L’arte dell’attendere, è una virtù sottovalutata. Tutto quel che apprendiamo, lo apprendiamo gradualmente, passo dopo passo, gesto dopo gesto e micro movimenti dopo micro movimenti dentro ognuno di quei gesti. Questo porta, come nelle migliori filosofie di vita, a godere del “viaggio”, di “quel” e, soprattutto, “come” lo stai facendo. Così impariamo a non focalizzarci sul risultato finale e a dedicarci, corpo e cuore, al fluire dei gesti e a quelle emozioni che ci attraversano mentre noi – corpo agiamo nello spazio.
L’arte del sorprendersi, è
una virtù sottovalutata. Tutto quel che studiamo faticosamente e generosamente,
che ci sembra di capire, improvvisamente ci si rivolta contro ed assume forme e
contorni e… contenuti del tutto imprevisti ed imprevedibili. Inaspettata
visione interna, improvvisa intuizione, ispirazione inconscia. Ci appare una
comprensione e consapevolezza improvvisa di una relazione causa-effetto, di una
sequenza cinetica, che ci era passata inosservata o, addirittura, che avevamo
interpretato diversamente, e che ci permette di risolvere un problema gestuale
o analizzare una situazione tattica da un punto di vista diverso, originale,
vincente.
Queste sono alcune delle virtù
che fanno lo Spirito Ribelle, il nostro praticare di corpo, il nostro
praticare Arti Marziali.
“Vir
è la parola latina per ‘uomo’. La parola virtù viene dal Latino ‘virtus’.
Per i romani delle origini, virtus significava virilità e virilità
voleva dire valore guerriero”. (J. Donovan)
Le immagini:
Fiori, acciaio, libri e ninnoli nella mia casa.
Nessun commento:
Posta un commento