La Besana, un passato a cavalcioni tra la morte e la
speranza, retaggi mai sopiti di un tempo che sembra parlare, luogo magico,
luogo profondo, a sapere ascoltare.
Così mi pare di udire una voce smorzata che mi sussurra,
dice che il mondo, le cose, non è quello che crediamo che sia.
E noi, dopo pochi movimenti di immersione ed emersione,
pratichiamo “Shoshuten”, accordandoci al ritmo dell’onda, del
movimento ondulatorio, e al gioco delle spirali.
Lo so, lo sappiamo bene noi Spirito Ribelle, che miriamo
ad altre specie di verità e continuiamo imperterriti da anni, da decenni, che
forse ci stiamo accostando a un centro.
In psicoanalisi è il Super Io, che è pure lui “inconscio”,
è la riproduzione delle esigenze, delle regole dettate dalla società e interiorizzate.
Giocare a scoprirle, a conviverci consapevolmente, prendendone le distanze
quando lo Spirito Ribelle vuole la sua libertà. Che sia rifugiandosi nel
bosco o mordendo selvaggiamente il cuore dell’avversario, tra gomitate violente
e violente testate.
Ricongiunzione impossibile con l’Es che si alimenta di Eros e Thanatos: Amore e sessualità, morte e distruzione.
I colpi fioccano rapidi, Le risate ed i sorrisi non
mancano, tanto il cuore leggero non prescinde dal cuore guerriero, implacabile,
non prescinde dalla brutalità del “Taiki Ken”, il “pugilato
della spontaneità”.
In questi nostri incontri, in ogni serata insieme, c’è la
celebrazione di un alto grado di reale e, nel contempo, una specie di apertura,
di fessura sull’ignoto, sul non conosciuto.
“Sumbrada” a lunga distanza, perché il fluire
sia davvero tale, i bastoni che fischiano solcando l’aria, corpi agili, corpi
pesanti, comunque corpi vivi, corpi ribelli.
Le ombre della sera prendono ad allungarsi, danziamo la
forma di “Tai Chi Chuan”, come se l’origine non fosse del tutto
persa per noi, dimentichi finalmente dell’origine temporale per provare a
ritrovarla in noi stessi, così fiduciosi nel muoversi dentro l’avventura, alla
caccia di Poteri Potenti.
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