientamento Sistemico”; John Grinder e Richard Bandler, creatori della PNL “Programmazione Neuro Linguistica”.
Con loro, una giovanissima Joan Baez, agli inizi della sua attività di cantante folk e di attivista pacifista; Jeffrey J. Kripal, indologo; Frederic Spielberg, uno dei fondatori della moderna scienza dello studio comparato delle religioni.
Mi riesce difficile trovare una comunità altrettanto vivace e geniale, impegnata sulla creatività umana come forma espressiva basata sul piacere di realizzare la propria persona grazie ai propri autentici desideri e passioni, perché “La salute di un individuo dipende dalla possibilità di essere creativo, cioè di ‘autorealizzarsi’, e coincide con l’espansione fiduciosa delle proprie potenzialità, con il dispiegarsi delle caratteristiche neoteniche proprie della specie umana” (A. Carotenuto).
Post
illustrato con foto scattate ad un recente pranzo con gli amici venutimi a
trovare, dove Monica ci ha deliziato con piatti originali e gustosi ed io, a
chiudere la malattia che mi aveva steso al tappeto, mi sono permesso un paio di
bicchieri di vino. Evviva!!
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