domenica 26 agosto 2018

Il meglio è il Kenpo Taiki Ken



 

Piove, ed acqua come manrovesci nient’affatto materni a sbattere su case, alberi e figure umane.
Il verde, come tinto d’intenso.
Mi muovo rapido.
Non è che la pioggia la scansi.

E’ un furtivo e insieme potente agire nello spazio.
E’ il danzare Kenpo Taiki Ken, che sprigiona energia pura, falciate e percosse letali.

Il corpo marziale si costruisce giorno dopo giorno, esercizio dopo esercizio, e pure atteggiamento quotidiano: seduto a tavola, camminando a zonzo per incantevoli borghi antichi, incrociando le chiacchiere di un vicino curioso.

Mani rapide, mani svelte.

Amo il Kenpo Taiki Ken,

la sua animalità selvaggia, percussioni prepotenti che si coniugano con una dolce flessibilità; la sua innocente vulnerabilità che ti sorprende schiantandoti al suolo, facendoti a pezzi.

I pugni fioccano in ogni direzione, calci bassi ed alti si alternano senza sosta; schivo, evito, balzo in avanti tagliando diagonalmente, soffocando ogni via di fuga.

Amo il Kenpo Taiki Ken.

Le prime ombre della sera ammutoliscono grevi; il silenzio, la calma tranquilla si espande, fagocitando i piccoli rumori senza senso.
Pochi semplici gesti a lasciar scemare le onde tempestose, il vento fattosi bufera, gli artigli del predatore, le mani misteriose, che compongono il Kenpo Taiki Ken.

Come un illusionista soddisfatto dell’incanto creato, del velo di stupore steso tra gli attoniti astanti, chiudo il mio gioco marziale.
Mistero e potenza.

Io amo il
 
Kenpo Taiki Ken

 

Agosto: Immagini tratte dalla mia formazione marziale e dalla gita ad Arquà Petrarca.

 











 

 

 

 

 

 

 

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