martedì 10 ottobre 2017

Outfit



Ecco cosa ti chiedo, ecco cosa chiedo a te che hai appena varcato la soglia del Dojo: lascia fuori le tue convinzioni, le tue credenze, persino le tue aspettative.
Come fai con le scarpe, che riponi accuratamente nella scarpiera, per poi attraversare la sala a piedi scalzi o in comode e informali ciabatte, così fa con le tue convinzioni. Lasciale lì, le ritroverai di nuovo all’uscita, terminata la serata, se vorrai ancora indossarle. Nessuno te le porterà via e forse sarai tu stesso, nell’indossarle, a sentirti meno comodo, quasi a disagio, ricordando quell’ora o due in cui hai camminato libero, libero hai percorso una strada del tutto nuova, inesplorata, libero ti sei scoperto corpo agente, corpo vivente, corpo integro.

Certo che è difficile. Sei entrato qua con i tuoi schemi mentali e motori, le tue certezze, a volte una fragilità nascosta dietro espressioni da “duro”; spesso una maschera sul volto, maschera a cui si adeguano, schiavi passivi e infelici, i tuoi gesti, la tua corporeità tutta.

Tocca a me aiutarti a scoprire che i movimenti non sono un semplice meccanismo, un mezzo per raggiungere uno scopo, perché le azioni motorie esercitano un ruolo fondamentale nella formazione della mente, delle idee, condizionano ogni nostro apprendimento.
Movimenti, schemi motori, contatto fisico, sviluppano e plasmano la logica mentale, “melodie cinetiche” le chiamava Alexander Lurija, creatore della neuropsicologia.
Anche solo immaginare un gesto, un azione, attiva nel cervello la corteccia premotoria, nel lobo frontale.

Tocca a me accompagnarti in quella che le neuroscienze ora chiamano “Stimolazione bilaterale degli emisferi”, “Stimolazione neurosensoriale polimodale”, e già secoli or sono l’intuito taoista la chiamava semplicemente “Equilibrio del Tao”.

Allora ti invito a mimare nell’aria, con le braccia, il segno dell’infinito, dell’otto rovesciato, e già solo così, con un gesto semplice e povero, emisfero destro ed emisfero sinistro iniziano a dialogare, ad entrare in connessione. (1)
Sì perché il nostro cervello non è una struttura completamente formata e immodificabile, ma un processo dinamico, in continuo mutamento e sviluppo.

Ogni volta, ad esempio, che incontriamo qualcuno, con qualcuno ci scontriamo, si attivano numerosi sistemi neuronali e aree del cervello. Sono esperienze che, scrive il neuropsichiatra Jean Michel Oughourlian, concorrono a influenzare e modificare, la nostra stessa personalità. Si tratta di un “rapporto mimetico” definito da Oughourlian con il nome di “terzo cervello”. Al cervello cognitivo e al cervello emotivo si aggiunge così il “cervello mimetico”, il terzo cervello, il quale mette in evidenza il rilievo della relazione e della reciprocità. E’ il cervello del sistema dei neuroni specchio, dell’empatia, dell’amore e dell’odio.

Se Perls, il fondatore della terapia gestaltica”, scriveva “Contatto è saper apprezzare le differenze”, ecco che qui, in Dojo, nel contatto che a volte è reciproco aiuto altre è scontro diretto, impari a cogliere e coltivare le differenze, quelle tra te e l’altro ma, prima ancora, quelle che scorrono, si rincorrono, si azzuffano, si mescolano, dentro di te.

Sempre che tu abbia il coraggio, l’azzardo, di lasciare fuori di qui le tue certezze e la tua maschera, o, almeno, tu sia disposto a provarci. Tu sia disposto a fare della tua fragilità, che nascondi e ti spaventa, la leva per creare una forza enorme, inimmaginabile. (2)
Sempre che io sia in grado di accompagnarti, senza annoiarti né stancarti, senza lasciarti deluso per i successi che stentano ad arrivare o spaventato per i successi che, arrivati così inaspettatamente, tanto ti turbano.
Sempre che tu abbia voglia di riaccendere in te quella fiammella guerriera che arde dentro ognuno di noi e che, sovente, le nostre scelte piccole e conformiste, quelle deboli ed insicure che si sono piegate di fronte ad un percorso di studi da prendere, ad un posto di lavoro da lasciare, ad una donna o ad un uomo a cui dire “Basta”, ad un figlio che ci spaventava far nascere, hanno ridotto ad un misero lumicino.

