“Gli sport vanno dividendosi sempre più chiaramente tra sport, ovvero diporto (svago), e competizione.
E questi due ambiti sono completamente diversi anche se si compiono gli stessi gesti e si usano gli stessi attrezzi.
Quelli che si dedicano alla competizione
diventano sempre più animali da circo o da spettacolo, sfruttati, anche se
alcuni ben remunerati, così come lo erano i gladiatori del tempo antico.
E coloro che riusciranno a fare dello sport il proprio diporto, la propria arte di ascesi e liberazione diventeranno sempre più umani”.
(Engaku Taino, monaco Zen (Luigi Mario), guida alpina e maestro di sci e arrampicata)
Perfetto.
Manca però precisare che gli “sport diporto – svago” non
intendono affatto essere pratiche di “ascesi e liberazione”.
Essi, infatti, sono generalmente praticati obbedendo a
diversi imperativi, a volte coniugati tra di loro:
- packaging, ovvero addobbare un corpo “immagine”, “oggetti
da valutare in base all’aspetto fisico” (cit. in “Il corpo in vetrina” post
del giorno 11 Ottobre 2020);
- catarsi, intesa come gran sudata sotto sforzo ovvero
semplice sfogatoio per le proprie frustrazioni e repressioni, una boccata
d’ossigeno prima di tornare di nuovo dentro le frustrazioni e repressioni senza
che nulla sia mutato;
- passatempo, ovvero come ingannare la noia senza alcun
coinvolgimento emotivo con se stessi;
- strategia di "abbordaggio" in ambiente protetto e facilitato
dalla vicinanza dei corpi.
Nulla di quanto sopra investe “ascesi
e liberazione”.
ATTENZIONE:
Non si
tratta di quale sport, di quale pratica scegliere perché essa sia “ascesi e
liberazione”,
quanto
di “COME” si pratichi.
Semplice. No?
No: semplice in sé, ma difficile da realizzare. Ancor più in questa società della competizione
sfrenata, del “consumo senza uso”, dell’apparire ad ogni costo.
Io, mentre respirano, si muovono nello spazio, portano una
bastonata, chiedo loro “Quale parte di te corpo ha avviato il gesto?”, “Cosa
stai provando ora nell’agire”” ecc. Io, invece di imporre loro un modello,
una tecnica da copiare, li introduco all’arte della scoperta autonoma di quel e
come sia meglio per ciascuno di loro, individualità uniche e non replicabili.
Lavoriamo sulla consapevolezza interiore, sull’efficienza
fisicoemotiva; siamo dentro Poteri Potenti
Troppo, troppo “fuori”, per cultori del packaging, dello
sfogarsi, del passatempo fine a se stesso!!
Spirito Ribelle, pratica per tutti ma scelta da
pochi.
Poteri Potenti alla portata di tutti, ma cercati da
pochi.
Comunque, la nostra porta resta aperta…
“La consapevolezza interiore aumenta l'efficienza fisica,
che a sua volta permette di migliorare la tecnica.
Stiamo quindi parlando di una tecnica che scaturisce dall'interiorità verso l'esterno
anziché seguire il percorso inverso.
(J. Whitmore)
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