C’è la Tradizionale “cena sociale”, che raccoglie,
attorno a un tavolo del “Pepe Nero”, l’intera famiglia
Spirito
Ribelle ZNKR.
C’è Davide, appena arrivato dopo un anno passato in India
e prossimo a tornarci, in un viaggio di mistero e formazione adulta.
C’è Andrea, ad attenderlo l’Australia e il progetto di là
trasferirsi e là costruire il suo destino.
C’è un guerriero, o una guerriera? (dopo pochi giorni
sapremo che sarà “guerriero”), che si
prepara ad affacciarsi alla vita quotidiana, intanto si crogiola nel ventre di
Ellis.
Ci sono Paolo, sempre vicino all’acciaio della Scuola con
consigli e suggerimenti, ed il figlio Amos, sguardo vivace e un sorriso per
tutti.
Con loro, ci sono gli allievi praticanti, chi ai corsi in
Dojo, chi solo per i Seminari, chi al corso all’aperto nei giardini Marcello
Candia.
Appunto, l’intera famiglia, l’intero clan Spirito Ribelle ZNKR.
Ognuno racconta, ognuno chiacchiera. Ognuno porta del suo
a questa che è la festa di fine stagione.
Carni, pizze, birra e dolci.
Tante cose da raccontarci, che è sincera amicizia anche
fuori dal Dojo.
E il gradito, alcolico, regalo che scarto emozionandomi,
perché ne sento il sentimento che tutti i presenti vogliono comunicarmi.
Ma c’è anche la serata, voluta fortemente da alcuni, in
cui trovarci tra praticanti a discutere di come stiamo praticando, di dove
stiamo andando in questo nostro particolare percorso, unico nel variegato panorama marziale italiano.
Così, giorni dopo, siamo ancora insieme, al “Birra e
Polpette”, e qui pensieri e parole vertono tutti sulle Arti Marziali.
Le risposte sono ancor di più, percezione fertile di un
terreno di caccia enorme ed abbondante, in cui la consapevolezza comprende cosa
stiamo facendo, come lo stiamo facendo e cosa sta succedendo nell’insieme.
Si fondono gli elementi base per forgiare un corpo
marziale ed un agire marziale, a partire dall’aprire (articolazioni, tessuto
connettivo, muscolatura profonda), rilasciare ma non rilassare, sprofondare
accettando la gravità terrestre per poi emergerne senza sforzo, riempire …
Un fluire che ha del magico e lascia scorrere, in cui
ogni movimento è parte integrante del successivo.
La proposta dei Neri, in cui ognuno di essi può essere
liberamente svolto con una “trasmissione” diversa, con un una serie di spirali
che avvolgono il corpo proiettandolo nello spazio lungo diversi tragitti e
dunque diverse applicazioni della stessa forza,
Le posizioni statiche, Ritsu Zen, lavorate sempre con
l’immaginazione dentro e lungo il corpo.
Le strategie di base, quattro fondamentali e quattro
secondarie, del Tai Chi Chuan.
Il gioco di scambio ed amalgama tra Terra, Acqua ed Aria.
Il lavoro sugli animali che, dopo gli anni in cui era
racchiuso solo nel Chi Kung della “Scuola Improvvisa” come strumento
terapeutico, è divenuto, ampliandosi ed arricchendosi di altri elementi, anche
un lavoro di contatto con il terreno quanto di contatto con l’animalità
presente in ognuno di noi; è divenuto stimolante fase di apertura per ogni
incontro, in cui fluire, rotolare, strisciare, balzare, gattonare.
Ora che l’incontro a due con ritmo, spazio e tempo è
divenuto prassi comune e già ci siamo avventurati nei combattimenti uno contro
due, ci attendono esplorazioni nell’estrazione con la mano sinistra, nella
pratica Nitten Ryu, spada lunga (Katana) e spada corta (wakizashi), nei duelli
armi povere come jo (bastone corto) e sai (i piccoli tridente) contro katana.
Sono gli allievi a scegliere Nitten Ryu,
allora, da Settembre, impugneremo due spade !
Domande e suggerimenti si rincorrono, tra gustose
polpette e birra a volontà.
La Scuola, ancorché piccola, da tempo mostra grandi e
forti segnali di rinascita, eccellente
polo di pratica.
La qualità del fare, nei suoi indissolubili aspetti di
efficacia
ed efficienza gestuale, autentico saper combattere;
come ineludibile preludio a
terapia
e individuazione, autentico percorso di crescita e
trasformazione;
salute
fisicoemotiva, autentico equilibrio psicofisico;
è certa e sempre alla ricerca del meglio, tra Tradizione
e contemporaneità.
Libero ed indomabile
Spirito
Ribelle.
“Imponi
la tua sorte, tieni stretta la tua felicità e procedi verso il rischio”
(René
Char)
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