Ti va di ardere nuovamente?

 

 

 

1. “Possiamo dunque pensare al cervello rettiliano di MacLean come corrispondente dell’Es di Freud, cioè degli istinti primordiali, così al cervello paleo mammaliano come sede dell’Io e alla neocorteccia come il luogo del Super-Io, preposto quest’ultimo, come ci ricorda Raffaello Vizioli, alla coscienza morale, alla critica e al giudizio. Si tratta di una concezione che MacLean ha verificato scientificamente, che Platone ha intuito e che Freud ha percorso su altri fronti” (Guido Brunetti)

 

2. L’immagine è atto fondamentale nel processo formativo dell’uomo. La psicologia ci dice che, a livello di strutture ancestrali, gli istinti vengono condotti originariamente attraverso immagini anticipanti. Questo a suo modo legittima la concitata ricerca, e con essa la smodata attenzione mediatica, che induce uomini e donne di ogni età ad essere sempre più succubi dell’ossessione del corpo, con “un atteggiamento simile a quello dello scultore che mai è soddisfatto della sua statua che ricava dal marmo” (Claudio Lombardo); si tenta, così, di ottenere un corpo diverso dai corpi cosiddetti normali e che sia invece ammirato, o almeno accettato, dal proprio Super Io così gracile ed insicuro, come dalla collettività.
Ma quando l’immagine interiore (autoimmagine) – raffigurata artisticamente nel proprio Io – non ricalca l’immagine esteriore (il corpo) si suscita un disallineamento che si manifesta a livello comportamentale. Quest’ultimo, generalmente porta all’indebolirsi dell’interiorità e, nei casi psichicamente più gracili, genera frustrazione, senso di estraniamento, indecisione, disattenzione, confusione dei sentimenti e anche anaffettività.






2 commenti:

  1. cosa mi chiedi tu?
    ho scelto io di venire da te, quindi accetto quanto mi proponi e io, sempre, riconosco quanto metto in gioco di me.
    Cosa mi chiedo io? perchè ho scelto di essere qui?cosa mi spinge a continuare questo "praticare dentro" così nel profondo?
    domande che prima o dopo vengono alla luce, risposte che portano a conseguenti scelte..

    ricordo quanto mi attirò questa intervista http://www.kali.it/tiziano.htm
    qualcosa entro me sapeva che era quanto cercavo, lì vi erano le chiavi per entrare dentro me, conoscere e trasformare o semplicemente accettare i miei molteplici frammenti.

    Tra tanti che insegnano superficiali tecniche, o Guru come banconote da tre euro, militari duri e letali quanto i loro coltelli di plastica, o fantomatici "Maestri" che vogliono venderti nuvole di polvere, bambini mai cresciuti che spargono solo sudditanza e certamente anche persone serie, che campano su questo o che hanno un loro lavoro e non gli interessa far divenire l'insegnamento un proprio lavoro, che un lavoro lo hanno e altro li smuove per venire ogni sera a insegnare a cacciare a chi vuole imparare a farlo. Tra questi ci siamo trovati Tiziano, e ancora scelgo di apprendere dai tuoi insegnamenti anche ora che il mio corpo mi mette a sedere, da terra trovo modo di dondolarmi,rotolare, utilizzando il modo più ecologico per muovermi "corpo".
    Due mesi a casa, senza praticare con te e gli altri in dojo, dopo un continuato o quasi dal 2008 mi insegna a "fare senza fare", poco e buono seppur manco di altri con cui scontrarmi e riconoscermi nel conflitto ora, solo ma pregno di immagini, e di conoscenze acquisite mantengo il sorriso, e con dolcezza senza forzare attuo.

    Lavoro Tai Chi, allungamenti e spirali in cui ancora eccedo, troppo..fare ancora meno che le energie sono poche e il sistema nervoso e sotto stress. Che Il Tai Chi rigenera ma lascia anche esausti..chi dice che il Tai Chi è una ginnastica dolce e non sudi nemmeno non ha mai praticato Tai Chi...e mi vengono in mente tante persone che lo "praticano" ( cosa mai gli avran venduto?).

