Guerriero anziano, saggio degli errori e delle mancanze, fragile dei saperi e delle esperienze.
Perché il male non è mai là dove appare.
Allora grida forte quel che resta dell’istinto animale,
l’unico a starmi accanto, l’unico che conosce il mio animo stanco.
E’ un'arma che so adoperare, quando decido di dare cose
agli altri, quando gli altri non decidono di dare cose a me.
E se dentro resto opaco io non mi accontento del
danno, anche se conosco la profondità di superficie di tutti quelli che incontro e so che non ce l’hanno.
Ogni cosa che confondo per quello che cerco è novità, è
poesia di movimenti del corpo nell’ambiente ed oltre, dove immagini evocative
sanno portarmi anche quando è sconveniente.
Riesco a perdonarmi ogni volta
che ci immergo le mani ed il cuore, ma non riesco a dimenticare gli artigli del
vigliacco e lo schifo del mentire che porta dolore.
Guerriero anziano, mi prendo cura di me, come mi suggerisce
la voce dolce ed i riccioli morbidi, sono gentile con me come lei vuole.
Interrogo il corpo trovandolo là dove danza e combatte un
linguaggio simbolico, dove sta e fa spazio a quel sapere vivente che non smette
mai di sussurrarmi altri “come” e “quando” in un alternarsi diabolico.
Nessuno è un fiore al buio
in una serra, nessuno dorme per forza tra le lenzuola poste sulla aspra terra.
Hai solo da scegliere tu chi sei e come sei.
Costa fatica? Perdio, se è vero. Ma vivere è l’unica cosa
che hai, che ti resta.
Sono Poteri Potenti, se ti basta.
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