Di contro al tardo “illuminismo”, al goffo imperativo
cartesiano di “mente e corpo”, noi Spirito Ribelle apparteniamo
all’esigua schiera dei “corpo e mondo”, di chi sa e vive di corpo
abitato, esperito.
Semplificando, il primo movimento è, quando qualcosa mi attira,
orientarmi nella sua direzione, mentre se qualcosa mi repelle, mi ci allontano.
Il “noi corpo”, essere fisicoemotivo, nasce con un assetto di questo
tipo e si sviluppa verso la costruzione di un modello corporeo che tende a conservare
costante la mia identità, la mia “coerenza” verso gli stimoli dell’ambiente,
dell’altro da me.
E’ quanto ora sto facendo, in questo gioco di pressioni e
trazioni, di ricerca di apertura nella “coerenza” dell’altro nascondendogli la
mia, persino giocando di illusioni sulla sua tenuta, sul suo radicamento,
quanto sulle crepe che potrebbe offrire.
Il corpo è tutto, e di questo le mani assumono importanza.
Nel corpo a corpo sta quell’elemento tattile costitutivo di ogni relazione: Senza
contatto fisico non esistono legami. Il contatto è oceano di voci senza
suono.
Di più, l’esperienza consapevole della presenza, comporta
sempre una esposizione, una vulnerabilità, un’apertura che è necessariamente
flessibilità (Ju, il concetto chiave che regge la pratica marziale Tradizionale);
che è Chi Sao nella sua accezione di mani “appiccicose”, cioè in stretta
relazione, quanto mani “vuote”, cioè inserite nel mutevole “Qui ed ora” senza
programmazione, senza intenzione precostituita e dunque dogmatica, e infine di
mani “energetiche”, cioè membrana elastica in grado di recepire l’energia che
arriva dall’esterno, dall’altro, quanto di trasmettere quella che sorge
dall’interno, da noi, in un tentativo di equilibrio soddisfacente che spetterà
a noi volgere a nostro vantaggio.
L’adattamento, che è apprendimento
continuo, è quindi sempre mediato da quello che oggi si è soliti chiamare embodiment:
“Oggi l’embodiment è anche una riflessione sulle sensazioni e le emozioni, è
un approfondimento del canale cinestetico. (…) L’embodiment riguarda lo
sviluppo del canale cenestesico, e cioè la capacità di sentirsi attraverso il
movimento e le sensazioni interne del corpo. Riguarda lo sviluppo delle
capacità propriocettive. In Italia usate l’espressione “sesto senso”? Per il 90
per cento, lo sviluppo dell’intuizione ha a che fare con l’accesso al canale
cenestesico e quindi con la conoscenza attraverso l’esperienza del corpo.”
(M. Eddy.1)
“Pratichiamo la sensibilità
per espandere la nostra creatività”
(E.
Parrello. Insegnante, educatrice del movimento somatico e del movimento in
età evolutiva, practitioner diplomata presso The School for Body-Mind Centering)
1. Dott.ssa Martha Eddy, CMA, RSMT, direttrice fondatrice
dell'EdD/direttrice della programmazione e della ricerca di Moving For Life,
Dynamic Embodiment (una formazione sulla terapia del movimento che utilizza
l'educazione somatica) e Centro per l'educazione cinestetica.
Nessun commento:
Posta un commento