    "chi incontra il demone muore.
    chi non muore diventa schiavo.
    chi non diventa schiavo diffonderà il demone"
    (Kai Zen)

    Trasformo col movimento, la mente, muovo corpo e creo immagini, e così plasmo me stesso,mai identico a prima.
    In questi anni ho appreso, grazie ai tuoi insegnamenti, che posso modificare molti stati d'animo (o stati d'essere), attraverso movimenti del corpo per consentire un costante equilibrio ai tre cervelli (rettile,mammifero e razionale), corpo mente spirito nel mio corpo, frutto di scelte passate, atto a confliggere con due nemici interni. E che viceversa la mente ha potere sul corpo, che la voglia di fare ostinata,spesso si rivela di intralcio nel perseguire l'obiettivo.

    Ho conosciuto le bellezze e le mostruosità laceranti dell'Acciaio, la sinuosità esplosiva del kenpo, il fuoco rovente del Wing Chun, il sorridere mentre cantando, ricevi pugni in faccia, vortici di passioni che salgono spiraloidi portando pugni,calci,ginocchiate..portandomi dove voglio.

    E sò un pò di più chi sono, poichè sò chi voglio essere.
    Dove vado?
    Vado dove voglio andare.
    Chi ero ieri, non sono oggi, ogni giorno un pò di me muore per darmi nuova vita, chi voglio essere ora cambierà un tempo come tanti ne sono venuti altri verranno. E dove voglio andare magari avrà una direzione diversa un giorno, come in passato tante le strade percorse ma l'importante è quì,è ora. E ora una parte di me è sempre lì con voi, un fuoco ravvovato in quella foresta, con la sua legna continua ad ardere e presto faremo fiamme assieme da illuminare quanto i fuochi nella notte di San Giovanni
    (La notte di San Giovanni destina il mosto, i matrimoni, il grano e il granturco)
    proverbio popolare

    "la Luce era nel Mondo ma le Tenebre non l'hanno compresa"
    dal Vangelo di San Giovanni

    RispondiElimina

  2. Grazie per il tuo post, Gio.
    Post che “sento”, che colgo emozionato ed emozionante.
    In questi anni di mutamento,
    mutamento che investe il cuore della pratica potenziandola fino a trasformarla in un corpus affascinante, di grande salute psicofisica e letale efficacia combattente;
    mutamento anche di sede e, dunque, di struttura della Scuola e dei corsi,
    parole come le tue mi incoraggiano a proseguire in questa strada così diversa, eversiva, Tradizionale nei principi e innovativa nella didattica.
    D’altronde, non c’è bisogno di citare grandi pensatori per comprendere quanto ogni buon ‘commerciale’, ogni buon piazzista di aspirapolveri o di saponette sa: la personalità di ogni individuo è un sistema di idee, ognuna delle quali deve sembrare collegata alle altre. Le idee estranee al sistema vengono allora ascoltate con estrema diffidenza e più spesso subito respinte, non considerate come base d’azione; solo le idee che non cozzano con il sistema sono ascoltate e, in seguito, forse, accettate.
    Dunque, per vendere il prodotto, l’imperativo è iniziare sempre da idee e proposte che abbiano una evidente affinità col sistema di idee e credenze del cliente!!
    Le nostre idee, la nostra pratica, si mostrano, invece, subito come antagoniste, persino alternative, al diffuso ciarpame imperante. Troppo diverse, troppo invadenti l’identità stessa del “cliente”, perché questi possa ascoltarle e, addirittura, provare.
    Ricordo, primissimi anni ’80, lo scalpore che, nella cerchia dei miei conoscenti marziali, suscitai nel mentre che, sulla scia di quanto già impostava il Maestro Bellettini e forte dei miei saperi in ambito sportivo agonistico, presi ad allenare il gruppo agonisti (allora insegnavo ancora Karate) con tanto di cronometro, ripetute, metodo Fartlek e simili. Un’eresia nelle cigliosi e paludate istituzioni del Karate!!
    Dunque, avanti così: “Sangue freddo e passione folle” scriveva Lenin e, magari, ancora tanti anni insieme io e te e chi vorrà accompagnarci

    RispondiElimina