sabato 8 gennaio 2022

Di acqua e di acciaio

L’acqua, che scorre e vive sempre in mutazioni sferiche. L’acqua che si muove in profondità, seguendo la pesantezza terrestre. L’acqua che danza ritmicamente tra questi due opposti. L’acqua che è corpo pesante quanto fondamento di vita.

L’alternarsi di freddo e gelo con caldo e bollore dentro il cuore, dentro il ventre. Come se il respiro faticasse a penetrare il corpo e poi a uscirne dialogando con chi c’è e chi non c’è.

Troppe aspettative dietro un fendente di katana, dietro il rapido guizzare del coltello.

Sono dolori e rabbie che non mi appartengono, tempo ostile che pare giocare contro di me. O forse no, forse “Dimentica, perdona, lascia andare”, il mantra taoista che accompagna “Il suono degli organi”, pratica quotidiana mattutina, non è ancora propriamente mio, non è propriamente me.

L’acciaio che si nutre d’autunno, che vive nei polmoni e nella pelle, che è colore bianco e animale tigre, tigre bianca. L’acciaio che è tristezza e il suono del pianto.

E come possiamo relazionarci con l’altro, stare con l’altro, se non sentiamo quanto di diverso e quanto di comune c’è tra di noi? Perché “Ogni emozione è una possibilità illimitata” (Ngakpa Chogyam). Perché ogni gesto, ogni azione, ogni movimento contiene l’avvio del successivo.

Stretti, avvinghiati in un duello reale di corpi o immaginario di nemici fantasmi, sono, siamo attori protagonisti di furie e violenze impossibili da comprendere se non pratichi, se non sei Spirito Ribelle.

Nel petto, nel ventre, un dolore rauco che non so cosa sia, ma non mi abbandona mai.

Sono tecniche di solitudine, alla caccia di un isolamento che è raddoppiamento, che è ricerca di un rapporto sincero, autentico, con se stesso, che è disvelamento delle immagini che si agitano nella propria profonda Ombra.

L’acqua che scorre agitando e vivendo l’acciaio affilato, quello freddo e letale.

Nonostante l’età che il tempo incalza senza alcuna misericordia, senza alcun pigro rallentamento, non sento la fretta di crescere, di sapere; semplicemente mi godo questo mio viaggiare, questo mio incontrare nuovi e vecchi saperi, questo mio migliorarmi giorno dopo giorno.

Non succedono miracoli, semplicemente… Colpisci gentilmente!!

Poi, sempre a disposizione per affiancare nel loro viaggiare altri erranti, altri eretici, altri cacciatori di sé, altri costruttori di vitalità ed erotismo. Altri aspiranti guerrieri di Poteri Potenti.

 

“Essi (gli uomini) sono intelligenti, le loro virtù hanno dita svelte. Ma gli mancano i pugni, le loro dita non sanno chiudersi in un pugno” (F. Nietzsche)

 

 




 

 

 

 

 

 

 

 

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